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Criptovalute: multe e pene più severe per chi viola le norme

Il provvedimento sulle criptovalute approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 24 giugno stabilisce pene più severe per i trasgressori.

Con il nuovo decreto legislativo approvato dal Consiglio dei Ministri il 24 giugno 2024 sono state fissate le nuove regole sulle cripto-attività, in linea con il quadro normativo europeo.

In base agli ultimi dati diffusi dall’Osservatorio Blockchain & Web3 del Politecnico di Milano in collaborazione con Bva DoxaBlockchain, a possedere criptovalute o token in Italia sono 3,6 milioni di persone. Si tratta soprattutto della generazione Z e millenials collocati in una fascia di reddito alta.

Cosa prevede il decreto

Il provvedimento stabilisce multe fino a 5 milioni di euro e pene più severe, in linea con quanto previsto a livello europeo. Il testo si suddivide in 48 articoli e dispone le regole per l’emissione e la diffusione di criptovalute, definendo le autorizzazioni necessarie per operare nel mercato e il relativo quadro sanzionatorio. 

Criptovalute: le sanzioni applicabili

Le sanzioni si distinguono in amministrative e penali. Le prime possono raggiungere un importo di 5 milioni di euro, o una cifra pari al 12,5% del fatturato annuo di una società. I casi possono riguardare l’abuso, la comunicazione illecita di informazioni privilegiate nonché le manipolazioni del mercato. Per le società le sanzioni partono da una base di 300 mila euro, mentre nei confronti delle persone fisiche, compresi i rappresentanti legali e il personale aziendale, si parla di cifre tra i 5 mila e i 75 mila euro.

Le sanzioni penali prevedono la reclusione da sei mesi a quattro anni, e multe comprese tra 2.066 euro e 10.329 euro per chi offre al pubblico token collegati ad attività o ne ottiene l’ammissione alla negoziazione in violazione delle regole comunitarie.

Chi sono i vigilanti del mondo crypto

A garantire trasparenza e correttezza nelle attività di negoziazione e di tutela dei clienti è la Consob, mentre la Banca d’Italia si occupa del contenimento del rischio, della stabilità patrimoniale e di una prudente e sana gestione. Quest’ultima, inoltre, è la sola a poter vigilare su “emissione, offerta al pubblico e richiesta di ammissione alla negoziazione di token di moneta elettronica”.

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