Quasi tutti i principali mercati sono influenzati dai rialzi dei tassi da parte della Federal Reserve degli Stati Uniti, e l’oro non fa eccezione.
La motivazione è presto detta: l’America è e rimane la nazione più ricca ed economicamente attiva del mondo, e quello che succede laggiù influenza ogni mercato ed economia mondiale.
Mentre l’aumento dei tassi d’interesse porta venti contrari macroeconomici per le valutazioni azionarie, l’oro ha avuto una relazione speciale con i tassi d’interesse nei recenti aumenti.
Utilizzando i dati del World Gold Council, mostriamo come l’oro, le azioni statunitensi e il dollaro statunitense (i mercati più importanti del mondo e la valuta più importante e potente) si sono storicamente comportati in occasione dei rialzi dei tassi di interesse.
Cosa sono i tassi di interesse?
Il target federal funds rate, spesso indicato nella copertura mediatica più in generale come “tassi di interesse“, è un tasso di prestito overnight previsto per le banche e le cooperative di credito fissato dalla Federal Reserve degli Stati Uniti. La stessa cosa fanno altre banche centrali, ovviamente, come la BCE, la Bank of England, quella svizzera o quella del Giappone.
Le banche e le cooperative di credito hanno bisogno di tenere una certa quantità di riserve di liquidità alla fine di ogni giorno, quindi si prestano e prendono in prestito denaro l’un l’altro durante la notte (da qui il termine “overnight”) per assicurarsi di soddisfare i requisiti di riserva (o per ottenere un reddito extra prestando il denaro in eccesso).
Il tasso target dei fondi federali dà una gamma di tassi d’interesse dello 0,25% entro cui le banche e le cooperative di credito devono stare quando determinano i tassi d’interesse per questi prestiti overnight.
Quando la Federal Reserve vuole frenare l’eccesso di spesa e l’inflazione, alza i tassi d’interesse (come sta facendo proprio in questi giorni), e attua una politica monetaria più rigida, segnando l’inizio di un “ciclo di irrigidimento”. Questo continua ad avere effetti a catena su quasi tutti i tassi d’interesse aziendali o pubblici e, a sua volta, su quasi tutti gli (altri) asset.
Come si comportano le attività dopo i rialzi dei tassi?
Quando i tassi aumentano durante i cicli di irrigidimento, trattenere e prestare contanti diventa più redditizio, spesso portando gli investitori a de-rischiare, vendendo attività come azioni e obbligazioni.
In questi momenti, gli investitori cercano anche attività non correlate che sono collegate in modo unico a questi fattori macroeconomici, spesso rivolgendosi all’oro.
I rialzi dei tassi e l’oro
Mentre l’oro sottoperforma rispetto alle azioni statunitensi e al dollaro in vista dei rialzi dei tassi, i cicli di irrigidimento passati hanno visto l’oro raggiungere nuovi massimi storici negli anni 2000.
Rendimento mediano delle attività rispetto ai rialzi dei tassi di interesse 1 anno prima 6 mesi prima 6 mesi dopo 1 anno dopo Oro +1% -7% +11% +7.5% Azioni USA +14% +6% +4% +6% Dollaro USA 0% +3% -4% +2%
Nel dicembre del 2015, il primo rialzo dei tassi di Janet Yellen (allora Governatore della FED) ha segnato il fondo dell’oro a 1.050 dollari l’oncia, proprio prima che il metallo prezioso quasi raddoppiasse i massimi storici.
Nel precedente ciclo di inasprimento, iniziato con l’aumento dei tassi di interesse di Alan Greenspan nel giugno del 2004, ha segnato un fondo simile per l’oro a 380 dollari l’oncia. In seguito, il prezzo dell’oro è aumentato del 400% attraverso i tassi di interesse in aumento e in diminuzione, raggiungendo poco sopra i 1.900 dollari l’oncia nel 2011.
L’imminente ciclo di inasprimento nel 2022 dovrebbe essere aggressivo, con Goldman Sachs che ha aumentato il numero previsto di aumenti dei tassi di 25 punti base (0,25%) quest’anno da cinque a sette.
Mentre il prezzo dell’oro è oscillato intorno ai 1.700-1.900 dollari per più dell’anno scorso, l’inizio di questo nuovo ciclo di stretta potrebbe essere il catalizzatore che stimola il prossimo bull run, cioè la prossima corsa al rialzo, dell’oro.