In tempi recenti, molte banche europee hanno deciso di investire nelle protezioni sul credito, a causa delle operazioni di trasferimento rischiose. Tra le banche italiane più attive, figurano Intesa Sanpaolo e Unicredit.
Protezioni sul credito: aumenta la domanda da parte delle grandi banche europee
Cresce la domanda di protezioni sul credito da parte delle grandi banche europee. È quanto emerso da una recente analisi di S&P Global Rating in un report sul trasferimento del rischio (SRT) ossia le operazioni che permettono alle banche di ridurre il capitale regolamentare, trasferendo parzialmente il rischio di credito ad investitori, e di conseguenza sostenendo le nuove erogazioni di prestiti e finanziamenti.
In questo senso, i sistemi più utilizzati sono le cartolarizzazioni tradizionali, nelle quali vi è un trasferimento concreto degli attivi, e quelle sintetiche, nelle quali l’istituto conserva i prestiti nel bilancio e trasferisce soltanto il rischio.
Le banche più attive nella protezione del credito
Tra il 2021 e il 2022, il mercato SRT nell’area euro è cresciuto in modo considerevole, raggiungendo il livello record di 163 miliardi di euro. Questa crescita è dovuta anche alle transazioni sintetiche, che in quel periodo sono praticamente raddoppiate, passando da 73 miliardi nel 2021 a 145 miliardi nel 2022.
Dal report di S&P Global Rating risulta che le banche più attive d’Europa sono Barclays e Santander, con volumi complessivi ben superiori ai 50 miliardi di euro. Nella classifica sono presenti anche due banche italiane, Intesa Sanpaolo e Unicredit, con volumi superiori ai 10 miliardi di euro.
Il successo di questo metodo
S&P prevede che l’emissione di trasferimenti significativi di rischio (SRT) continuerà a crescere, diventando sempre più diffusa man mano che le banche cercheranno di gestire attivamente i loro portafogli di credito, in particolare con l’entrata in vigore di Basilea III.
Le modalità utilizzate in queste operazioni, permettono di garantire prestiti contro il rischio di default, offrendo una copertura fino al 15% delle possibili perdite, e vendendo anche titoli, fondi pensione, fondi sovrani e hedge fund. Questa mossa permette alle banche di ridurre gli assorbimenti di capitale richiesti dalla regolamentazione, mentre gli investitori possono ottenere rendimenti vantaggiosi.
SRT: vantaggi e svantaggi
L’utilizzo di questi strumenti ha aperto un forte dibattito tra società di consulenza, analisti e regolatori. S&P sostiene che gli SRT, se progettati correttamente, sono uno strumento efficace di gestione del capitale e del rischio. Il Fondo Monetario Internazionale, invece, sostiene che l’utilizzo degli SRT può creare effetti destabilizzanti in periodi di instabilità dei mercati.
Ad esempio, uno dei possibili rischi sarebbe quello di una minore copertura di capitale, qualora gli acquirenti ricorrano alla leva finanziaria. Tra l’altro, i trasferimenti del rischio potrebbero offrire una percezione sbagliata della solidità degli istituti, migliorando i cuscinetti delle banche senza cambiare il livello complessivo del capitale.