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Concordato preventivo per partite Iva forfettarie: in cosa consiste?

Dal 15 luglio le partite Iva forfettarie possono accedere all’istituto del concordato preventivo che, messo a disposizione dell’Agenzia delle Entrate, ha l’obiettivo di favorire l’adempimento spontaneo degli obblighi dichiarativi. L’adesione, che riguarda in via sperimentale l’anno di imposta 2024, dà diritto ad alcuni vantaggi.

L’Agenzia delle Entrate ha fatto sapere che dal 15 luglio la procedura per il concordato preventivo biennale (CPB) è attiva anche per imprenditori e professionisti in regime forfettario. A disciplinare l’istituto è il D.Lgs. n. 13/2024, con il quale si mira a favorire l’adempimento spontaneo degli obblighi dichiarativi.

Come funziona il concordato preventivo per i forfetari

I contribuenti esercenti attività d’impresa, arti o professioni con un limite reddituale annuo di 85mila euro potranno fornire i dati necessari per richiedere il calcolo di quanto dovrà pagare, stabilendo in anticipo le imposte dovute. Il contribuente dovrà quindi accettare la proposta entro il 15 ottobre, termine ultimo per la presentazione del modello Redditi 2024.

Quali sono i requisiti di adesione

Per il calcolo gli utenti dovranno compilare i campi del quadro LM presenti nel modello Redditi 2024 attraverso l’applicativo RedditiOnline.

Ad essere coinvolti sono circa due milioni di contribuenti, i quali non  dovranno avere debiti tributari o dovranno aver estinto prima del termine quelli pari o superiori ai 5mila euro.

Il valore minimo oggetto del concordato non potrà essere inferiore ai 2mila euro, e riguarderà solo il periodo di imposta 2024.

Chi resta escluso

Non potrà aderire al concordato preventivo chiunque:

  • non abbia presentato la dichiarazione dei redditi in almeno uno dei tre periodi d’imposta precedenti a quello di applicazione del concordato;
  • sia stato condannato per uno dei reati disciplinati dal D.Lgs. n. 74/2000, dall’art. 2621 cc, dagli artt. 648-bis, 648-ter e 648-ter 1 cp, commessi nei tre periodi d’imposta precedenti.

Cessazione dal concordato

Esistono dei casi in cui il concordato cessa di avere efficacia. Si tratta delle ipotesi di cessazione o modifica dell’attività, nonché delle circostanze eccezionali previste dal decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze. Altre cause riguardano, ad esempio, i versamenti omessi.

Quali sono i vantaggi di chi partecipa

Partecipando alla sperimentazione, i contribuenti avranno il vantaggio di essere esclusi dagli accertamenti dell’art. 39 del DPR n. 600 del 29 settembre 1973, purché non siano presenti cause specifiche di decadenza. Un altro vantaggio riguarda le imposte da pagare: i contribuenti che avranno guadagnato più di quanto dichiarato non saranno tassati per la parte eccedente.  

In conclusione, il concordato preventivo rappresenta un’importante novità per i contribuenti in grado di ridurre il carico amministrativo legato agli accertamenti e offrire una maggiore certezza fiscale.

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