L’origine dei crediti deve essere inerente e derivare da fattori certi e definiti; un momento importante nella giurisprudenza italiana in materia di imposta sulle società.
Antefatto
La recente sentenza della Corte di Cassazione n. 27344 del 26 settembre 2023, ha sollevato importanti questioni in materia fiscale in merito alla deducibilità delle perdite su crediti dal reddito imponibile. Tale decisione, originata dal contesto conflittuale tra imprenditore e fisco, fornisce un’interpretazione decisiva del recupero e della deduzione delle perdite.
Il contesto e lo sviluppo del caso dei crediti
Il contenzioso tra la società e l’Agenzia delle Entrate, sfociato nella decisione della Suprema Corte n. 27344 del 26 settembre 2023, si concentra su un punto chiave della tassazione delle imprese: la deduzione delle perdite su crediti dal reddito imponibile.
La questione nasce da una decisione IVA adottata nel 2008, con la quale l’Agenzia delle entrate ha reclamato 232.500 euro di reddito non dichiarato e ha contestato la detrazione di minusvalenza di 648.236,82 euro.
La controversia si è concentrata principalmente sul diritto della società alla detrazione delle perdite su crediti. Tuttavia, la società ha sostenuto che queste vendite erano necessarie perché la continuazione delle operazioni di sconto delle banche non era possibile a causa dell’insolvenza dei debitori. I giudici di primo grado hanno inizialmente accolto questa interpretazione, ma l’Agenzia delle Entrate l’ha poi contestata.
La parte decisiva della decisione della Suprema Corte rinvia all’interpretazione degli articoli 101 del TUIR e 2697 del Codice Civile.
Art. 2697 Codice Civile: Onere della prova
“Chi vuol far valere un diritto in giudizio deve provare i fatti che ne costituiscono il fondamento. Chi eccepisce l’inefficacia di tali fatti ovvero eccepisce che il diritto si è modificato o estinto deve provare i fatti su cui l’eccezione si fonda.“
L’amministrazione fiscale ha negato che i riporti delle perdite su crediti effettuati dalla società non fossero sufficienti a giustificare la detrazione delle perdite. L’Agenzia ha precisato che, per qualificarsi come detrazione, le perdite su crediti inesigibili devono essere comprovate da fatti concreti che ne dimostrino l’effettiva inesigibilità. Il nodo del dibattito giuridico si è quindi spostato sull’interpretazione di “parti certe e precise” e sulla necessità di prove concrete per dimostrare l’irrevocabilità dei crediti attribuiti. Inoltre, è stata sollevata la questione della natura e della reale importanza delle azioni intraprese dal punto di vista della detrazione fiscale.
Con la sua decisione, la Corte di Cassazione ha cercato di dare un’interpretazione chiara e univoca di tali aspetti normativi, creando un importante precedente per la soluzione di casi simili in futuro.
In conclusione…
La sentenza della Corte di Cassazione n. 27344/2023 rappresenta un momento importante nella giurisprudenza italiana in materia di imposta sulle società. Definisce chiaramente i parametri e le condizioni alle quali una perdita su credito può essere considerata deducibile e fornisce indicazioni preziose sia per le imprese che per i professionisti del settore.