La guerra commerciale innescata da Donald Trump, a suon di dazi, sta facendo affondare le borse di tutto il mondo. Ma non è la prima volta che accade nella storia: ecco gli episodi più celebri.
La politica aggressiva dei dazi di Donald Trump ha generato un crollo significativo dei mercati azionari di tutto il mondo, spalancando le porte al timore di una recessione su scala globale. Non si tratta tuttavia di un evento unico nella storia: i mercati finanziari hanno affrontato diversi episodi di “profondo rosso”: basti pensare al lunedì nero del 1987, al giovedì nero del 1929, al crollo delle dot-com e alla Pandemia del 2020. Il “Trump Thump” andrà dunque ad aggiungersi alla classifica dei momenti più bui per le borse globali: sarà un down temporaneo o una crisi duratura?
La pandemia di Covid-19 e il crollo del 2020
L’episodio più recente, è quello della Pandemia. Era febbraio 2020, quando il virus ha fatto ufficialmente ingresso nel nostro Paese. L’emergere della pandemia di COVID-19 ha provocato un crollo repentino dei mercati finanziari globali. Come riporta Milano Finanza, Milano ha perso il 17%, Madrid il 14% e Parigi il 12%. Anche Londra e New York ha registrato perdite dell’11% e del 10%, rispettivamente, i peggiori ribassi dal 1987. Le borse sono rimaste in sofferenza anche nei giorni successivi: il 16 marzo gli indici statunitensi sono crollati di oltre il 12%.
La crisi finanziaria del 2008
Il 2008 è stato teatro di una crisi finanziaria globale, innescata dal collasso del mercato dei mutui subprime negli Stati Uniti. Tra gennaio e ottobre, i principali indici azionari sono crollati tra il 30% e il 50%. L’apice della crisi è arrivato a settembre con il fallimento della banca d’affari Lehman Brothers.
La bolla di internet e il down del 2000
Alla fine degli anni ’90, l’entusiasmo per le aziende tecnologiche ha generato una bolla speculativa nel settore delle dot-com. Investitori attratti dal potenziale di Internet hanno gonfiato i prezzi delle azioni a livelli insostenibili. Nel marzo 2000, la bolla è scoppiata: dopo aver raggiunto il massimo storico di 5.048,62 punti, il 10 marzo, l’indice Nasdaq è crollato del 27%, in due settimane di aprile, e del 39,3% sull’anno. Un episodio di “profondo rosso” che ha condotto molte startup tecnologiche al fallimento.
Black Monday del 1987
Il 19 ottobre 1987, conosciuto come il “Black Monday”, ha visto i mercati azionari globali registrare una delle peggiori perdite giornaliere della storia. Le cause sono da ricondurre a un grave deficit commerciale e all’aumento dei tassi di interesse di riferimento da parte della Bundesbank. In un solo giorno, il Dow Jones è crollato del 22,6%, causando un effetto domino sui mercati azionari di tutto il mondo.
Il crollo del 1929 e la Grande Depressione
Il 24 ottobre 1929, noto come “Giovedì Nero”, ha segnato l’inizio di una delle più gravi crisi economiche del XX secolo. In quella giornata, il mercato azionario statunitense ha subito un tracollo senza precedenti, con il Dow Jones Industrial Average in perdita di oltre il 22% all’apertura. Questo evento ha aperto le porte della Grande Depressione, un periodo di profonda recessione economica su scala globale che si è protratto per gran parte degli anni ’30.
La crisi dei dazi di Trump: temporanea o duratura?
In conclusione, tornando al presente e al quesito in apertura, quali prospettive apre la politica dei dazi messa a punto dal presidente statunitense? Come riporta il Corriere della Sera,il rischio di cadere in una crisi di lungo corso è alta, se si considera come discrimine la trasmissione dello choc dalla finanza all’economia reale.
Goldman Sachs inizialmente aveva alzato la probabilità di una recessione statunitense – per i prossimi 12 mesi – dal 35 al 45%, poi ha rivisto le stime, a seguito dell’annuncio della temporanea sospensione. Per la banca americana tra i fattori di rischio c’è anche il pericolo di un boicottaggio degli Stati Uniti da parte dei consumatori e dei turisti stranieri. L’impatto generato sarebbe dello 0,1-0,2% sul prodotto interno lordo americano.
Decisamente diverse le stime di JpMorgan: per gli analisti della multinazionale statunitense il pericolo di una crisi economica globale è addirittura del 60%.