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Dazi e mercati finanziari: settori resilienti e strategie d'investimento

Dazi e mercati finanziari: settori resilienti e strategie d’investimento

Le recenti evoluzioni politiche in Germania e negli Stati Uniti ridisegnano gli equilibri economici globali. La vittoria di Friedrich Merz e l’approccio protezionistico di Donald Trump pongono nuove sfide per i mercati finanziari europei. In questo scenario, alcuni settori si rivelano più resilienti agli impatti delle tensioni commerciali.

I settori meno esposti alle tensioni globali

Nel contesto attuale, caratterizzato da incertezze geopolitiche e nuove barriere commerciali, alcuni comparti del mercato finanziario si rivelano meno vulnerabili alle perturbazioni esterne. Tra questi troviamo il settore della difesa, le utilities, le infrastrutture e i servizi finanziari. La resilienza di questi segmenti deriva principalmente dalla loro dipendenza dalla domanda interna piuttosto che dall’export internazionale.

L’elezione di Friedrich Merz come Cancelliere tedesco e il ritorno di Donald Trump alla guida degli Stati Uniti stanno infatti ridefinendo le strategie economiche globali. Mentre Merz punta su una politica fiscale espansiva, incentrata su investimenti infrastrutturali e riduzione della pressione fiscale, Trump ripropone un’agenda protezionistica con l’introduzione di nuovi dazi sulle importazioni europee.

L’Europa alla ricerca di una maggiore compattezza

La vittoria del partito Cristiano Democratico alle elezioni tedesche potrebbe favorire una maggiore coesione tra i Paesi europei. Secondo gli analisti politici, Merz gode di un rapporto privilegiato con il presidente francese Emmanuel Macron, il che potrebbe tradursi in una politica comunitaria più unitaria e decisa nel contrastare le sfide economiche internazionali.

In particolare, la questione dei dazi americani rappresenta un nodo cruciale per il futuro delle relazioni transatlantiche. Le esportazioni europee, e in particolare quelle tedesche, rischiano di subire un duro colpo se Washington dovesse confermare le barriere tariffarie. Questo scenario potrebbe innescare una risposta da parte dell’Unione Europea, che potrebbe introdurre contromisure fiscali per tutelare i propri interessi economici.

Sebbene Merz abbia ottenuto un’importante vittoria elettorale, la formazione di un governo stabile rimane una sfida complessa. La coalizione da lui proposta, che includerebbe Socialdemocratici e Liberali ma escluderebbe sia l’AfD (partito di estrema destra) che Die Linke (sinistra radicale), rischia di essere politicamente fragile. La necessità di accontentare diverse anime della maggioranza potrebbe limitare la capacità del nuovo governo di attuare riforme ambiziose.

Difesa in primo piano: le implicazioni per i mercati finanziari

Uno dei settori che potrebbero trarre beneficio dall’attuale scenario politico ed economico è quello della difesa. L’aumento della spesa militare, già avviato negli ultimi anni, potrebbe accelerare sotto la spinta delle tensioni geopolitiche e delle richieste statunitensi per un maggiore impegno europeo nella sicurezza internazionale.

L’aumento della spesa militare in Germania sarebbe una delle evidenti priorità dell’agenda di Merz. Tuttavia, un aspetto critico di questa strategia è che gran parte degli appalti della difesa potrebbe continuare a essere assegnata a fornitori stranieri, in particolare statunitensi. Questo potrebbe tradursi in un rafforzamento delle relazioni economiche tra Germania e Stati Uniti, ma al tempo stesso ridurre l’impatto positivo sulla crescita interna.

Inoltre, l’acquisto di armamenti americani potrebbe essere utilizzato come leva negoziale da parte della Germania nelle discussioni commerciali con l’amministrazione Trump. In questo contesto, i titoli azionari delle aziende europee attive nel settore della difesa potrebbero registrare un incremento della domanda da parte degli investitori.

Tasse e consumi: le politiche di Merz

Un altro pilastro della politica economica del nuovo Cancelliere tedesco riguarda la riduzione delle tasse e il sostegno ai consumi. Merz ha annunciato un piano ambizioso che prevede la riduzione della pressione fiscale su energia, redditi e imprese, oltre a un significativo investimento in infrastrutture e reti rinnovabili.

Queste misure potrebbero favorire una ripresa della domanda interna e sostenere i settori più esposti ai consumi. Secondo gli analisti di mercato, un simile approccio potrebbe avere effetti positivi sull’azionario, in particolare sui titoli delle aziende orientate al mercato domestico. Tuttavia, resta da capire come il governo intenda finanziare queste misure senza compromettere l’equilibrio di bilancio.

Dazi e portafogli: quali strategie per gli investitori?

Le tensioni commerciali tra Stati Uniti ed Europa hanno un impatto significativo sui mercati finanziari globali. Gli investitori stanno monitorando con attenzione le mosse dell’amministrazione Trump, che ha annunciato l’introduzione di nuovi dazi sulle importazioni europee. Se queste misure dovessero essere confermate, potrebbero influenzare fino al 44% del totale delle esportazioni europee verso gli Stati Uniti, con un incremento del tasso medio dei dazi dal 2% al 10%, livelli comparabili a quelli del 1948.

Questo scenario potrebbe avere conseguenze diffuse: dalle imprese europee a quelle americane, fino ai consumatori finali. L’aumento delle tariffe doganali ridurrebbe la competitività delle aziende europee sul mercato statunitense, con effetti negativi sulle loro quotazioni in borsa.

Una strategia quanto mai prudente per gli investitori è quindi evidente, declassando le azioni globali a un peso neutrale nei portafogli. In un contesto di crescente incertezza, potrebbe essere opportuno privilegiare asset più difensivi e aumentare la quota di liquidità.

I settori più protetti dai dazi

Nonostante il quadro di incertezza, esistono segmenti di mercato che potrebbero risultare meno esposti agli effetti delle barriere commerciali. Le utilities, il settore finanziario, le infrastrutture e i servizi di comunicazione sono comparti che si basano prevalentemente sulla domanda interna e che, quindi, potrebbero essere meno vulnerabili all’aumento dei costi di importazione.

Gli investitori alla ricerca di stabilità potrebbero concentrarsi su questi settori, che storicamente hanno mostrato una maggiore resilienza in periodi di turbolenza economica. La combinazione tra politiche fiscali espansive in Germania e un contesto internazionale incerto potrebbe favorire un ribilanciamento dei portafogli verso asset meno volatili e più orientati alla crescita interna.

Prospettive future per i mercati finanziari europei

L’evoluzione del quadro politico ed economico europeo nei prossimi mesi sarà cruciale per determinare le direzioni dei mercati finanziari. Se la Germania riuscirà a implementare un piano di crescita equilibrato e a rafforzare la collaborazione con gli altri partner europei, il Vecchio Continente potrebbe affrontare con maggiore solidità le sfide poste dalle politiche protezionistiche statunitensi.

La capacità di attrarre investimenti, sostenere i consumi interni e mitigare gli effetti delle tensioni commerciali rappresenterà il vero banco di prova per la tenuta economica dell’Europa nei prossimi anni.

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