Secondo Bruxelles le banche italiane devono affrontare il problema della bassa redditività e aumentare efficienza e ottimizzazione del livello di business.
Le banche italiane soffrono a livello patrimoniale e di redditività e devono aumentare efficienza e ottimizzazione del livello di business. A dichiararlo è stata la Commissione europea presentando nelle scorse settimane il “Rapporto sull’Italia”: “Le banche italiane hanno continuato a compiere buoni progressi nella riparazione del loro bilancio nonostante la rinnovata pressione del mercato. Tuttavia, a causa della loro elevata esposizione al debito sovrano, la volatilità del mercato ha influenzato negativamente le loro posizioni patrimoniali, mettendo sotto pressione i costi di finanziamento e rendendo più difficile il loro accesso a finanziamenti all’ingrosso non garantiti”. Bruxelles ha fatto notare che gli effetti della crisi “non sono stati ancora riassorbiti”, richiamando l’attenzione sulla difficoltà delle imprese di accedere al credito, in particolare al Sud.
Nel report la Commissione europea ha parlato anche di crediti deteriorati, apprezzando lo sforzo fatto dalle banche italiane lo scorso anno per ripulire i bilanci, ma sottolineando anche che “la continua riduzione dello stock di crediti in sofferenza e prestiti improbabili a pagamento rimane giustificata soprattutto per le banche di piccole e medie dimensioni al fine di salvaguardare ulteriormente la stabilità finanziaria e rafforzare l’estensione del credito all’economia”.
Sul gap tra i grandi istituti di credito e le banche medio piccole ha puntato il dito anche il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, nelle considerazioni finali alla Relazione annuale di Banca d’Italia, sollevando il problema dei crediti Utp. “La consistenza delle esposizioni deteriorate si è ridotta in modo considerevole soprattutto a seguito di importanti operazioni di cessione” ha detto Visco “tuttavia, con il calo delle sofferenze conseguito negli ultimi anni, oltre la metà dei prestiti deteriorati netti delle banche è oggi costituita da esposizioni verso imprese in situazione di temporanea difficoltà, le così dette inadempienze probabili.”. Ad oggi queste imprese, nonostante le difficoltà, sono ancora in vita e il governatore di Bankitalia auspica si agisca “per favorirne il rientro in bonis”, al fine di rilanciarne l’attività. Considerazioni mosse anche dal centro studi Uilica: “La cessione degli Npl rischia di mettere in ginocchio le piccole medie imprese, la fascia più presente nel mercato italiano, dalle quali le banche si erano allontanate per operare con le grandi imprese. Non si può pensare di applicare lo smaltimento rapido dei crediti deteriorati senza un’attenta e precisa visione complessiva del problema”.