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Credito, con l’emergenza crescono le richieste online

In un recente studio, Eurics ha evidenziato un aumento del 34% delle richieste di credito verso piattaforme peer to peer di player nativi digitali.

Il blocco delle attività e la clausura forzata per far fronte alla pandemia hanno cambiato le abitudini dei cittadini italiani, che si affidano al web per gran parte delle loro operazioni quotidiane. In linea con il trend attuale, anche il settore del credito ha segnalato un maggior utilizzo dei dispositivi tecnologici e delle transazioni online. Un recente studio di Eurisc, intitolato Eurisc Talks, ha evidenziato un aumento del 34% delle richieste di credito verso le piattaforme peer to peer di player nativi digitali, confrontando il primo trimestre 2020 con lo stesso periodo del 2019.

I dati riscontrati sono stati suddivisi per fasce d’età e la crescita più consistente è stata registrata dagli appartenenti alla silent generation (i nati tra il 1925 e il 1945), con l’aumento del 57% delle richieste di credito mediante canali digitali. Seguono i baby boomers (nati tra il 1946 e il 1964) con un incremento delle richieste del 51%, la generazione X (nati tra il 1965 e il 1979), con un + 41% e la generazione Z (i nati dopo il 1995), con un + 36%. Meno rilevante la crescita fatta registrare dagli xennials (+29%) e dai millennials (+21%).

Tuttavia, in questo periodo, oltre all’utilizzo della tecnologia e dei canali digitali, sono cresciuti anche gli attacchi informatici. Il recente Rapporto Clusit 2019 ha dimostrato come nell’ultimo biennio il tasso di crescita del numero di attacchi hacker considerati gravi sia aumentato di 10 volte rispetto al precedente periodo. In questo specifico momento si segnalano in particolare truffe e frodi online, furti d’identità, fake news. Tra le tecniche più utilizzate il phishing che sfrutta la paura da contagio tramite mail che promettono informazioni sul virus ma che contengono malware in grado di rubare i dati sensibili dell’utente. Sulla stessa linea d’onda anche i documenti .pdf, scaricabili online in cambio di consigli utili per non essere contagiati dal virus. Infine, si registrano anche false app che invece di intrattenere l’utente servono a sottrargli informazioni personali.

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