L’Associazione Bancaria Italiana, dopo aver esaminato l’addendum della Bce, chiede che le nuove linee guida si allineino con le proposte della Commissione Europea
Mercoledì 21 marzo, il comitato esecutivo dell’Abi presieduto da Antonio Patuelli, ha esaminato l’addendum della Bce pubblicato il 15 marzo e contenente le nuove linee guida per la gestione degli Npl. Nella nota a termine dell’incontro, l’Associazione Bancaria Italiana ha fatto sapere di aver preso atto dei miglioramenti apportati al testo, ma ha chiesto alla Bce dei miglioramenti allo scopo “di superare il disallineamento esistente rispetto alle proposte della Commissione Europea”.
Il comitato esecutivo ha evidenziato la necessità che in sede applicativa siano chiariti i necessari raccordi tra quanto indicato dall’addendum e l’applicazione dei principi contabili e gli obblighi di rendicontazione pubblica, sottolineando che i contenuti dell’addendum dovranno essere valutati e giuridicamente inquadrati rispetto alle modifiche del quadro normativo europeo, in necessario raccordo con le proposte dell’Ue sul trattamento delle esposizioni verso i crediti deteriorati. L’Abi considera “essenziale la coerenza tra i diversi livelli delle fonti normative e il pieno raccordo tra le diverse autorità europee”.
L’esecutivo ha inoltre sottolineato come l’addendum non imponga obblighi generalizzati per le banche e non produca effetti giuridici obbligatori, pertanto non è da considerarsi “una misura di primo pilastro”. Le linee guida infatti forniscono soltanto un’indicazione circa le aspettative della vigilanza europea sulle modalità con cui le banche valuteranno i futuri non performig loans.
La nota si conclude con l’auspicio espresso dall’Abi affinché si arrivi il prima possibile a una stabilizzazione e a una semplificazione del quadro normativo europeo al fine di garantire il giusto bilanciamento tra esigenze di stabilità e di crescita e dare alle banche europee certezza giuridica. L’associazione bancaria ha invitato il Parlamento Europeo e il Consiglio Ue a valutare le proposte della Commissione tenendo conto degli impatti sulle imprese e sull’erogazione del credito. “Gli automatismi nella valutazione delle garanzie – si chiarisce nel comunicato – le rigidità sulle possibilità di adottare misure di sostegno alle pmi e alle imprese in temporanea difficoltà, se non adeguatamente considerate, avrebbero un effetto prociclico incidendo negativamente sulla ripresa in atto”. Infine, l’Abi ha espresso la sua disponibilità a collaborare durante tutto l’iter legislativo europeo.
A cura della Redazione
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