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Fiera del Credito: una filiera sempre più sostenibile per un settore che cambia

Partecipazione e interesse in crescita per la seconda edizione della manifestazione milanese. Focus sull’evoluzione dello scenario NPL e sulla “trasformazione” di mezzi, strumenti e approcci in un momento non facile per le dinamiche creditizie.

Fiera del Credito 2019 chiude i battenti con numeri lusinghieri, una quantità di temi approfonditi sui diversi tavoli e qualche anticipazione. Quasi 2.500 partecipanti, 80 relatori, 51 tra sponsor ed espositori, patrocini prestigiosi tra cui Università Cattolica e Regione Lombardia: è andato ben oltre le attese il successo del salone nazionale che riunisce tutta l’industria del credito nelle diverse espressioni, dalla concessione fino al recupero.

Il 12 e 13 giugno, si sono alternati convegni, tavole rotonde, workshop e focus, cornice operativa all’intensa attività di matching e networking presso gli stand delle aziende.
La prima giornata ha visto come evento principale l’ACMI Day, a cura dell’Associazione Credit Manager Italia, con l’analisi di trend e strumenti oggi a disposizione del credit management.
Alessandro Mattinzoli, assessore allo sviluppo economico della Regione Lombardia, ha rassicurato la platea (oltre 300 i credit manager presenti) sull’impegno delle istituzioni ad andare “oltre la paura”, con strategie, progetti ed eventi.
Un po’ meno tranquillizzante il quadro tracciato da Niccolò Zuffetti di Cribis D&B, che annovera l’Italia ancora tra i fanalini di coda in Europa quanto ai dati sulle dinamiche creditizie, con una sola azienda ogni tre che onora gli impegni alla scadenza e un ritardo medio di 89 giorni, i picchi al Sud e nelle Isole e nei settori della sanità e delle costruzioni.

Giovedì 13 NPL Day e riflettori puntati sui crediti deteriorati. Pier Paolo Masenza di PwC ha parlato di effetti disruptive dell’ultimo triennio per l’industria bancaria tradizionale, con 5.000 sportelli persi, 9 salvataggi di grandi istituti e la comparsa sul mercato di nuovi approcci, come le cosiddette challenger bank. Dal 2015 al 2018 l’ammontare degli NPL in pancia agli enti italiani si è quasi dimezzato, fino al totale attuale di 180 miliardi, con la prevalenza degli UTP sui bad loan (ma questi ultimi appaiono in “ripresa” nella prima frazione dell’anno in corso). Per il futuro si auspica un miglioramento nelle pratiche di recupero e l’aumento delle cessioni, che si faranno di necessità più strutturate.
Una visione condivisa anche da Roberto Angeletti di Banca d’Italia, che si è soffermato sull’azione dei gruppi congiunti di vigilanza tra BCE e funzionari di Via Nazionale.

Dall’idea di fare squadra, essenziale per intraprendere un cammino, con il tema della condivisione proposto lo scorso anno – commenta Marco Recchi, organizzatore dell’evento – siamo passati a una riflessione generale molto pratica: la sostenibilità di tutte le scelte connesse al mondo del credito, effettuate da regolatori e operatori, che impattano sulla vita economica e quotidiana dell’intero Paese. L’anno prossimo? È il domani e si discuterà quindi di innovazione. Nuove regole, nuove pratiche per interpretare al meglio un cambiamento il quale, per tutti noi, avanza rapido e impetuoso. Ricco di opportunità, ma anche di rischi”.