Nel 2018, ogni mese gli italiani hanno rimborsato rate per un importo pari a 350 Euro. Lo studio di Mister Credit – CRIF fotografa i principali indicatori relativi all’utilizzo del credito rateale da parte dei consumatori italiani.
Tra i Paesi occidentali con i quali è possibile fare un confronto, l’Italia risulta tra quelli in cui i cittadini tradizionalmente hanno una minore propensione a rivolgersi agli Istituti di Credito per finanziare i propri consumi o per sostenere l’investimento sulla casa. Il contenuto indebitamento delle famiglie fa sì che, relativamente ai contratti di credito rateale attivi su scala nazionale, nell’anno 2018 la rata mediamente rimborsata a livello pro-capite ogni mese sia risultata pari a 350 euro (-1,3% rispetto all’anno precedente).
Anche l’importo residuo – inteso come somma degli importi pro-capite ancora da rimborsare per estinguere i contratti in essere – risulta in calo rispetto all’anno precedente (-0,8%) risultando pari a 33.564 euro in virtù del peso ancora rilevante dei mutui ipotecari, che continuano ad avere un’incidenza significativa nel portafoglio delle famiglie italiane.
Al contempo, nell’ultimo anno si è registrato un allargamento della platea dei cittadini che hanno richiesto un mutuo o un prestito, che arriva al 38,1% della popolazione attiva in virtù di una crescita del +4,9% rispetto all’anno precedente, a fronte di una elevata sostenibilità finanziaria complessiva confermata dalla costante contrazione degli indicatori di rischiosità del credito alle famiglie.
Queste le principali evidenze che emergono dallo studio sull’utilizzo del credito da parte degli italiani realizzato da Mister Credit – l’area di CRIF che si occupa dello sviluppo di soluzioni e strumenti educational per i consumatori – partendo dall’analisi dei dati disponibili in EURISC, il sistema di informazioni creditizie gestito da CRIF che raccoglie i dati relativi a oltre 85 milioni di posizioni creditizie.
Nello specifico, lo studio si propone di fornire periodicamente una fotografia dei principali indicatori relativi all’utilizzo del credito rateale da parte dei consumatori italiani, evidenziando le principali differenze a livello territoriale relativamente alla composizione dell’esposizione nei confronti degli Istituti di credito. I dati di dettaglio relativi alle singole province e la nota metodologica sono pubblicamente consultabili sulla Mappa del Credito.
Per quanto riguarda la tipologia dei finanziamenti presenti all’interno del portafoglio delle famiglie, l’analisi condotta da Mister Credit mostra al primo posto, ancora una volta, i prestiti finalizzati destinati all’acquisto di beni e servizi quali auto, moto, elettronica ed elettrodomestici, articoli di arredamento, viaggi, ecc. che hanno un peso in termini di numerosità pari al 44,7% del totale (+2,5% rispetto all’anno precedente). Al secondo posto troviamo i prestiti personali, che si legano alla rinnovata progettualità delle famiglie rispetto al contesto economico generale, con una incidenza pari al 33,2% (-2,2%). Infine, la componente dei mutui per acquisto di abitazioni, che si caratterizzano per una incidenza del 22,1% sul totale. Il dato relativo ai mutui è emblematico dell’importanza che la proprietà della casa ancora riveste nel nostro Paese, confermata anche dal fatto che rappresenta oltre la metà della ricchezza totale delle famiglie e che oltre 7 italiani su 10 vivono in un’abitazione di proprietà, quota decisamente più elevata rispetto ai principali Paesi europei.
“Nel corso del 2018 il comparto dei crediti alle famiglie ha beneficiato di un costo del denaro ancora basso, che ha determinato tassi di interesse applicati estremamente appetibili oltre ad aver stimolato offerte commerciali particolarmente invitanti da parte degli istituti di credito – commenta Beatrice Rubini, Direttore della linea Mister Credit di CRIF -. Al contempo, il progressivo miglioramento delle condizioni economico-finanziarie delle famiglie ha favorito l’irrobustimento della domanda di credito per sostenere progetti di spesa sovente rinviati durante gli anni precedenti. I dati relativi ai primi due mesi dell’anno lasciano prevedere che anche nel 2019 i flussi di nuovi crediti possano continuare a crescere, grazie anche a un’elevata sostenibilità del debito e a tassi di rischiosità destinati a ridursi ulteriormente”.
Lo studio prodotto da Mister Credit mostra come le regioni in cui i cittadini ogni mese sostengono la rata media più elevata nel 2018 siano state il Trentino-Alto Adige, con 436 euro, il Veneto, con 396 euro, e la Lombardia, con 394 euro. Seguono l’Emilia-Romagna e la Toscana, rispettivamente con 374 e 373 euro.
Per interpretare questa dinamica va considerato che in tutte queste regioni si rileva una elevata incidenza dei mutui, che si caratterizzano per un importo da rimborsare decisamente più elevato rispetto alle altre forme tecniche considerate, senza dimenticare che spesso il valore degli immobili risulta mediamente più consistente rispetto ad altre aree del Paese. Al contempo, in queste regioni il reddito disponibile risulta sovente più elevato rispetto alla media nazionale e questo consente ai consumatori di rimborsare una rata più elevata senza intaccare il livello di sostenibilità finanziaria e il bilancio familiare.
Specularmente, è al Sud e nelle Isole che troviamo le rate mensili più leggere, soprattutto in Sardegna, dove si attestano a 289 euro, in Calabria (291 euro) e in Sicilia (306 euro) in virtù di una più modesta incidenza dei mutui.
Nel complesso, nell’anno 2018 la rata media rimborsata ogni mese è risultata in calo rispetto all’anno precedente in tutte le regioni del Paese con la sola eccezione del Trentino Alto Adige, dove ha fatto segnare una crescita del +5,0%.
Entrando nel dettaglio provinciale, a Bolzano si registra la rata media più elevata, con i cittadini che mensilmente hanno rimborsato 519 euro. A seguire Sondrio, con 449 euro, Prato, con 446 euro, Treviso, con 434 euro, e Milano, con 428 euro. In tutte queste province pesa un’incidenza dei mutui superiore alla media nazionale.
A Reggio Calabria, invece, si registra in assoluto la rata media più contenuta, con 270 euro, sopravanzando la nuova provincia del Sud Sardegna e quella di Vibo Valentia, in cui il valore rimane inferiore ai 300 euro così come a Oristano e Crotone. In tutte queste province i mutui hanno una incidenza molto più bassa della media italiana a vantaggio dei prestiti personali e di quelli finalizzati.
Analogamente a quanto evidenziato a proposito della rata media mensile, anche per quanto riguarda il debito residuo ancora da rimborsare troviamo il Trentino-Alto Adige al primo posto del ranking nazionale, con 43.004 euro pro capite, seguito dalla Lombardia, con 41.744 euro. Anche Emilia Romagna e Veneto si caratterizzano per un’esposizione residua oltre i 38.000 euro. Nel complesso in tutte queste regioni si evidenzia una elevata incidenza dei mutui nel portafoglio delle famiglie.
All’estremo opposto della classifica, con soli 21.897 euro i cittadini della Calabria risultano avere un debito residuo pari quasi alla metà di quello dei Trentini. Per altro, solamente in Calabria e in Sicilia il valore che rimane ancora da rimborsare per estinguere i finanziamenti in corso risulta inferiore ai 25.000 euro.
Nel complesso, rispetto all’anno precedente si registra un incremento del debito residuo solamente in Trentino Alto Adige (+3,1%), Sardegna (+1,8%) e Basilicata (+0,2%).
La provincia italiana con il debito residuo più elevato, nonché l’unica a superare i 52.000 euro pro capite, è risultata essere Milano, sostanzialmente stabile rispetto alla precedente rilevazione, seguita da Bolzano, con oltre 51.300 euro, e da Roma, con 47.408 euro.
È al Sud e nelle Isole che, invece, troviamo le province in cui l’indebitamento medio risulta più contenuto anche in virtù, come segnalato, della minor presenza di contratti di mutuo nel portafoglio delle famiglie; nello specifico, Reggio Calabria è l’unica provincia italiana a presentare un valore al di sotto dei 20.000 euro, mentre il valore rilevato ad Agrigento e Vibo Valentia si attesta rispettivamente a 20.246 e 20.621 euro.
Relativamente alla distribuzione delle diverse tipologie di contratti di credito all’interno del portafoglio delle famiglie, per quanto riguarda i mutui l’incidenza più elevata nel 2018 è risultata essere quella dei Friulani, con il 31,3% del totale dei contratti di credito attivi, seguiti dagli Emiliano-Romagnoli, con il 26,5%, e dai Lombardi, con il 26,3%.
Agli ultimi posti della graduatoria, tutte ben al di sotto della media nazionale, si collocano invece regioni del Sud e Isole, in particolare la Calabria, la Sardegna e la Campania, rispettivamente con il 13,8%, il 15,5% e il 15,9% del totale.
Questo dato non sorprende in quanto, per un investimento importante come quello per l’acquisto di un’abitazione, in molte aree del Paese tradizionalmente la prima fonte di supporto è rappresentata dalla cerchia famigliare o amicale tale per cui la richiesta del mutuo non sempre risulta indispensabile. Al contempo possono incidere anche fattori sociali, quali ad esempio la più accentuata tendenza a vivere nell’abitazione di famiglia da parte dei giovani.
Entrando nel dettaglio provinciale, a Gorizia si rileva l’incidenza più elevata, con il 33,5%, e a seguire Udine con il 32,6%, e Pordenone con il 31,8%.
In coerenza con i dati regionali, la provincia italiana con l’incidenza più contenuta di mutui è risultata essere Reggio Calabria, con il 9,4%, seguita da Vibo Valentia (13,5%) e Nuoro (13,7%).
Relativamente alla forma tecnica dei prestiti personali, invece, l’incidenza più elevata è quella riscontrata in Molise, con il 38,1%, davanti alla Basilicata, con il 36,9%. Toscana e Lombardia mostrano invece un’incidenza decisamente inferiore alla media nazionale.
La provincia italiana che si caratterizza per l’incidenza più elevata di prestiti personali presenti nel portafoglio delle famiglie è Asti, con il 39,3%, seguita a breve distanza da Nuoro (39,1%) e Biella (39,0%).
All’estremo opposto della classifica si trova invece Prato, con solamente il 26,3% sul totale dei contratti di credito attivi, che precede Monza e Brianza (27,1%) e Varese (28,5%).
Infine, per quanto riguarda i prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi, sono i consumatori della Calabria e della Campania a mostrare l’incidenza più elevata all’interno del proprio portafoglio, rispettivamente con il 53,3% e il 49,7% del totale, in virtù di un peso delle altre forme tecniche di credito decisamente inferiori alla media. All’estremo opposto della classifica troviamo invece i Friulani, con una quota pari solamente al 37,5% del totale.
Coerentemente con il dato regionale, sono le province calabresi a registrare l’incidenza più elevata di prestiti finalizzati, con in testa Vibo Valentia (56,5%), seguita da Reggio Calabria (54,7%) e Crotone (54%).
L’incidenza più contenuta, invece, è rilevata a Sondrio con il 34,2% del totale dei contratti di credito attivi, che precede Udine e Asti, entrambe con il 35,7%.
“Dall’aggiornamento annuale della Mappa del Credito è possibile trarre una fotografia puntuale e dettagliata della propensione degli italiani a fare ricorso al credito per finanziare le proprie spese correnti o l’acquisto di un’abitazione e questo aiuta a comprendere meglio la dinamica in atto nelle diverse aree del Paese, che comunque restano caratterizzate da dinamiche locali non facilmente interpretabili – conclude Beatrice Rubini -. Per altro, la Mappa del Credito si propone anche come strumento gratuito e di facile consultazione a disposizione dei consumatori, rendendo possibile il confronto tra il territorio di riferimento e la propria situazione personale, determinata ovviamente da fattori soggettivi quali il reddito complessivo, i risparmi disponibili, la composizione del nucleo familiare nonché le prospettive ed esigenze specifiche.”