Il Parlamento europeo sta lavorando sulla revisione della regole per la gestione degli Npl, che ammorbidirebbe la linea “dura” prevista a marzo dalla Commissione Ue
A partire da martedì 20 novembre sono iniziati i lavori per la revisione delle regole sulla gestione degli Npl previste dall’addendum di marzo 2018. Nella nuova bozza, che verrà presentata al Parlamento europeo, si propone una linea “più morbida” rispetto a quanto proposto dalla Commissione e dal Consiglio Ue, in particolare in merito al calendar provisioning, ovvero alle tempistiche per lo smaltimento dei crediti deteriorati. Nello specifico, secondo il documento, la copertura totale sui crediti unsecured da parte delle banche europee sale dai 2 anni stabiliti dalla Commissione Ue a 3 anni. Per quanto riguarda invece i crediti secured, gli istituti bancari avranno tempo 9 anni (se sono garantiti da immobili) e 7 anni (se invece sono soggetti ad altre garanzie) per la copertura al 100%. Il tempo proposto dalla Commissione europea per sui crediti secured era invece di 8 anni in entrambi i casi.
Al fine di migliorare ulteriormente il testo e renderlo il più condiviso possibile, gli addetti ai lavori avranno tempo fino a venerdì 23 novembre per presentare le modifiche. In questo senso, Abi (Associazione bancaria italiana) è intenzionata a presentare alcuni specifici emendamenti con l’obiettivo di ridurre l’assorbimento di capitale ed evitare una nuova stretta sul credito. Tra le proposte in ballo ci sarebbero l’adozione di un approccio di accantonamenti per portafoglio (e non su singole posizioni) e la richiesta di favorire le banche specializzate nell’acquisto di Npl rispetto ai fondi di investimento. Entro la fine dell’anno, il testo dovrebbe essere approvato in via definitiva da Commissione, Consiglio e Parlamento europei.
Buone notizie quindi per l’Italia, che dopo la direttiva di marzo, aveva chiesto regole meno stringenti sullo smaltimento degli Npl, al fine di disporre del tempo necessario per ridurre lo stock di crediti deteriorati in seno alle banche. Al momento infatti, la mole di non performig loans costituisce il 10% del totale dei crediti bancari, mentre la media europea è del 3,6%.