In che modo fattori come l’inflazione, la domanda e l’offerta e i tassi di interesse possono innescare una recessione? Quali sono le basi economiche dei mercati moderni?
La prima recessione: l’Età del Bronzo
Per millenni, le popolazioni dell’Età del Bronzo (3300-1200 AC) lo hanno utilizzato per fabbricare utensili e gioielli, e come moneta di scambio.
Ma intorno al 1000 a.C. le cose cominciarono a cambiare: il valore del bronzo diminuì, causando sconvolgimenti sociali e una crisi economica, quella che oggi chiameremmo una recessione.
Quali sono le cause delle recessioni?
Questa domanda è stata a lungo oggetto di un acceso dibattito tra gli economisti, e per una buona ragione.
Una recessione può essere diverse cose. Un lieve calo dell’attività economica in un singolo Paese che dura mesi, una flessione di lunga durata con ramificazioni globali che dura anni, o una via di mezzo.
A complicare ulteriormente il tutto, ci sono innumerevoli variabili che contribuiscono allo stato di salute di un’economia, rendendo difficile individuare cause specifiche.
È quindi utile partire dal quadro generale: le recessioni si verificano quando si verifica un’interruzione negativa dell’equilibrio tra domanda e offerta. C’è uno squilibrio tra il numero di beni che le persone vogliono acquistare, il numero di prodotti e servizi che i produttori possono offrire, ed il prezzo dei beni e servizi venduti, cosa che nell’insieme provoca un declino economico.
Inflazione e tassi di interesse
Il rapporto tra domanda e offerta di un’economia si riflette nei tassi di inflazione e di interesse. L’inflazione si verifica quando i beni e i servizi diventano più costosi. In altre parole, il valore del denaro diminuisce.
Tuttavia, l’inflazione non è necessariamente un male. Infatti, si ritiene che un basso tasso di inflazione incoraggi l’attività economica. Ma un’inflazione elevata, non accompagnata da una domanda elevata, può causare problemi all’economia e portare a una recessione.
I tassi d’interesse, invece, riflettono il costo dell’assunzione di debiti da parte di privati e aziende. Il tasso è in genere una percentuale annua di un prestito che i mutuatari pagano ai loro creditori fino a quando il prestito non viene rimborsato.
Tassi di interesse bassi significano che le aziende possono permettersi di prendere in prestito più denaro, che possono utilizzare per investire in più progetti.
Tassi di interesse elevati, invece, aumentano i costi per produttori e consumatori, rallentando l’attività economica.
Le fluttuazioni dell’inflazione e dei tassi di interesse possono darci un’idea dello stato di salute dell’economia, ma quali sono le cause di queste fluttuazioni?
Le cause più ovvie sono gli shock come i disastri naturali, le guerre e i fattori geopolitici. Un terremoto, ad esempio, può distruggere le infrastrutture necessarie per produrre beni importanti come il petrolio. Questo costringe il lato dell’offerta dell’economia a far pagare di più i prodotti che utilizzano il petrolio, scoraggiando la domanda e potenzialmente provocando una recessione.
Una recessione controintuitiva…o due
Ma alcune recessioni si verificano in periodi di prosperità economica, forse anche a causa della prosperità economica stessa.
Alcuni economisti ritengono che l’attività commerciale derivante dall’espansione di un mercato possa occasionalmente raggiungere un livello insostenibile. Ad esempio, le aziende e i consumatori possono prendere in prestito più denaro con l’ipotesi che la crescita economica li aiuterà a gestire l’onere aggiunto.
Ma se l’economia non cresce con la rapidità prevista, potrebbero ritrovarsi con un debito superiore alle loro possibilità. Per ripagarlo, dovranno riorientare i fondi da altre attività, riducendo l’attività commerciale.
Anche la psicologia può contribuire a una recessione. Vi sembra strano? Non lo è affatto, invece.
La paura di una recessione può diventare una profezia che si autoavvera se induce le persone a ridurre gli investimenti e le spese. In risposta, i produttori potrebbero tagliare i costi operativi per far fronte al previsto calo della domanda. Questo può portare a un circolo vizioso: i tagli ai costi finiscono per ridurre i salari, portando a una domanda ancora più bassa.
Anche le politiche volte a prevenire le recessioni possono contribuire. In tempi difficili, i governi e le banche centrali possono stampare moneta, aumentare la spesa e abbassare i tassi di interesse della banca centrale. I piccoli finanziatori possono a loro volta abbassare i tassi d’interesse, rendendo di fatto il debito “più conveniente” per stimolare la spesa.
Ma queste politiche non sono sostenibili a lungo, e alla fine devono essere invertite per evitare un’inflazione eccessiva. Questo può causare una recessione se la gente è diventata troppo dipendente dal debito a basso costo e dagli stimoli governativi.
Ottimismo, alla fine
La recessione dell’Età del Bronzo finì quando l’adozione del ferro contribuì a rivoluzionare l’agricoltura e la produzione alimentare. I mercati moderni sono più complessi e le recessioni odierne sono molto più difficili da gestire. Ma ogni recessione fornisce nuovi dati che aiutano ad anticipare e a rispondere in modo più efficace alle recessioni future.