Lo ha detto la presidente della Banca centrale europea nel suo intervento al quarto Forum della Bce sulla supervisione bancaria
“In questa fase, è troppo presto per prevedere la traiettoria della qualità degli attivi. Indicatori in rapida evoluzione, come la variazione della quota di prestiti forborne (prestiti per i quali sono state concesse modifiche delle condizioni contrattuali o un rifinanziamento totale o parziale, a causa delle difficolta’ finanziarie del debitore, ndr) e i prestiti in Stage 2, stanno gia’ mostrando segnali di deterioramento. Tuttavia, l’impatto finale sui crediti deteriorati si verificherà solo con un ritardo di diversi anni e dipenderà in modo cruciale dalla forza della ripresa. Le banche dovrebbero disporre di solidi controlli del rischio per essere attente a questi rischi e affrontarli in anticipo”. Così la presidente della Bce Christine Lagarde al quarto Forum della Bce sulla supervisione bancaria, che si è tenuto il 9 novembre scorso.
Lagarde però ha anche riconosciuto al settore bancario di essere stato in una posizione finanziaria forte per resistere allo shock della pandemia e di possedere strumenti per rafforzare la risposta comune alla crisi. “La vigilanza europea ha sfruttato le solide posizioni finanziarie delle banche per sbloccare i prestiti in tutta l’unione bancaria quando l’economia ne aveva urgente bisogno. Le autorità di vigilanza hanno rimosso le barriere prudenziali che impedivano alle banche di mantenere il flusso di credito all’economia, consentendo loro di massimizzare i finanziamenti”, ha proseguito la presidente della Bce.
A suo parere, “ora occorre affrontare le conseguenze a lungo termine della pandemia sulla qualità degli asset. Il pieno impatto diventerà visibile solo gradualmente, il che pone sfide alla gestione del rischio di credito. Man mano che tali misure sono revocate e viene alla luce la vera salute finanziaria delle società, la qualità degli attivi potrebbe risentirne”.
Lagarde ha fatto notare anche che “la pandemia ha innescato cambiamenti fondamentali nel contesto in cui le banche operano, accelerando la trasformazione digitale e sottolineando l’urgenza di affrontare i cambiamenti climatici, entrambe questioni che, inevitabilmente, hanno un impatto sulle banche”.
Riguardo alla digitalizzazione, “le preferenze dei consumatori stanno cambiando rapidamente. I nuovi player – dal fintech alle grandi società tecnologiche – stanno aumentando sempre di più la competizione nel mercato dei servizi finanziari. Ciò crea una opportunità per le banche dell’area euro, che hanno fatto fronte a una bassa redditività e all’efficienza dei costi, di rifocalizzare i loro modelli di business. Il settore bancario ha assistito a un aumento del 23% dei utenti digitali first time dall’inizio della pandemia”, ha aggiunto la presidente della Bce. Per Lagarde, “mantenere questa attenzione alla digitalizzazione potrebbe consentire alle banche di raggiungere i clienti senza avere una fitta rete di filiali. Nuovi prodotti e servizi potrebbero essere introdotti a costi marginali molto bassi”.
Tuttavia, affinchè le banche possano prosperare nel mondo post-pandemia, devono anche abbracciare i cambiamenti che la pandemia ha innescato. “Sono fiduciosa che questo sia possibile. Proprio come il settore bancario ha contribuito a una soluzione di successo a questa crisi, può anche fornirne una alla nostra prossima sfida: facilitare la trasformazione delle nostre economie verso un futuro più verde e più digitale”.
Dal canto suo, il capo della vigilanza della Bce Andrea Enria ha fatto mea culpa, ammettendo che “i bassi tassi di interesse della Banca centrale europea stanno ora danneggiando i margini delle banche più di quanto non stiano facendo crescere i volumi dei prestiti e probabilmente continueranno a farlo per un po’”. “Ora che la ripresa è in corso la vigilanza europea deve tenere d’occhio l’accumulo di rischi”, ha concluso Lagarde.