PIL in crescita di circa il 4% su base annua, trainato da investimenti ed export. Rallenta la crescita dei consumi privati per contrazione redditi da aumento disoccupazione. Comparti chimico/farmaceutico ed ingegneria meccanica mostrano buone performance; male i servizi
Prevista una crescita cumulativa di insolvenze e fallimenti aziendali in Italia (+4%) per la seconda metà dell’anno, con un trend in salita atteso anche per il 2022. Queste, in sintesi, le previsioni sull’andamento dei default aziendali nel nostro Paese per i prossimi mesi, delineate nel report economico/settoriale dedicato all’Italia da Atradius, società tra i leader mondiali nei settori dell’assicurazione del credito, fideiussione assicurative e recupero crediti.
Nonostante il rinnovo dell’articolato piano di aiuti varati dal governo, messi a disposizione del sistema imprenditoriale italiano per fronteggiare la crisi economica e sociale innescata dalla pandemia, il già discusso programma di riforme delineato in sede europea e in attesa di applicazione in Italia (in primis, la riforma del quadro normativo sulla crisi d’impresa e d’insolvenza la cui entrata in vigore è slittata alla prossima primavera), i dati previsionali sui default aziendali in Italia evidenziano, per i prossimi mesi, difficoltà per molti comparti di agganciare una, seppur timida, ripresa le cui avvisaglie sono già apparenti. Quest’ultima si attesterà su un +4,6% del PIL quest’anno, portando un +10% di investimenti ed export su base annua, dopo una contrazione a due cifre registrata nel 2020. Tuttavia – evidenzia il rapporto economico/settoriale pubblicato da Atradius – con la riduzione dei redditi delle famiglie e la disoccupazione in aumento al 9,9% nel 2021 e 2022, il rimbalzo dei consumi privati rimarrà modesto attestandosi circa al 3,5% (dopo un calo dell’11% nel 2020).
In questo contesto, i segnali di ripresa di alcuni comparti restano ancora timidi. Andando nel dettaglio: nel settore automobilistico rimangono sotto pressione liquidità e flussi di cassa delle aziende, con ripercussioni negative sul rischio di credito commerciale. Modesta la performance attesa a causa degli impatti negativi della crisi pandemica. Nel chimico/farmaceutico, l’incremento della produzione conferma il buon andamento del comparto in cui il rischio di credito commerciale si mantiene su livelli modesti. Migliorano sensibilmente i risultati del comparto ingegneria meccanica, la cui ripresa sembra essere trainata dalla realizzazione di progetti di respiro internazionale a cui partecipano aziende italiane del comparto. Modesta la ripresa del settore metallurgico, mentre la performance del settore delle costruzioni è ancora scarsa ed il rischio di credito alto. Fanalino di coda il settore dei servizi, il più colpito dalle misure di contenimento del virus varate a seguito della pandemia. Una debole ripresa è prevista per il 2021, mentre si potrà parlare di un ritorno al pieno regime solo a fine 2022.