Intervista a Massimo Ceretto, Chief Services Officer di Manteia
Quali sono i margini concreti di applicazione della tecnologia all’attività di recupero?
Chiediamo a Massimo Ceretto, Chief Services Officer di Manteia.
Massimo, ci dica, qual è il margine di utilizzo della tecnologia nell’ambito delle garanzie e nello specifico del recupero di quest’ultime?
I margini sono enormi, ad oggi non ancora tutti esplorati. Gli NPL attualmente in gestione nelle banche e nelle società di recupero soffrono del fatto che la documentazione raccolta sulla linea di credito non è nativamente digitale. Spesso ci troviamo di fronte ad archivi cartacei o a documenti cartacei successivamente digitalizzati. In questo ambito c’è ampio spazio per le nuove tecnologie e Manteia si sta muovendo in questa direzione per trovare soluzioni a questo problema concreto.
Ci può fare un esempio di applicazione tecnologica in questo ambito?
Guardiamo al tipico caso di cessione di portafogli NPL. Tipicamente, in una cessione di NPL il cedente invita i potenziali cessionari in una data room per valutare il portafoglio oggetto di cessione. La valutazione viene fatta su dati ed informazioni forniti dal cedente, tipicamente scaricati dal proprio gestionale. Chi si aggiudica il portafoglio di NPL riceve tra le altre cose tutti i documenti nella disponibilità del cedente.
I documenti trasferiti sono completi? Ci sono tutti i documenti per procedere al recupero? Tutte le informazioni presenti nella data room hanno un documento di supporto che li certifica?
In questo ambito le applicazioni tecnologiche possono fare molto. Gli accordi di cessione di NPL prevedono la possibilità per il cessionario di restituire le linee di credito alle quali manchi la documentazione necessaria per il recupero, tuttavia il tempo contrattuale per esercitare tale clausola è breve, rispetto alla documentazione da analizzare: parliamo di milioni di documenti. L’intelligenza artificiale è in grado di analizzare e classificare i documenti, verificare rispetto ad una griglia di ricerca di tipologia documentale la presenza o meno dei documenti, permettendo quindi al cessionario di restituire le linee irrecuperabili per mancanza documentale.
Dunque, il cessionario, grazie all’applicazione tecnologica è in grado di restituire i crediti non recuperabili. Rimangono, però, milioni di documenti da analizzare per poter raccogliere le informazioni e procedere al recupero del credito, ci sono applicazioni tecnologiche anche per questa fase di attività?
Certamente, si tratta della cosiddetta attività di data extraction. Chi si occupa di recupero del credito, sa esattamente quali informazioni gli servono: ovviamente la tipologia di informazioni da ricercare cambia sulla base della tipologia di credito da recuperare (carte di credito, crediti corporate o immobiliari). Nel caso di cui stiamo parlando è sufficiente che il soggetto che si occupa di recupero del credito individui quali informazioni sono da ricercare. Anche i documenti scannerizzati ovvero non nati digitalmente sono analizzabili: necessitano però di una pre-lavorazione per permettere alle macchine la lettura, mi consenta la brutta parola “ocierrizati”. Le macchine vengono quindi addestrate per cercare tali informazioni e, con una velocità non paragonabile ad un essere umano, leggono milioni di pagine alla ricerca delle informazioni.
Quindi, i documenti rilevanti ovvero quelli che contengono le informazioni ricercate, vengono uniti, uno dietro all’altro, all’interno di aggregati e le informazioni trovate vengono tracciate e segnate, immaginatevi di usare un evidenziatore sulla pagina di un libro.
Le medesime informazioni “evidenziate” sui documenti vengono normalmente riportate in modo strutturato su template, forniti alla società di recupero, in modo che tutte le informazioni possano essere caricate sui loro gestionali, permettendo successivamente di legare l’informazione del gestionale al documento, tramite un semplice link.
Quindi le tecnologie applicate alle attività di recupero del credito sono già a buon punto.
In realtà, abbiamo appena iniziato a scalfire la superficie delle tecnologie applicabili. Immagini se tutti i documenti nascessero digitali, se tutte le informazioni venissero codificate in fase di creazione dei documenti. Purtroppo, se guardiamo alla filiera del credito e a come viene concessa una linea di credito, molti documenti sono ancora cartacei. Alcune banche, soprattutto le Fintech, stanno iniziando a percorrere una strada totalmente digitale, ma permangono atti, per esempio quelli notarili, che sono ancora cartacei. Il vero salto avverrà quando tutto l’iter di concessione e perfezionamento del credito sarà digitale.