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ABI: aumentano di 3 miliardi le sofferenze nette

A gennaio 2022 le sofferenze nette sono arrivate a 18,2 miliardi di euro, in crescita di 3 miliardi rispetto a fine 2021

Tornano a salire le sofferenze nette in seno al sistema bancario italiano, nonostante rimangano inferiori rispetto al periodo prepandemico. Stando all’ultimo rapporto mensile di ABI, a gennaio 2022 le sofferenze nette nei bilanci delle banche ammontano a 18,2 miliardi di euro, 3 miliardi in più rispetto a dicembre dello scorso anno. Tuttavia, il volume degli Npl rimane inferiore di 1,7 miliardi di euro rispetto a gennaio 2021 e di 8,2 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2020. L’associazione bancaria ha ricordato che da novembre 2015 (quando si raggiunse il picco di 88,8 miliardi di euro di sofferenze nette) ad oggi, i crediti non performing sono diminuiti del 79,6%.

Secondo i dati forniti dal Market Watch Npl, nel biennio 2022/2023 sono previsti nuovi flussi di crediti deteriorati per un valore di circa 60 miliardi di euro. Il tasso di deterioramento dei crediti dovrebbe ritornare nel 2024 ai livelli pre-covid, attestandosi intorno all’1%. Lo stock complessivo di Npe è destinato a salire nei prossimi due anni fino ad arrivare a 402 miliardi di euro nel 2024. Secondo previsioni, in quel periodo il 78% dello stock di Npe sarà gestito dai servicer, mentre soltanto il 22% sarà gestito dalle banche.

Se nel 2021 le transazioni di crediti deteriorati sono arrivate a 33 miliardi di euro, le stime indicano che nel 2022 le nuove operazioni riguarderanno 47 miliardi (35 di Npl e 12 di Utp). Nel 2023 è previsto lo stesso volume di vendite del 2022 che insieme ammontano a 94 miliardi di euro nei prossimi due anni. Sempre più rilevante è il ruolo del mercato secondario, che nell’anno in corso dovrebbe coinvolgere il 33% delle operazioni globali. Nel 2021, inoltre, i crediti Utp hanno superato per la prima volta gli Npl. Il sorpasso è confermato anche per i prossimi anni. Infine, un grande apporto alla dismissione dei crediti deteriorati potrebbe venire dalla garanzia pubblica, che dal 2016 ad oggi ha assistito il 36% delle vendite complessive, per un valore di 96 miliardi di euro.

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