Secondo il rapporto pubblicato da Moody’s Investors Service, la fine della moratoria sui prestiti legata al coronavirus innescherà un aumento delle insolvenze
Il miglioramento sostenuto della qualità dei prestiti del settore bancario italiano è destinata a concludersi, si prevede infatti che i crediti deteriorati aumenteranno nei prossimi 12-18 mesi dal momento che la fine della moratoria sui prestiti legata al coronavirus innescherà un aumento delle insolvenze. Ad affermarlo è un rapporto pubblicato da Moody’s Investors Service nel quale si ricorda come secondo i dati dell’Eba, l’Autorità bancaria europea, i crediti deteriorati degli istituti di credito italiani siano scesi al 4,1% dei prestiti lordi a dicembre 2020 da un picco del 17% nel 2015, poiché le banche hanno scaricato i loro crediti problematici principalmente attraverso cessioni e cartolarizzazioni.
Nello specifico, le banche italiane hanno venduto o cartolarizzato circa 40 miliardi di euro di crediti problematici lo scorso anno, in aumento rispetto ai 34 miliardi di euro dell’anno prima. Moody’s prevede che le vendite e le cartolarizzazioni di Npl continueranno a essere elevate anche nel 2021, fungendo da contrappeso al previsto deterioramento della qualità degli attivi.
La maggior parte del deterioramento della qualità degli attivi – spiega Moody’s – inizierà probabilmente nel 2022, poiché la decisione del governo italiano del 20 maggio di estendere la moratoria sui prestiti di sei mesi fino a dicembre 2021 terrà sotto controllo la formazione di crediti deteriorati quest’anno. Prevediamo inoltre che gli accantonamenti per perdite su crediti continueranno a essere elevati nel 2021, nonostante i sostanziali accantonamenti previsionali riportati nel 2020 per perdite attese su crediti.
“Prevediamo che i prestiti in sofferenza delle banche italiane aumenteranno notevolmente nei prossimi 12-18 mesi, in particolare dopo la scadenza della moratoria sui rimborsi legata al coronavirus e alcuni mutuatari non sono in grado di riprendere i pagamenti completi dei prestiti”, afferma Fabio Iannò, vicepresidente senior presso Moody’s e autore del rapporto.