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Insolvenze aziendali in aumento: un ciclo che non si arresta

Insolvenze aziendali in aumento: un ciclo che non si arresta

Un recente rapporto di Allianz Trade evidenzia una preoccupante crescita delle insolvenze aziendali a livello globale, con proiezioni negative anche per il 2025 e il 2026. L’analisi mette in luce le cause principali di questa tendenza e gli impatti sui vari settori economici, con particolare attenzione al contesto italiano.

Insolvenze aziendali in crescita

Il recente Allianz Trade Insolvency report mette in luce un trend preoccupante per l’economia globale: le insolvenze aziendali continueranno a crescere nei prossimi anni, delineando un quadro di vulnerabilità per le imprese di diversi settori. Le previsioni evidenziano un incremento delle difficoltà finanziarie per molte realtà imprenditoriali, con implicazioni significative sia a livello macroeconomico sia per il sistema del credito commerciale.

Secondo il rapporto, dopo un aumento delle insolvenze del 10% nel 2024, si prevede un ulteriore incremento del 6% nel corso del 2025 e di un ulteriore 3% nel 2026. Se queste stime dovessero essere confermate, si registrerebbe un quinquennio consecutivo di crescita dei fallimenti aziendali a livello mondiale, una condizione che non si verificava da lungo tempo. Per il settore assicurativo del credito commerciale, questo scenario rappresenta una sfida particolarmente impegnativa, poiché il rischio di default per le imprese potrebbe superare le 30.000 unità.

Le insolvenze aziendali in Italia

L’Italia non fa eccezione a questa tendenza globale, e già nel 2024 ha registrato uno degli incrementi più significativi a livello internazionale. Rispetto al +9% del 2023, nel 2024 il numero delle insolvenze ha conosciuto un aumento del 45%, un segnale inequivocabile della pressione economica cui sono sottoposte molte imprese operanti nel Paese. Alcuni comparti risultano maggiormente colpiti rispetto ad altri, con il settore delle costruzioni che registra una crescita delle insolvenze del 62%, seguito dall’industria manifatturiera con un +58%, dal commercio con un incremento del 50% e infine dal comparto dell’ospitalità che evidenzia una crescita del 39%.

Politica monetaria come responsabile?

Gli analisti di Allianz individuano diversi fattori alla base di questo fenomeno. Un elemento chiave è rappresentato dalla politica monetaria della Banca Centrale Europea, con il ritardo nella riduzione dei tassi di interesse che ha aggravato il costo del credito per molte aziende già indebolite dalle difficoltà economiche. Parallelamente, la debolezza della domanda interna ed estera, unita all’incertezza geopolitica internazionale, ha ostacolato le prospettive di crescita delle imprese. L’analisi sottolinea come i tassi di interesse attuali, considerati ancora troppo elevati, stiano comprimendo la capacità di investimento e sviluppo, in particolare nei settori che necessitano di ingenti capitali per la transizione ecologica e tecnologica.

Dinamiche produttive e concorrenziali

Un ulteriore elemento di rischio per le imprese è rappresentato dall’evoluzione delle dinamiche produttive e concorrenziali. La crescente competizione con le tecnologie basate sull’Intelligenza Artificiale sta modificando radicalmente le strutture di mercato, generando situazioni di stress finanziario per molte aziende che non riescono ad adattarsi a questi cambiamenti. A ciò si aggiungono le difficoltà persistenti nella catena degli approvvigionamenti, un problema che, sebbene attenuato rispetto ai momenti più critici del biennio pandemico, continua a influenzare negativamente le operazioni di molte aziende.

Fattori strutturali

Esistono poi fattori strutturali che contribuiscono ad alimentare l’incertezza economica e finanziaria. Tra questi, gli analisti di Allianz Trade evidenziano la mancanza di un vero slancio economico che possa trainare la ripresa, oltre alla necessità di smaltire l’arretrato di insolvenze che si è accumulato nei due anni più critici della crisi sanitaria da Covid-19. La combinazione di questi elementi dipinge un quadro complesso per il prossimo biennio, in cui molte aziende si troveranno a navigare in un contesto di crescente pressione finanziaria e competitiva.

Alla luce di queste considerazioni, emerge chiaramente la necessità di politiche economiche mirate che possano alleviare il peso delle difficoltà finanziarie per le imprese, promuovendo strumenti di supporto per la liquidità e incentivi agli investimenti. La capacità di adattamento delle imprese alle nuove condizioni di mercato, unita a interventi efficaci in ambito macroeconomico, sarà determinante per stabilizzare il panorama economico nei prossimi anni.

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