Sono 59.816 gli immobili finiti all’asta nei primi sei mesi di quest’anno. Oltre la metà sono appartamenti e abitazioni private, di cui buona parte si trovano in Lombardia, Sicilia e Lazio. Ecco i dati del report sulle aste immobiliari del Centro Studi AstaSy Analytics di NPLs RE_Solutions.
Immobili all’asta: il 54,92% sono strutture residenziali
Nel primo semestre del 2023 i lotti messi all’asta sono 59.816 (17.840 in meno rispetto allo stesso periodo del 2022). È quanto emerso da una recente indagine sulle aste immobiliari realizzata dal Centro Studi AstaSy Analytics di NPLs RE_Solutions.
Stando ai risultati della ricerca, il valore base d’asta di tutti i lotti in vendita ammonta complessivamente a 8.293.131.867 euro, con possibilità di offerta minima pari a 6.403.623.305 euro, per un valore medio di 138.644 euro.
La categoria “residenziale” (quindi case, appartamenti e abitazioni private) copre da sola più della metà dei lotti in vendita (54,92%), registrando un aumento del 2% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e dell’8,5% rispetto al 2021. Segue la categoria “terreni” e “uffici/negozi/commerciali”. In particolare, gli uffici e le attività commerciali finiti all’asta sono aumentati di oltre tre punti percentuali nell’ultimo anno, un fenomeno attribuibile alla crisi pandemica e ai casi di default.
Venendo alle tipologie procedurali, il 76,82% dei lotti è in vendita tramite esecuzioni immobiliari, il 20,11% è riconducibile alle procedure concorsuali, principalmente fallimenti, mentre il 3,07% è oggetto di contenzioso civile. Tendenzialmente, i beni residenziali, che rappresentano la maggioranza, sono oggetto di pignoramento, mentre le procedure concorsuali riguardano per lo più le attività commerciali o imprenditoriali.
Aste immobiliari: asse Sicilia-Lombardia-Lazio
Il report di NPLs RE_Solutions ha messo in evidenza anche la distribuzione territoriale delle aste immobiliari. Con 8.490 lotti, la maggior parte di essi si trova in Lombardia (14,9% del totale). A seguire Sicilia (12,62%), Lazio (9,30%), Campania (7,86%) e Toscana (6,54%). Queste cinque regioni messe insieme annoverano un numero di lotti che rappresenta circa il 50% del totale di quelli in vendita.
Non sorprende, dunque, che i cinque tribunali più “impegnati” con le vendite giudiziarie siano Catania, Brescia, Roma, Milano e Bergamo. Tuttavia, sia il tribunale di Catania, che il tribunale di Brescia non brillano per celerità nelle procedure esecutive. Secondo lo “Studio dei tempi dei tribunali italiani” condotto dall’Associazione TSEI, entrambi i tribunali si collocano agli ultimi posti rispetto alla durata delle esecuzioni immobiliari, risultando particolarmente sovraccaricati e in ritardo.
“Le crescenti iniziative di saldo e stralcio e di vivacizzazione delle aste contribuiscono efficacemente alla riduzione del volume di immobili in asta, favorendo anche lo smaltimento degli NPL, il cui accumularsi, a sua volta, influisce sull’andamento del mercato immobiliare coattivo” ha commentato Massimiliano Morana, AD di NPLs RE_Solutions. “Stante la stretta correlazione tra NPL e aste, per stimare la futura tendenza del ‘judicial market’ è fondamentale osservare se, e in qual misura, aumenteranno i crediti deteriorati. Nella valutazione sarà però essenziale considerare gli effetti delle recenti riforme, sia in tema di procedure concorsuali (nuovo codice della crisi e dell’insolvenza) sia di esecuzioni immobiliari (riforma Cartabia), che si prefiggono gli obiettivi di favorire interventi tempestivi finalizzati a evitare la crisi e di disincentivare il ricorso alle aste, come testimonia l’introduzione della possibilità di ‘vendita diretta’ da parte del debitore”.