L’Eba (l’Autorità Bancaria Europea) ha proposto la fondazione di una società di gestione nella quale far confluire i crediti deteriorati che stanno affondando le banche.
Il sistema bancario europeo continua ad essere in difficoltà e allora la proposta della creazione di una Bad Bank, già lanciata nel 2009, torna a farsi strada tra le possibilità concrete se non addirittura necessarie.
Questa volta la posposta arriva da Andrea Erria (presidente EBA), e con l’appoggio di Klaus Regling (presidente Esm- European Stability Mechanism- fondo salva stati) è consiste nella creazione di una società di gestione che accoglierebbe la massa dei crediti deteriorati, di 1.000 miliardi di euro, al loro attuale valore di mercato, che si stima tra i 200 e 250 miliardi. Il valore reale potrebbe essere teoricamente esente dall’aiuto di stato e coperta, ad interim, dalla stessa Bad Bank e da investitori privati.
Nel caso la bad bank non riuscisse poi a cedere questi crediti in un tempo fissato (per esempio tre anni) allora le banche dovrebbero riprendersi questi Npl e assorbire in toto le perdite facendo scattare la ricapitalizzazione preventiva da parte dei singoli stati membri (come nel caso Mps), e attraverso la misura del bail in le perdite colpirebbero gli azionisti.
In questo modo ogni stato risponderebbe singolarmente delle proprio perdite, senza gravare nelle economie degli altri stati membri in modo mutualistico, rispettando le risoluzioni sugli aiuti di Stato.
Diversi sono ancora i nodi da sciogliere: la guida della Società, il suo finanziamento e il ruolo dell’esecutivo e il modo in cui il mercato e gli stati membri accoglieranno questa proposta.