Cosa prevedono gli emendamenti alla riforma fiscale sulla cartolarizzazione dei crediti fiscali e la cartolarizzazione sociale proposti dai senatori di Lega e Fratelli d’Italia e annunciati al convegno “Il futuro del credito” di CreditNews? L’intervista al senatore Massimo Garavaglia.
A pochi giorni dalla conclusione del convegno “Il futuro del credito: tendenze ed evoluzioni” organizzato da CreditNews e 4Business Editore a Roma, presso la Sala della Regina della Camera dei deputati, cresce l’interesse circa gli emendamenti alla riforma fiscale annunciati dal sen. Massimo Garavaglia, Presidente della sesta commissione Finanze e Tesoro (IL VIDEO DELL’INTERVENTO), e dal sen. Fausto Orsomarso, Capogruppo FDI della sesta commissione Finanze e Tesoro (IL VIDEO DELL’INTERVENTO).
I due parlamentari hanno infatti spiegato le ragioni per cui la valorizzazione del cassetto fiscale dello Stato potesse essere il risultato della cessione della gestione dei crediti tributari a soggetti specializzati. L’obiettivo è quello di recuperare maggiori risorse per la crescita, migliorando l’attività di A.dE.R. e smaltendo le migliaia di cartelle accumulate negli anni.
Sempre in quell’occasione, si è parlato di un altro emendamento volto al miglioramento del funzionamento della cartolarizzazione sociale per sostenere famiglie e imprese nel loro rapporto con il credito e il debito, in un momento storico particolarmente complesso e caratterizzato dal rialzo dei prezzi, da tassi di interesse alti e dalla riduzione del potere d’acquisto.
Quali sono gli elementi di novità introdotti dagli emendamenti depositati e perché sono stati proposti? Lo abbiamo chiesto al sen. Massimo Garavaglia.
Senatore, nel suo intervento al convegno “Il futuro del credito” ha annunciato un emendamento alla Riforma Fiscale che punta a recuperare parte del magazzino di crediti sospesi o inesigibili che ammontano a quasi 1.300 miliardi di euro, attraverso la cartolarizzazione. Perché, secondo lei, questa è la strada più efficace?
Partiamo da una considerazione semplice, il magazzino fiscale aumenta più di quanto si riesce a recuperare, quindi è evidente che il sistema non funziona, se a questo abbiniamo le competenze che nel frattempo il sistema ha acquisito nella gestione degli NPL, scopriamo che si può fare qualcosa, esattamente è questo l’intendimento.
L’Agenzia delle Entrate fa il suo lavoro lo fa anche bene, è migliorabile l’asset della gestione del magazzino fiscale, in questi 1.300 miliardi di € c’è di tutto, ci sono delle componenti ossia crediti che possono essere lavorate con maggiore efficienza dal sistema privato che negli anni ha acquisito particolari competenze in questo settore.
Cosa prevede esattamente l’emendamento proposto?
L’emendamento proposto propone appunto la possibilità che lo Stato ceda la gestione di questo attivo ad un soggetto pubblico che a sua volta si potrà anche avvalere di realtà private specializzate nella gestione dei crediti più o meno deteriorati di modo che si possa valorizzare questi 1.300 miliardi che altrimenti rischiano di rimanere bloccati nel bilancio dello Stato e negli anni anche di finire stralciati.
Passasse l’emendamento, immagino che in pole position per la gestione dei crediti fiscali ci sia AMCO, società partecipata dallo Stato, o verrebbe creato un altro soggetto pubblico ad hoc? È ipotizzabile anche il coinvolgimento di aziende di recupero private attraverso gare di aggiudicazione?
Penso che AMCO abbia tutte le caratteristiche idonee per fare da master di questo tipo di attività, naturalmente si potrà avvalere ove necessiti del supporto di aziende in grado di gestire e lavorare il credito e non proprio del recupero il credito, sono due cose distinte alle quali bisogna fare chiarezza, un conto è l’albo esistente di soggetti che si occupano appunto della riscossione, ma questo è l’ultimo miglio, è molto più importante in questo ragionamento che si è fatto, la fase intermedia, ossia evitare che si arrivi a far diventare questi crediti inesigibili.
Sempre nel convegno “Il futuro del credito”, il sen. Orsomarso, anch’egli appartenente alla sesta Commissione Finanze e Tesoro, ha annunciato un emendamento sulla cartolarizzazione sociale. Perché questa misura necessita di essere rivista e cosa prevede l’emendamento proposto?
Banalizzando la cartolarizzazione del credito sociale fa si che le banche possano cedere in blocco crediti deteriorati a soggetti specializzati nella gestione di questi crediti, a vantaggio e soprattutto dei debitori che si trovano in momentanea difficoltà e rischiano di veder perso il proprio bene spesso messo a garanzia del credito, è sempre meglio tentare di risolvere le situazioni preventivamente che lasciarli andare. Il ragionamento si può estendere anche alle imprese private, che hanno acquisito negli anni attraverso la gestione degli NPL grande competenza, anche in questo ambito.