Il cervello umano è capace di cose incredibili, ma a volte è anche estremamente difettoso. La scienza ha dimostrato incontrovertibilmente che tendiamo a fare ogni sorta di errori mentali, chiamati “bias cognitivi”, che possono influenzare sia il nostro pensiero che le nostre azioni.
Questi pregiudizi possono portarci a estrapolare informazioni da fonti sbagliate, a cercare di confermare credenze esistenti, o a non ricordare gli eventi nel modo in cui sono realmente accaduti!
Per essere onesti, questo fa parte dell’essere umani, ma tali pregiudizi cognitivi possono anche avere un profondo effetto sui nostri sforzi, investimenti e sulla vita in generale.
Cos’è un bias cognitivo?
Gli esseri umani hanno la tendenza a pensare in modi particolari che possono portare a deviazioni sistematiche dal fare giudizi razionali.
Queste tendenze di solito derivano da:
- Scorciatoie nell’elaborazione delle informazioni
- La limitata capacità di elaborazione del cervello
- Motivazioni emotive e morali
- Distorsioni nella memorizzazione e nel recupero dei ricordi
- Influenza sociale
I pregiudizi cognitivi sono stati studiati per decenni dagli accademici nei campi della scienza cognitiva, della psicologia sociale e dell’economia comportamentale, ma sono particolarmente rilevanti nel mondo di oggi, pieno di informazioni. Influenzano il modo in cui pensiamo e agiamo, e queste scorciatoie mentali irrazionali possono portare ad ogni sorta di problemi nell’imprenditoria, negli investimenti o nella gestione.
I principali esempi di Bias Cognitivi
Ecco qualche esempio di come questi tipi di bias possono influenzare le persone nel mondo degli affari, per esempio:
1. Familiarity Bias: Un investitore mette i suoi soldi in “ciò che conosce”, piuttosto che cercare gli ovvi benefici della diversificazione del portafoglio. Solo perché un certo tipo di industria o di sicurezza è familiare, non lo rende la selezione logica, ovviamente. Ma questa cosa è totalmente controintuituva per la maggior parte delle persone.
2. Self-Attribution Bias: Un imprenditore attribuisce eccessivamente il successo della sua azienda a se stesso, piuttosto che ad altri fattori (squadra, fortuna, tendenze del settore). Quando le cose vanno male, incolpa questi fattori esterni per aver fatto deragliare il suo progresso. E già solo questa descrizione fa capire come sia fallace questo processo mentale.
3. Anchoring Bias: Un impiegato impegnato in una negoziazione salariale è troppo dipendente dal primo numero menzionato nella negoziazione stessa, piuttosto che esaminare razionalmente una gamma di opzioni ed ottenere il massimo vantaggio per sé.
4. Survivorship Bias: L’imprenditorialità sembra facile, perché ci sono tanti imprenditori di successo là fuori. Tuttavia, questo è un bias cognitivo: gli imprenditori di successo sono quelli ancora in giro, mentre i milioni che hanno fallito sono andati a fare altre cose.
5. Fallacia del giocatore: Un venture capitalist vede una società che ha un portafoglio salire e salire di valore dopo la sua IPO (Offerta Pubblica Iniziale, cioè quando una società si quota in Borsa), molto al di là di quello che inizialmente pensava possibile. Invece di tenersi stretto un chiaro vincitore e valutare razionalmente la possibilità che l’apprezzamento possa ancora continuare, scarica le azioni per realizzare i guadagni esistenti fino a quel momento.