Secondo una ricerca di Cerved, le società con valutazione ESG più alta sono quelle più solide da un punto di vista finanziario. Questo aspetto è evidente soprattutto per le piccole e medie imprese.
Aziende sostenibili e credit risk: l’analisi di Cerved
La sostenibilità, se applicata in modo serio, ha un impatto favorevole sulle performance e sul credito delle aziende. È un dato che emerge da una recente ricerca di Cerved Rating Agency, intitolata “ESG Connect” che ha coinvolto oltre 18 mila aziende italiane e un significativo campione di società straniere, di ogni settore e dimensione.
Lo studio ha messo in evidenza il legame esistente tra sostenibilità e solidità finanziaria di un’azienda. Infatti, le società con valutazione ESG (Ambiente, Sociale, Governance) bassa hanno in media una probabilità di default dalle 2 alle 5 volte superiore a quella delle più virtuose. Di conseguenza, le aziende sostenibili sono quelle che hanno minori probabilità di fallire. Non a caso, le più virtuose del 2021 sono le stesse che hanno migliorato il proprio rating creditizio nel 2022.
Questa evidenza è particolarmente manifesta per le PMI. Le piccole imprese con valutazione ESG bassa hanno il 7,25% di probabilità di fallire, rispetto all’1,55% delle aziende che hanno investito in sostenibilità. Per quanto riguarda invece le medie e grandi aziende, la forbice è relativamente inferiore e va dal 3,07% di rischio default per le aziende non sostenibili allo 0,87% per quelle sostenibili.
Performance ESG e performance finanziarie: lo studio di Sustainability Lab
I risultati emersi dalla ricerca di Cerved sono confermati anche dal report di Sustainability Lab dell’Università Bocconi, che ha analizzato il rapporto tra performance ESG e performance finanziaria. Nell’81% dei casi analizzati sussiste una correlazione positiva tra sostenibilità e valore finanziario delle aziende.
“Integrare i fattori ESG all’interno del proprio business conviene, ma solo se ci si concentra sui beni materiali, dunque se impatta sugli stakeholder” ha sottolineato Francesco Perrini, Director MSc in Transformative Sustainability dell’Università Bocconi. “Tutto dipende dalla strategia di sostenibilità che si decide di adottare: dev’essere una strategia trasformativa e non di contorno. La sostenibilità conviene se la si fa sul serio”.
Tassonomia europea e supply chain
La ricerca di Cerved ha evidenziato, inoltre, che le aziende in linea con la classificazione europea delle attività economiche sostenibili avranno un vantaggio competitivo in termini di accesso al credito e minori probabilità di default (-16% al 2025 e -23% al 2030). Lato supply chain, tuttavia, soltanto il 40% delle imprese che presenta dati ESG sulle proprie filiere adotta un approccio strutturato, misurando le performance.
“Questa ricerca è un contributo che il Gruppo Cerved vuole dare al Paese” ha dichiarato Andrea Mignanelli, Amministratore delegato di Cerved Group “per stimolare un approccio data-driven ai temi sollevati dalla transizione sostenibile: è evidente a tutti che non si possono più scindere gli obiettivi di crescita economica da quelli di sostenibilità”.