Il 17,1% delle imprese italiane ha subito ritardi nei pagamenti da parte dei propri clienti: il 27% oltre i 30 giorni, il 37% fino a 60 giorni, il 20% oltre i 90 giorni
Dopo la pandemia, il conflitto in Ucraina davvero non ci voleva. La guerra sta avendo un forte impatto sull’economia globale, anche più devastante della recente crisi sanitaria. Le aziende hanno dovuto fare i conti con l’aumento del costo dell’energia e delle materie prime, i problemi di approvvigionamento di quest’ultime, l’accesso al credito ed, infine, i ritardi nei pagamenti tra le imprese. Alianz Trade in collaborazione con Format Research ha realizzato una ricerca per comprendere il sentiment generale delle aziende italiane, a fronte di ciò che sta accadendo sul piano internazionale. Lo studio è intitolato “Italia delle imprese” e ha coinvolto circa 1.800 organizzazioni, appartenenti a dieci settori diversi.
Dal sondaggio si evince che nel 2022 le aziende italiane hanno meno fiducia rispetto all’anno precedente, registrando un calo di 4,5 punti nell’indicatore. Guardando al 2023, però, la situazione cambia in positivo, con un aumento di 11,8 punti. L’aumento del costo delle materie prime è stato rilevante per il 76,5% delle aziende e genererà un impatto negativo sui margini di guadagno del 17,1%. Questa situazione porta con sé anche un peggioramento in merito ai ritardi nei pagamenti tra imprese e al rischio d’insolvenza. L’indicatore sui ritardi nei pagamenti segna un calo di 14,3 punti nel 2022 rispetto al 2021. La prospettiva nel 2023 è leggermente migliore, con un calo pari a 4,2 punti.
Nel 2022 il 17,1% delle imprese italiane ha subito dei ritardi nei tempi di pagamento da parte dei propri clienti. Il 27% ha subito ritardi oltre i 30 giorni, il 37% fino a 60 giorni, il 16% fino a 90 giorni e quasi il 20% superiori ai 90 giorni. Il rischio di perdite parziali sui crediti, dovute ai ritardi nei pagamenti, è aumentato nel 2022 rispetto al 2021 per l’11,6% delle aziende intervistate. Il rischio di default è aumentato per il 10,2% delle imprese. A livello globale, invece, il sentiment è migliore. Il rischio di perdite parziali è aumentato per l’8,2% delle aziende, mentre il rischio di default è aumentato per il 7,4% delle stesse.