I contratti che sono stati sospesi grazie alla moratoria presentano mediamente rata mensile (pari a 3.700 Euro) e debito residuo più elevati.
Per sostenere le esigenze delle imprese, che stanno subendo in modo diretto i riflessi della crisi derivante dall’emergenza sanitaria, la moratoria varate dal Governo con il Decreto “Cura Italia” consente alle imprese che decidono di aderire, su base volontaria, della possibilità di sospendere il rimborso dei propri finanziamenti rateali, nonché il congelamento dei finanziamenti non rateali sino al prossimo 30 settembre 2020.
Per meglio valutare l’atteggiamento tenuto dalle imprese rispetto all’opportunità offerta dalla moratoria CRIF ha analizzato circa 73.000 linee di credito riconducibili a imprese individuali e società di capitali per le quali è stata fatta richiesta di sospensione delle rate nel corso del mese di marzo.
Di queste, 20.500 riguardano mutui immobiliari, 6.027 prestiti personali, 1.372 prestiti finalizzati e quasi 2.456 contratti di leasing e altri prodotti rateali. La componente maggioritaria è però rappresentata da mutui di liquidità, con oltre 42.200 richieste.
La distribuzione delle richieste di moratoria per tipologia di impresa ha evidenziato che 2 richieste su 3 sono state presentate da società di capitali a fronte di una quota pari al 28,2% per le società di persone e del 2,4% per le ditte individuali.
Dall’analisi condotta da CRIF emerge anche che i contratti relativi a imprese che sono stati sospesi grazie alla moratoria sono mediamente risultati essere i più onerosi in termini di impegno mensile e debito residuo, confermando la necessità da parte delle imprese, specie quelle di minore dimensione o meno capitalizzate, di sospendere il pagamento di rate che rappresentano un impegno significativo.
Per le società di capitali la rata media mensile sospesa grazie alla moratoria risulta pari a 4.619 Euro a fronte di un importo residuo di quasi 284.000 Euro. Decisamente più contenuta la rata mensile delle società di persone, pari a 1.774 euro, a fronte dei 699 euro delle ditte individuali.
Entrando nel dettaglio delle diverse forme tecniche, per i mutui immobiliari per i quali è stata ottenuta la sospensione dei rimborsi grazie alla moratoria la rata media mensile è risultata essere pari a 3.850 Euro mentre l’importo residuo ancora da rimborsare per estinguere il finanziamento è di oltre 500.000 Euro.
Per gli altri mutui la rata mensile dei contratti per i quali è stata ottenuta la moratoria è invece pari a 3.730 Euro, a fronte di un debito residuo di oltre 138.000 Euro, contro i 3.889 Euro dei prestiti personali e i 3.293 Euro dei contratti di leasing. La rata media sostenuta dalla imprese per i presti finalizzati upera di poco i 500 Euro.
“La corretta contribuzione da parte degli intermediari delle informazioni relativi alla sospensione delle rate all’interno dei SIC non solo non può determinare un peggioramento della posizione debitoria del beneficiario, ma sono fondamentali per prevenire eventuali segnalazioni negative e/o passaggi a sofferenza. Per questa ragione, con l’obiettivo immutato di favorire il più possibile l’accesso al credito e l’inclusione finanziaria, è indispensabile che i SIC, come terza parte indipendente, mantengano la visibilità sulla valutazione del merito di credito ante crisi, come elemento rappresentativo del livello di solvibilità, non condizionato così dalla crisi economica conseguente al diffondersi della pandemia – commenta Enrico Lodi, Direttore Generale di CRIF – Al contempo è fondamentale garantire criteri che rendano le imprese che hanno fatto ricorso alla moratoria eleggibili per una equa, non penalizzante, valutazione del loro merito creditizio, dando loro la possibilità di accreditarsi agli occhi degli intermediari finanziari che, senza informazioni complete e aggiornate, potrebbero modificare la loro attitudine a erogare o ad appesantire le condizioni di offerta praticate, ad esempio richiedendo garanzie personali o reali”.