In occasione del NPL Meeting 2022, sono stati presentati i risultati del Market Watch Npl di Banca Ifis secondo cui nel triennio 2022-2024, sono attesi 82 miliardi di euro di nuovi flussi di credito
NPL, quali sono le tendenze sui crediti deteriorati?
Nonostante lo scenario macroeconomico in peggioramento determinato dall’aumento dei prezzi di energia, materie prime e beni alimentari e dall’incremento dei tassi di interesse a seguito della politica monetaria più restrittiva della Bce, la solidità del sistema Italia permetterà di mitigare i nuovi flussi di credito deteriorato. È la fotografia che emerge dal Market Watch Npl di Banca Ifis, presentato durante i lavori di “Future Proof”, l’11esima edizione dell’Npl Meeting organizzato dall’istituto, svoltosi il 23 settembre a Villa Erba, Cernobbio.
Secondo il Market Watch Npl, nel triennio 2022-2024, sono attesi 82 miliardi di euro di nuovi flussi di credito deteriorato, con un incremento di 10 miliardi, 6/9 mesi di ritardo rispetto alle previsioni dello scorso febbraio e un picco previsto nel 2023. Alcuni elementi di stabilità dell’economia italiana potranno giocare un ruolo di mitigant: la ricchezza e il modesto indebitamento delle famiglie, la resilienza delle imprese che continuano a investire, gli interventi pubblici e infine il miglioramento della solidità e redditività delle banche che già alla fine del 2021 avevano raggiunto un Npe ratio del 4,1%
(al di sotto quindi del target EBA del 5%). Un dato che alla fine di quest’anno, secondo le stime del rapporto, scenderà al 3,2%.
Crediti deteriorati: la situazione degli NPL in Italia
In questo contesto, il comparto italiano degli Npl ha visto crescere l’importanza del suo ruolo, consentendo alle banche di realizzare un importante de-risking sui propri bilanci, con una stima di 357 miliardi di euro di portafogli Npe ceduti tra il 2015 e il 2022. A conferma della vitalità dell’industria degli Npl anche una crescita continua dei ricavi dal 2013 al 2021 (+90% sull’intero periodo), che proseguirà con un +9% nel 2022 e +4% nel 2023, con volumi elevati di vendita previsti (47 miliardi di euro di Npe nel 2023 e 33 miliardi nel 2024).. Nei primi 9 mesi del 2022 sono stati transati 22 miliardi di euro di portafogli Npl e Utp (dato aggiornato al 15 settembre) mentre per l’intero 2022 sono attese transazioni Npl per 35 miliardi di euro, con il mercato secondario, ormai componente di rilievo, che rappresenta il 30%.
Market Watch NPL, i dati principali sul mercato degli NPL
Il credito deteriorato nelle banche italiane
Alla fine del 2021, l’accelerazione delle cessioni ha portato l’Npe ratio al 4,1%, al di sotto del target EBA del 5%. Nel biennio 2020-2021 le banche italiane hanno registrato un incremento della rischiosità del settore privato (famiglie e imprese), portando alla classificazione in Stadio 22 del 14,6% dei relativi crediti. Nel 2022 si prevede un ulteriore aumento di 1 punto percentuale. Conseguentemente nel triennio 2022-2024 si prevedono 82 miliardi di euro di nuovi flussi di crediti deteriorati, con un incremento di 10 miliardi e 6/9 mesi di ritardo rispetto alle previsioni dello scorso febbraio: il picco è previsto nel 2023. L’aumento sarà compensato dal proseguimento del derisking delle banche, anche grazie ai piani dei principali istituti, portando l’incidenza del credito deteriorato sui finanziamenti bancari al 3,2% nel 2022 e al 3,3% nel 2023 e 2024.
Transazioni Npl e UtP
Nei primi mesi 9 del 2022 (dato aggiornato al 15 settembre) sono state finalizzate cessioni per 22 miliardi di euro di Npe. Le operazioni con GACS hanno rappresentato il 48% dei volumi, assorbendo il 41% dei portafogli secured transati. La componente unsecured ha rappresentato il 48% del totale transato, a cui hanno contribuito anche le operazioni con le GACS. Nel 2022 sono attesi 35 miliardi di transazioni Npl, con il mercato secondario ormai componente di rilievo (30% dei volumi complessivi) che si è sviluppato nel tempo raggiungendo un GBV (totale lordo) transato di 48 miliardi di euro nel periodo 2015-2021 e nel 2022 contribuirà con altri 10 miliardi). Prevalgono i crediti unsecured perché canalizzati sugli operatori specializzati in questa tipologia di asset. Sempre nel 2022 si stimano cessioni di portafogli UtP per 12 miliardi di euro, di cui 6 già finalizzate. Nel biennio 2023-2024 si prevedono volumi rilevanti per il mercato Npl (47 miliardi di Npe ceduti nel 2023 e 33 miliardi nel 2024) a seguito di massivi piani di de-risking, soprattutto delle banche più importanti. L’elevata incidenza delle operazioni con GACS, portafogli più freschi e l’appetito degli investitori hanno portato a un leggero aumento dei prezzi medi 2022, in particolare sui crediti unsecured. Al momento non si rileva sui deal 2022 l’effetto di inflazione e aumento dei tassi.
Lo stock complessivo di NPE
lo stock di Npe in Italia è diminuito dai 361 miliardi di euro del 2015 a 321 miliardi del 2021, grazie alla gestione operata da banche e servicer. Nell’anno in corso si stima un aumento fino ad arrivare a un ammontare complessivo di 377 miliardi di euro nel 2024, a causa dell’atteso incremento dei flussi di deteriorato e della riduzione dei tassi recupero, soprattutto su ticket di maggiori dimensioni e crediti secured che richiedono tempi di recupero più lunghi: 62 miliardi di euro il volume previsto sui libri bancari e il resto ceduto agli investitori che continuano a giocare un ruolo importante nella stabilità del sistema finanziario.
L’industria del credito deteriorato
L’industria del credito deteriorato ha lavorato intensamente per la stabilizzazione del sistema finanziario italiano: previsti 357 miliardi di euro di portafogli Npe ceduti dal 2015 al 2022, grazie all’azione di de-risking effettuata dalle banche italiane ma anche allo sviluppo di sistemi di early warning sempre più evoluti. Sul mercato delle transazioni Npl sono stati attivi circa 100 operatori che in 7 anni hanno investito circa 90 miliardi per l’acquisizione dei portafogli. Anche le istituzioni hanno giocato un ruolo importante sia innovando le regole del gioco che con interventi specifici nazionali (vedi le GACS in Italia). L’industry Npl ha registrato una crescita continua del fatturato dal 2013 al 2021: +90% (quasi raddoppiato) che secondo le stime proseguirà con un +9% nel 2022 e +4% nel 2023. Nello scorso decennio il comparto ha portato investimenti in risorse umane e tecnologia, driver di una creazione di valore confermata dalla crescita dell’Ebitda (+20% medio annuo).
Il credito deteriorato delle grandi banche italiane nel confronto europeo
L’Npe ratio UE è diminuito all’1,9% nel primo trimestre del 2022, il livello più basso registrato dal 2015. L’incidenza dei crediti in Stadio 2 è in aumento dalla metà del 2019 in tutte la UE, indicando una generale previsione di peggioramento del rischio creditizio. Alla fine dello stesso periodo il volume dei crediti deteriorati delle banche significative UE (definizione EBA) si attesta a 384 miliardi, con un’incidenza delle banche italiane pari al 16%, il valore più basso dal picco del 2015 quando lo stock UE era quasi 1.100 miliardi di euro e l’Italia contribuiva per il 34%. Sempre nel 1 trimestre 2022 il Default ratio di imprese e famiglie italiane è inferiore alla media UE (imprese 0,6 vs 1,2; famiglie 0,9 vs 1,2), il cui dato evidenzia un aumento, seppur contenuto, dalla fine del 2021.
Nel confronto con l’UE bisogna considerare che l’indebitamento di imprese e famiglie italiane rispetto al Pil e al reddito disponibile è, rispettivamente, dell’11% e del 33% inferiore alla media europea. A fronte del contenuto indebitamento di famiglie e imprese, nel primo trimestre 2022 l’Italia mostra un’incidenza dei crediti bancari classificati in Stadio 2 (13,1%) superiore alla media UE (9,1%), mostrando una maggiore
rischiosità prospettica.
Focus sulle Gacs
Le GACS hanno concretamente supportato il de-risking delle banche italiane e lo sviluppo del mercato Npl con 107 miliardi di euro di cessioni: 20 gli istituti bancari coinvolti; circa il 32% del totale delle transazioni Npl dal 2016 ad oggi. Tutti i portafogli assistiti da GACS avviati entro la fine del 2018 hanno registrato una performance inferiore al business plan. Nell’ambito delle operazioni più recenti (dal 2019 a oggi), invece, 11 portafogli su 17 hanno superato i target. Rispetto al periodo pre-Covid il trend mensile degli incassi dei portafogli con GACS evidenzia una dinamica del recupero mediamente più bassa. I primi sei mesi del 2022 non hanno mostrato un miglioramento.