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Desertificazione bancaria: le conseguenze della perdita dei servizi di prossimità

Cresce l’esclusione sociale: sempre più persone restano senza servizi bancari nei luoghi di residenza. Anche le piccole imprese entrano in sofferenza per effetto delle difficoltà di accedere al credito.

Il settore bancario italiano sta vivendo una fase di profonda trasformazione, caratterizzata da una carrellata di aggregazioni e dalla chiusura di numerose filiali. La cosiddetta desertificazione bancaria – accelerata dalla digitalizzazione, dalla riduzione dei costi operativi e dalle politiche di razionalizzazione dei grandi istituti bancari – sta ridisegnando il panorama finanziario italiano, con conseguenze sempre più tangibili per imprenditori, professionisti e intere comunità. A innescarsi è un circolo vizioso che porta allo spopolamento dei borghi e alla riduzione delle imprese locali, sempre più in difficoltà a investire. Così i territori perdono inesorabilmente competitività.

Secondo il rapporto UILCA, dal 2019 al 2024 in Italia hanno chiuso i battenti 4.557 filiali, con una media di 76 sportelli in meno ogni mese. Nel 2024, il numero totale di filiali è sceso sotto la soglia delle 20.000 unità (19.755). In Lombardia, il fenomeno ha suscitato un forte malcontento del tessuto sociale: il 90% dei cittadini si è detto contrario alla chiusura degli sportelli, ritenendolo un colpo basso per la sopravvivenza dei piccoli centri e delle PMI.

Val D’Aosta: la regione più colpita

La ritirata degli sportelli bancari è un fenomeno disomogeneo a livello territoriale. Le regioni colpite in maniera più significativa sono la Valle d’Aosta (- 7,5%), l’Umbria (- 4,3%) e la Sardegna (- 3,9%). Nel 2024 – secondo l’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria di First Cisl – altri 101 comuni sono rimasti privi di filiali sul proprio territorio. Non cresce però, solo il numero dei comuni interessati dal fenomeno, ma anche le dimensioni dei centri stessi: per la prima volta è rimasto senza sportelli un comune con più di 20mila abitanti (Trentola Ducenta, in provincia di Caserta).

Quasi 5milioni di persone in comuni desertificati

Aumenta di conseguenza il numero delle persone che non ha accesso ai servizi bancari o rischia di perderlo: come riporta Affaritaliani, sono circa 11 milioni, mezzo milione in più rispetto ad un anno fa. Di questi, oltre 4,6 milioni (+ 6,5%) vivono in comuni che non registrano la presenza di alcuna banca; quasi 6,3 milioni (+ 4,5%) in comuni in via di desertificazione, ovvero con un solo sportello. Sono sempre di più anche le imprese che hanno sede in comuni desertificati: al 31 dicembre 2024 risultano 283mila, ovvero 19mila in più rispetto al 2023.

Spopolamento dei piccoli centri

La chiusura massiva delle filiali bancarie porta inevitabilmente al progressivo spopolamento dei piccoli comuni. La totale assenza di servizi bancari di prossimità spinge infatti, molti cittadini, giovani e imprenditori a spostarsi verso i centri urbani più grandi. Un esodo forzato che contribuisce alla crisi demografica di molte aree rurali.

Aumento dell’esclusione sociale

La desertificazione bancaria diventa di fatto un acceleratore dell’esclusione sociale, in particolare per le fasce più mature della popolazione, penalizzate dal minor livello di competenze digitali. In Italia, solo il 33,9% delle persone, tra i 65 e i 74 anni, utilizza l’internet banking, rispetto a una media europea del 44,7%. Anche a livello generale della popolazione, la diffusione dell’utilizzo dell’internet banking risulta modesta nel nostro Paese: viene utilizzato solo dal 55% degli utenti, contro una media Ue del 67,2%.

Riduzione della propensione agli investimenti

Secondo UILCA, la chiusura degli sportelli bancari riduce inoltre la propensione agli investimenti: il 75,4% degli italiani nel 2024 (68,8% del 2023) ha dichiarato che la possibilità di poter contare su una banca del territorio influisce sulle proprie decisioni finanziarie.

Minor circolazione del credito

La scomparsa delle filiali è responsabile altresì di una minore circolazione del credito, condizione che va a influire negativamente sulle piccole e medie imprese e sulla loro possibilità di accedere a finanziamenti. Non solo, l’assenza anche solo di uno sportello in un comune riduce la qualità della vita dei residenti, che hanno la percezione di essere abbandonati dalle istituzioni.

Perdita di fiducia e relazioni

La filiale non è un mero servizio, ma un nodo di relazioni. Commercialisti, piccoli imprenditori basano spesso trattative e progetti sui rapporti con il personale bancario. La desertificazione erode questa fiducia, sostituendola con algoritmi e call center, poco flessibili sulle esigenze specifiche.

Una nuova governance per invertire la rotta

La ritirata della rete bancaria è il risultato di scelte strategiche che privilegiano la redditività, alla sostenibilità sociale. Per invertire la rotta, servirebbero misure urgenti: incentivi per mantenere operativi sportelli in aree disagiate, potenziamento dei servizi finanziari mobili e formazione digitale per le PMI. Ancora prima servirebbe una regia politica capace di riconoscere il ruolo delle banche, quali attori di sviluppo territoriale. Perché senza accesso al credito, non c’è crescita. E senza crescita, il deserto avanza.

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