Nel 2024, le banche italiane hanno chiuso 508 sportelli sul territorio nazionale, mentre 101 comuni sono rimasti privi di filiale. Un fenomeno inarrestabile che incide sulla comunità e sull’economia locali e sull’accesso ai servizi finanziari, penalizzando in particolare le aree meno servite.
Le banche italiane continuano a chiudere gli sportelli
La rete di sportelli delle banche italiane continua a ridursi in modo significativo, lasciando senza un punto di riferimento fisico un numero crescente di comuni e cittadini. Secondo i dati dell’Osservatorio Fiba di First Cisl, circa la metà dei comuni italiani è ormai priva di sportelli bancari: 3.381 località, pari al 42,8% del totale, hanno perso ogni presenza fisica di istituti di credito. Nel corso del 2024, le banche italiane hanno chiuso 508 sportelli (-2,5% rispetto al 2023), portando il loro numero complessivo al di sotto della soglia dei 20 mila.
Il fenomeno, definito dagli esperti come “desertificazione bancaria”, desta preoccupazione non solo per il restringimento della rete degli sportelli, ma anche per le implicazioni economiche e sociali che ne derivano. La contrazione del settore non è omogenea su tutto il territorio nazionale. Le regioni più colpite nel 2024 sono state la Valle d’Aosta (-7,5%), l’Umbria (-4,3%) e la Sardegna (-3,9%), mentre in Emilia-Romagna, Calabria e Liguria il saldo tra aperture e chiusure è rimasto pressoché invariato.
Impatti sulla comunità e sulle economie locali
Le conseguenze della riduzione degli sportelli bancari si fanno sentire in misura crescente sulle comunità locali, soprattutto nelle aree meno servite. Stando ai dati dell’Osservatorio Fiba, in soli tre mesi, circa 230 mila italiani hanno perso la possibilità di entrare in una banca nel loro comune di residenza.
La desertificazione bancaria colpisce, inoltre, il tessuto imprenditoriale locale. Nel 2024, il numero di aziende con sede in comuni privi di sportelli è aumentato di 18.834 unità, arrivando a 282.688 imprese. Anche il numero di cittadini coinvolti è in crescita: oltre 11 milioni di italiani risiedono in aree a rischio di esclusione dai servizi bancari, di cui 4,6 milioni in comuni totalmente desertificati e 6,3 milioni in comuni con un solo sportello.
A preoccupare ulteriormente è la difficoltà di accesso ai servizi digitali. Sebbene la chiusura degli sportelli sia spesso giustificata dall’aumento dell’internet banking, i dati dimostrano che in Italia il suo utilizzo rimane inferiore alla media europea. Solo il 55% degli italiani ricorre ai servizi bancari online, contro il 67,2% della media UE. Il divario è ancora più marcato tra gli over 65: appena il 33,9% utilizza il digitale, contro il 56,3% della Francia e il 44,7% della media europea.
Il rischio di nuove chiusure e le proposte per il futuro
Il trend attuale suggerisce che la chiusura degli sportelli potrebbe accelerare ulteriormente nel prossimo futuro. Il fenomeno del risiko bancario, ovvero le operazioni di fusione e acquisizione tra istituti di credito, rischia di accentuare la razionalizzazione delle filiali, con conseguenti nuove soppressioni di sportelli e una riduzione dell’occupazione nel settore. A farne le spese sarebbero soprattutto le comunità più fragili, già penalizzate da un accesso limitato ai servizi finanziari e da un livello di alfabetizzazione digitale inferiore alla media.
La proposta di First Cisl per contrastare la desertificazione bancaria riguarda la creazione di Osservatori regionali sull’attività bancaria e di classifiche di sostenibilità degli istituti di credito, che tengano conto sia della loro presenza fisica sia della realizzazione di programmi di educazione digitale per i clienti. Le regioni più colpite, ad esempio, necessitano di interventi mirati: attualmente, il 74% dei comuni calabresi e il 55,3% di quelli campani sono privi di sportelli, con un tasso di utilizzo dell’internet banking tra i più bassi d’Italia.
Il fenomeno della desertificazione bancaria, quindi, non è solo una questione economica, ma rappresenta una vera e propria sfida sociale e infrastrutturale, che richiede misure urgenti per garantire un accesso equo ai servizi finanziari in tutto il Paese.