Dopo la robusta crescita rilevata nel mese di ottobre, anche a novembre le richieste di nuovi mutui e surroghe da parte delle famiglie italiane fano segnare un forte incremento, con un perentorio +21,0% rispetto allo stesso mese del 2018.
Indubbiamente l’irrobustimento del trend in questi ultimi 3 mesi rappresenta un elemento positivo per il mercato dopo 9 mesi improntati alla prudenza. La dinamica complessiva influenzata dal progressivo recupero della componente dei nuovi mutui ma, soprattutto, dalla ripresa delle surroghe stimolate da tassi applicati che negli ultimi mesi hanno toccato i nuovi minimi.
A sostegno del dato relativo all’andamento delle richieste di mutui e surroghe, emerge anche la crescita dell’importo medio richiesto, che si è attestato a 132.583 € (+2,3% rispetto al corrispondente mese del 2018). Relativamente al singolo mese di novembre, si tratta dell’importo più elevato degli ultimi 8 anni.
Relativamente alla distribuzione delle richieste per fasce di importo, a novembre le preferenze degli italiani si sono concentrate prevalentemente nella classe compresa tra 100.001 e 150.000 Euro, con una quota pari al 29,8% del totale, ma va sottolineato come le richieste di importo inferiore ai 75.000 Euro, in cui tipicamente si concentrano i mutui di sostituzione, rappresentano quasi 1/4 del totale.Per quanto riguarda la distribuzione per classe di durata dei mutui, invece, il mese di novembre ha visto le preferenze degli italiani orientarsi verso piani di rimborso compresi tra i 16 e i 20 anni, che arrivano a spiegare il 25,6% del totale delle richieste. Complessivamente, quasi il 75% delle richieste prevede un piano di rimborso superiore ai 15 anni.
“Il costo del denaro estremamente contenuto e il crollo degli indici Irs registrato negli ultimi mesi sta contribuendo a rendere estremamente appetibile l’accensione di nuovi mutui per sostenere l’acquisto di abitazioni ma, soprattutto, sta nuovamente stimolando la rottamazione dei vecchi contratti di finanziamento ancorati a tassi più elevati rispetto a quelli attuali, spingendo in particolare la componente a tasso fisso – commenta Simone Capecchi, Executive Director di CRIF -. Parallelamente si iniziano a vedere i primi segnali di ripresa sul mercato immobiliare, con i prezzi medi hanno smesso di flettersi e hanno segnato un +0,6% rispetto al trimestre precedente”.