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Crescita zero per i mutui ipotecari in Europa: non si vedeva da 10 anni

Le banche europee si avviano verso una stagnazione dei mutui ipotecari a causa dell’aumento dei tassi di interesse. Secondo un’analisi di EY sui dati dell’Autorità bancaria europea (EBA), una ripresa è attesa solo a partire dal 2025.

Mutui ipotecari in crisi: i tassi frenano la crescita

Il settore bancario europeo si trova ad affrontare un anno difficile, caratterizzato da una stagnazione nella concessione di mutui ipotecari. Secondo una recente analisi di EY, basata sui dati dell’Autorità bancaria europea (EBA), il 2024 potrebbe registrare una crescita zero per questo tipo di prestiti. Un fenomeno che non si vedeva da oltre dieci anni, con il dato più negativo dal 2014, quando si registrò una crescita minima dello 0,2%. Questa situazione è attribuibile nello specifico all’impatto negativo dei tassi di interesse, che hanno dissuaso le famiglie europee dall’accendere a nuovi mutui.

Il calo della domanda di mutui è particolarmente evidente nelle principali economie della zona euro, come Germania, Francia, Spagna e Italia. Questi paesi, che rappresentano quasi la metà dei prestiti ipotecari nell’intera Eurozona, sono stati colpiti duramente dall’impennata dei costi di finanziamento. Nel 2022, la crescita dei mutui era stata del 4,9%, ma quest’anno si prevede una frenata completa, con conseguenze significative per il mercato immobiliare europeo.

L’impatto dei tassi di interesse sui mutui ipotecari

Uno dei fattori principali che hanno contribuito a questa stagnazione del mercato dei mutui ipotecari è stato l’innalzamento dei tassi d’interesse da parte della Banca Centrale Europea (BCE). Dopo aver portato il tasso principale dal livello zero al 4% nel settembre 2023, la BCE ha adottato una politica restrittiva per contrastare l’inflazione. Tuttavia, negli ultimi mesi, si è assistito a un rallentamento dell’inflazione, che ha portato a una riduzione dei tassi al 3,75% e ci si aspetta che ulteriori tagli possano essere implementati nel prossimo futuro.

L’inflazione dell’Eurozona, che ad agosto è scesa al 2,2% rispetto al 2,6% del mese precedente, è uno dei segnali che indicano un possibile raffreddamento dei prezzi e, di conseguenza, un miglioramento delle condizioni per l’accesso a nuovi mutui. Anche i prestiti alle imprese, seppur meno colpiti rispetto a quelli ipotecari, hanno subito un rallentamento, con una crescita dello 0,5% prevista per quest’anno.

In questo contesto, anche i prestiti in sofferenza rappresentano un indicatore da tenere sotto controllo. EY prevede un aumento moderato di tali prestiti nei prossimi anni, dal 2% di quest’anno al 2,3% nel 2025 e 2026. Tuttavia, nonostante questo, le banche non sembrano esposte a rischi sistemici significativi, con un livello di sofferenze molto inferiore rispetto ai picchi raggiunti durante la crisi del debito del 2013 (8,4%).

Prevista una ripresa per il 2025

Nonostante l’attuale rallentamento, gli esperti prevedono un’inversione di tendenza a partire dal 2025. EY stima una ripresa graduale del mercato dei mutui ipotecari, con una crescita del 3,1% nel 2025 e un ulteriore aumento al 4,2% nel 2026. Questi segnali di ripresa sarebbero collegati alla diminuzione dei tassi d’interesse e a un rallentamento dell’inflazione, che dovrebbe allentare alcune delle pressioni sul mercato immobiliare.

Il responsabile dei servizi finanziari globali di EY, Omar Ali, ha dichiarato: “Il mercato immobiliare continua a essere il più colpito con una crescita piatta quest’anno, ma con la riduzione del costo della vita e dei prestiti, l’acquisto di case e la domanda di credito da parte di consumatori e imprese dovrebbero riprendere”.

In conclusione, il settore bancario europeo si trova in un momento di transizione, con sfide legate ai tassi di interesse elevati e alla ridotta domanda di mutui. Tuttavia, la prospettiva di un miglioramento economico e di una riduzione dei tassi nei prossimi anni lascia intravedere una ripresa del mercato ipotecario e un ritorno alla crescita del settore.

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