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Blockchain: crescono gli investimenti in Italia, ma c’è ancora molto da fare

Si sente sempre più spesso parlare di blockchain. Tecnologia diffusa nei settori finance&insurance e fashion&retail, sta prendendo sempre piede in svariati comparti come anche quello dell’agrifood. Con Giuseppe Coletti, Founder & CEO di Authentico, abbiamo cercato di capire le opportunità che la blockchain offre e quali sono gli ostacoli alla sua diffusione.

Il patrimonio alimentare italiano rappresenta uno dei punti di forza del nostro Paese. Amatissimi anche all’estero, i nostri prodotti enogastronomici sono un simbolo dell’Italia e rappresentano cultura, qualità e artigianalità. Se è vero che c’è tanta tradizione nel settore agrifood, fatto di saperi antichi e tramandati, è anche vero l’innovazione tecnologica sta entrando in modo sempre più importante nel comparto.

Ma questo è solo uno degli ambiti in cui la blockchain viene utilizzata. Con Giuseppe Coletti, Founder & CEO di Authentico, abbiamo cercato di capire come possa essere una grande opportunità per aziende, consumatori, ma anche istituzioni.

Oggi il consumatore vuole essere informato e consapevole delle proprie scelte, come la blockchain si inserisce in questo contesto?

La pandemia ha accentuato il trend che coinvolge un target sempre più ampio di consumatori che chiedono trasparenza ai produttori al fine di avere maggiori certezze circa l’origine della materia prima e la sicurezza di quello che acquistano.

La blockchain si sta ritagliando un ruolo sempre più importante per la tracciabilità delle filiere perché fornisce l’accesso ad una piattaforma digitale basata su un registro immutabile e condiviso di tutte le transazioni che avvengono tra i vari attori coinvolti nella supply chain.

Ciò consente di monitorare in modo trasparente la provenienza e la qualità dei prodotti in ogni fase del processo, riducendo al minimo la possibilità di frodi, non per la qualità del dato, piuttosto per la visibilità costante della tracciabilità per ogni singolo lotto di produzione che scoraggerebbe coloro che preferiscono agire nell’ombra della segretezza. 

Come avviene il processo di tracciamento e quali sono i vantaggi per le imprese?

La piattaforma che utilizziamo noi permette a tutti gli attori di una filiera (fornitori di materia prima, trasformatori, produttori, confezionatori e distributori) di accedere in modo autonomo, ma interdipendente, ad una App progettata secondo gli standard ISO 22005, e processare digitalmente le varie fasi della catena produttiva, dove l’output di ognuno dei fornitori diventa input dell’azienda di trasformazione o di produzione e così via.

Creando un legame digitale grazie alla catena di blocchi indissolubile e incorruttibile dei vari passaggi della materia prima lungo la filiera, dove ogni fase è corredata di documenti, dati e certificati (anche di enti terzi) a supporto della veridicità delle informazioni inserite che seguono il percorso del lotto di produzione dal campo alla tavola.

I vantaggi sono molteplici. La tracciabilità di filiera in blockchain consente alle aziende di diventare più trasparenti, di proteggere e aggiungere valore alle loro eccellenze, posizionando nel contempo il brand ad un livello superiore. Soprattutto per le aziende che producono prodotti 100% Made in Italy, l’italianità certificata è un valore dal forte differenziale competitivo, genera fiducia nel consumatore e ne semplifica il processo di acquisto

Uno dei temi del momento è la sostenibilità, tracciare la filiera può essere un modo efficace per testimoniare il proprio impegno in tal senso?

Seguire la filiera grazie al processo inverso, ovvero con la rintracciabilità, consente alle aziende di raccontare le varie trasformazioni della materia prima e dimostrare quale impatto hanno avuto sull’ambiente, grazie alla certificazione dell’impronta carbonica e al riutilizzo di materie di scarto per la produzione di prodotti secondari.

La visibilità fornita al consumatore circa l’acquisto di materie prime locali può di sicuro supportare la comunicazione dei valori dell’impresa legati alla sostenibilità sociale ed ambientale.

Quali sono i settori dove la blockchain sta avendo più successo e perché?

I dati recenti evidenziano che il settore finance & insurance con il 33% delle applicazioni è ancora il settore leader, seguito dal fashion & retail a quota 23%. Le applicazioni in ambito media, art & entertainment mantengono il 7%, mentre il settore agrifood registra una lieve flessione con il 5% delle applicazioni. Sorpresa per il settore automotive che nel 2022 ha registrato il 10% delle applicazioni.

Dal mio punto di vista la blockchain ancora non è uscita dall’hype cycle e quindi risente ciclicamente delle nuove applicazioni nei settori tradizionali le quali, abbracciando questa tecnologia, possono comunicare le novità al mercato. L

a buona notizia è che dopo il periodo di attesa che caratterizzato gli scorsi anni, nel  2022 sono aumentati gli investimenti per progetti blockchain da parte delle aziende italiane raggiungendo quota 42 milioni di euro.

Dove invece dovrebbe prendere più piede?

Due settori potrebbero avere enormi vantaggi, la pubblica amministrazione e la sanità. L’utilizzo della Blockchain permettere la condivisione di dati attuando i principi contenuti nel GDPR garantendo agli utenti la trasportabilità dei dati, il diritto all’accesso, il diritto all’oblio e alla restrizione del trattamento dei dati personali (soprattutto sanitari), minimizzando le possibilità di attacco o la dispersione delle informazioni.

Consentirebbe ai cittadini a poter disporre di un’identità digitale sicura e condivisa, favorendo in questo modo la semplificazione burocratica e la lotta all’evasione fiscale e alla criminalità.

Come la blockchain tutela la sicurezza dei consumatori e delle aziende?

Alcuni detrattori dell’utilizzo della blockchain in ambito agrifood argomentano le loro ragioni con la possibilità potenziale di “certificare” un dato falso, almeno fino a quando i dati non saranno totalmente inseriti dalle macchine (IOT/PLC).

Quello che accade nella realtà è che le aziende che hanno qualcosa da nascondere si guardano bene dall’adottare questa procedura.

Un’impresa che traccia tutti i lotti di produzione è consapevole che sarà sotto la lente di ingrandimento 365 gg all’anno, lotto per lotto. Senza trascurare che la circostanza che dovrebbe coinvolgere nella falsificazione tutti i partner della filiera, esponendo ognuno ad un rischio enorme.

Questa condizione assieme alla garanzia di neutralità, immutabilità e sicurezza del dato fanno della blockchain il sistema più affidabile oggi per tutelare aziende e consumatori.

Ci sono delle criticità da risolvere nella diffusione della blockchain?

La diffusione culturale delle nuove tecnologie è una delle criticità che impediscono una maggiore diffusione della blockchain. Ancora si fa confusione con le criptovalute, che continuano ad essere viste con sospetto, e purtroppo anche la stampa spesso non contribuisce a fare chiarezza. Tuttavia, credo che anche delle “bad practice” possono contribuire a minare la fiducia nella blockchain.

Dalla mia esperienza sul campo registro, sempre più spesso, aziende, anche grandi brand, che pur di fregiare i loro prodotti come tracciati in blockchain ricorrono a soluzioni che non fanno la tracciabilità di filiera della materia prima tra fornitori e produttori bensì effettuano quello che io ho definito una “notarizzazione dello storytelling”, raccontando la filiera senza offrire alcuna prova o certificazione delle transazioni effettuate oppure ricorrendo a blockchain private o poco affidabili che potrebbe avere conseguenze negative nella fiducia dei consumatori in questa nuova tecnologia.

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