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Credito su pegno: il 62% degli italiani lo valuterebbe per spese impreviste

Secondo il rapporto “Gli italiani, i gioielli e il loro valore”, realizzato da BVA Doxa per Affide, il credito su pegno è una soluzione finanziaria considerata da un numero crescente di italiani. Ben 6 persone su 10 valuterebbero questa opzione per affrontare le spese impreviste, mentre 1 su 5 lo sceglierebbe per realizzare desideri o progetti personali.

Credito su pegno, dalle origini ad oggi

Con oltre 500 anni di storia, il credito su pegno continua a essere una risposta concreta per chi cerca liquidità immediata, senza complicazioni burocratiche. Nato come mezzo per impegnare beni essenziali come grano e farina, oggi coinvolge soprattutto gioielli e orologi, beni che in Italia hanno una presenza significativa.

Secondo Reiner Steger, direttore generale di Affide, il nostro Paese è tra i primi al mondo per quantità di preziosi posseduti. Ogni italiano ne ha in media sette, ma solo cinque di essi vengono effettivamente utilizzati. Sorprendentemente, nonostante il valore affettivo e materiale, solo il 17% dei possessori dichiara di conoscere con precisione il valore dei propri preziosi, mentre la metà riporrebbe fiducia in una certificazione rilasciata da una società di credito su pegno per stimarne il valore reale. Questa tradizione storica, insomma, si è trasformata in un servizio affidabile, regolato dalla Banca d’Italia, capace di adattarsi alle esigenze contemporanee.

Come funziona e quanto è conosciuto

Il funzionamento del credito su pegno è semplice e garantisce trasparenza. Il cliente rimane proprietario del bene impegnato, con una probabilità del 95% di riscattarlo. Solo nel 5% dei casi, invece, il bene finisce all’asta, ma eventuali eccedenze tra il valore di vendita e il credito erogato tornano al cliente.

Nonostante la sua convenienza, il credito su pegno è conosciuto solo dal 61% degli italiani, una percentuale in calo rispetto al 69% del 2019. Inoltre, meno della metà degli intervistati (45%) è consapevole che sia possibile riottenere il proprio bene dopo il riscatto.

Questa scarsa familiarità pone il credito su pegno in una posizione di svantaggio rispetto al compro oro. Il 45% degli italiani, infatti, si rivolgerebbe a un compro oro, contro il 19% che sceglierebbe il credito su pegno. La principale differenza risiede nel fatto che il credito su pegno permette di riscattare i propri gioielli, mentre il compro oro no, offrendo un’opportunità concreta di mantenere la proprietà dei beni impegnati.

Un’opzione che conquista i giovani

Il credito su pegno non è soltanto un’opportunità per chi deve affrontare difficoltà economiche, ma anche una soluzione che si adatta alle esigenze delle nuove generazioni. Il rapporto evidenzia che il 21% degli italiani sceglie gioielli di seconda mano per evidenti vantaggi economici e motivi di sostenibilità. Una percentuale che sale al 29% tra i giovani di età compresa tra i 18 e i 39 anni.

Questo dato testimonia un cambiamento culturale importante: i giovani non vedono più i gioielli solo come simboli di status o valore estetico, ma anche come strumenti di investimento. Infatti, il 64% degli italiani considera i preziosi pre-loved un’opportunità strategica per tutelare il proprio patrimonio in un contesto di incertezza economica.

Nel periodo post-pandemico, il desiderio di sicurezza finanziaria ha portato molte persone, soprattutto i più giovani, a rivalutare l’acquisto e l’uso di beni rifugio come l’oro. Grazie alla sua semplicità e trasparenza, il credito su pegno si presenta come una soluzione moderna e accessibile, che unisce sostenibilità e praticità, conquistando così anche le fasce più giovani della popolazione.

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