Il 2022 si conferma un “annus horribilis” per la cybersecurity in Italia. Il nostro Paese risulta il più colpito in Europa da attacchi malware. Aziende e organizzazioni devono investire di più per aumentare la sicurezza informatica e serve maggiore consapevolezza da parte delle persone delle minacce cyber
Cybersecurity: Italia terza al mondo per attacchi malware nel 2022
Nonostante gli sforzi, che a quanto pare stanno compiendo le aziende per proteggere i propri sistemi IT, in ambito cybersecurity l’Italia registra il peggior risultato a livello europeo nel corso del 2022. A riferirlo è Trend Micro, che nel suo ultimo report ha analizzato paese per paese il numero di attacchi informatici, stilando una classifica.
Dallo studio si evince che l’Italia è stata per otto mesi su dodici il Paese europeo più colpito dai malware. Nell’ultimo trimestre dello scorso anno, il Belpaese ha raggiunto il terzo posto a livello globale per attacchi malware, dietro soltanto a Giappone e Stati Uniti. Nel primo semestre del 2022, invece, l’Italia è stato anche il Paese europeo più colpito dai ransomware. In totale, i malware che hanno colpito l’Italia nel 2022 sono stati 247.040.439.
Maggiore consapevolezza e cultura della sicurezza
I dati impietosi del 2022 aprono ad una serie di riflessioni sul tema della sicurezza informatica. A fronte di un’impennata degli attacchi informatici, avvenuta negli ultimi anni su scala globale, l’Italia rispetto ad altri Paesi deve ancora migliorare molto sul fronte della cybersecurity.
Molti studi in materia hanno evidenziato che questo gap non è dovuto soltanto ad un fattore economico, ma anche culturale. È vero, questi ultimi anni hanno messo a dura prova i conti delle aziende che hanno ridotto gli investimenti in generale. Tuttavia, anche nelle realtà più grandi la sicurezza informatica viene presa leggermente sottogamba. Manager e imprenditori spesso sottovalutano questo aspetto, mettendolo in secondo piano, senza considerarlo un asset strategico per la competitività aziendale.
Parimenti, come riferisce anche Cisco, i lavoratori italiani non hanno conoscenze sufficienti rispetto al tema della cybersicurezza. L’errore umano continua ad essere uno dei principali motivi degli attacchi informatici. A questo si aggiunge un uso improprio dei dispositivi e degli strumenti informatici in capo ai dipendenti che spesso li utilizzano per motivi personali, e viceversa, senza immaginare che così si espongono notevolmente alle minacce cyber.