Secondo ISC2, in tutto il mondo mancano circa 4 milioni di professionisti della cyber security. Il 31% degli addetti ai lavori prevede ulteriori tagli nel corso del prossimo anno, mentre aumentano le sfide per la sicurezza informatica a causa dei rischi introdotti dalle tecnologie emergenti.
Licenziamenti e tagli economici frenano la sicurezza informatica
Quattro milioni, è il numero stimato di professionisti della cyber security che mancano nelle aziende a livello globale. A rivelarlo è ISC2, la principale associazione dei professionisti della sicurezza informatica, in un suo recente studio intitolato “Cybersecurity Workforce Study”.
Nonostante nell’ultimo anno la forza lavoro nel campo della cyber security sia cresciuta dell’8,7%, il divario tra domanda e offerta continua ad essere considerevole. All’appello mancano circa 4 milioni di professionisti, di cui 350 mila in Europa. La maggior parte di questo gap (2,7 milioni) si registra all’area Asia-Pacifico, piuttosto indietro sul fronte della sicurezza informatica.
Stando allo studio, il 47% del campione ha dichiarato di aver affrontato eventi negativi come licenziamenti, tagli al budget e blocco delle assunzioni o delle promozioni. Il 31% prevede ulteriori tagli anche nel prossimo anno. Il 67% degli intervistati ha dichiarato che la propria azienda non ha abbastanza personale di cyber security per prevenire e risolvere i problemi di sicurezza, mentre il 92% ha riferito di non avere a disposizione tutte le competenze che servirebbero.
Secondo il 58%, acquisire queste skill aiuterebbe a mitigare l’impatto negativo della carenza di personale.
Aumenta l’insoddisfazione tra gli addetti ai lavori
Come si può evincere da diversi report, per perpetrare i propri attacchi, i criminali informatici utilizzano tecniche sempre più evolute e sofisticate. Questo rende ancor più difficile il lavoro per gli addetti alla sicurezza informatica. E non è un caso, se tre professionisti su quattro considerano l’attuale panorama il più impegnativo degli ultimi cinque anni.
La scarsa valorizzazione e la continua evoluzione delle minacce informatiche rendono questo lavoro sempre più impegnativo, tanto che la quota di professionisti della cyber security che si dichiara soddisfatta del suo lavoro è in calo di quattro punti percentuali rispetto al 2022 (70%).
Da tutto questo derivano insoddisfazione, frustrazione, perdita di fiducia, anche perché la criminalità cyber è pronta ad approfittarne. Il 71% degli intervistati riferisce che l’incertezza economica aumenta il rischio di avere insider malintenzionati. Il 39% afferma addirittura di essere sono stato contattato da qualcuno che lo voleva coinvolgere in azioni criminali o di conoscere qualcuno a cui è successo.
A questo si aggiungono anche le principali sfide a cui i professionisti della cyber security dovranno far fronte nei prossimi anni, come i rischi introdotti dalle tecnologie emergenti (45%), la carenza di competenze (43%), e i continui aggiornamenti normativi (38%). Viceversa, le tecnologie che avranno il maggiore impatto positivo nel prossimo futuro sono l’automazione applicata alla sicurezza (40%), Zero Trust (34%) e i progressi nel campo dell’Intelligenza Artificiale (30%).