Il panorama dei mutui in Italia nel 2024 si presenta come un contesto in cui il tasso fisso domina incontrastato, configurandosi come la scelta più sicura e conveniente per la stragrande maggioranza dei mutuatari.
I fattori del predominio dei mutui a tasso fisso
Questo predominio è il risultato di una combinazione di fattori economici e dinamiche di mercato che hanno contribuito a ridurre l’attrattiva del tasso variabile. Analizzando i dati e le opinioni degli esperti, emerge un quadro in cui stabilità e prevedibilità diventano i criteri guida per le famiglie italiane nell’affrontare uno dei più grandi impegni finanziari della vita.
Il tema è particolarmente rilevante alla luce delle fluttuazioni economiche recenti e della politica monetaria adottata dalla Banca Centrale Europea (BCE). In un’epoca caratterizzata da incertezze macroeconomiche, l’opzione del tasso fisso rappresenta una soluzione rassicurante per i consumatori, nonostante le prospettive di una graduale riduzione dei tassi di interesse a breve termine.
L’ascesa dei mutui a tasso fisso
I dati di MutuiOnline mostrano come il tasso fisso sia stato scelto dal 99,2% dei mutuatari italiani a fine ottobre 2024, mentre il tasso variabile ha attratto solo lo 0,6% delle preferenze. Questo fenomeno segna un cambiamento radicale rispetto a due anni fa, quando il 17,7% delle richieste di mutuo era a tasso variabile, con un ulteriore 11,5% rappresentato da mutui variabili con cap.
Secondo Alessio Santarelli, amministratore delegato di MutuiOnline, la semplicità e la chiarezza del tasso fisso lo rendono la scelta ideale, specialmente in un periodo in cui la surroga consente di rinegoziare le condizioni contrattuali se le circostanze dovessero mutare. Nonostante la curva dei future sull’Euribor preveda una riduzione dei tassi di interesse dell’ordine di un punto percentuale nel corso del prossimo anno, il tasso fisso rimane preferibile, poiché offre un risparmio immediato e garantito rispetto al variabile.
Un’ulteriore prova di questa convenienza è rappresentata dal confronto tra il TAN (Tasso Annuo Nominale) medio dei mutui a 20 e 30 anni. Nel 2024, il TAN fisso si attesta al 2,9%, contro il 4,06% del tasso variabile. Ciò significa che i mutuatari possono beneficiare di una differenza di circa l’1% fin da subito, senza dover attendere eventuali aggiustamenti al ribasso nei tassi variabili.
L’influenza della BCE e l’evoluzione delle preferenze
Nonostante le aspettative di un (ulteriore) taglio dei tassi da parte della BCE, le famiglie italiane sembrano essere poco influenzate da tali previsioni. La scelta quasi unanime del tasso fisso riflette una sfiducia diffusa nella volatilità del mercato e una crescente consapevolezza dei rischi associati ai finanziamenti a tasso variabile. L’aumento del costo della vita e la mancata crescita dei salari in linea con l’inflazione hanno ulteriormente rafforzato questa tendenza.
Un altro elemento che emerge dai dati è il cambiamento delle finalità dei mutui. Se nel 2022 il 68% delle richieste era destinato all’acquisto della prima casa, nel 2024 questa quota è scesa al 55,7%, mentre le surroghe hanno guadagnato terreno, passando dal 21% delle richieste nel 2023 al 29% nel 2024. Questo incremento è stato stimolato dall’abbassamento dei tassi di interesse e dall’offerta competitiva di mutui a tasso fisso da parte delle banche, che mirano a consolidare la loro base clienti.
La surroga come strumento di stabilità finanziaria
La surroga si è rivelata un elemento chiave per il mercato nel 2024, offrendo ai mutuatari l’opportunità di ristrutturare i propri debiti e beneficiare delle condizioni più favorevoli attualmente disponibili. Le analisi di Facile.it mostrano come il passaggio da un mutuo a tasso variabile a uno a tasso fisso possa generare risparmi significativi. Ad esempio, un mutuo di 126.000 euro sottoscritto a inizio 2022 a tasso variabile potrebbe vedere la rata mensile ridursi di circa 100-110 euro grazie alla surroga. Questo risparmio, moltiplicato per gli anni residui, può tradursi in migliaia di euro, fornendo un sollievo economico tangibile alle famiglie.
Gli esperti sottolineano che il processo di surroga è generalmente semplice e gestito dalla nuova banca che concede il finanziamento. Questo, unito alla convenienza economica, ha reso la surroga una scelta popolare non solo tra chi aveva un mutuo a tasso variabile, ma anche tra chi aveva optato per un tasso fisso negli anni precedenti, quando i tassi erano più elevati.
Le dinamiche di mercato e l’offerta delle banche
Le banche italiane hanno mostrato un grande interesse nel promuovere i mutui a tasso fisso, spesso offrendo condizioni equivalenti o addirittura migliori rispetto a quelle per i mutui prima casa. Questo approccio ha contribuito a ridurre lo spread tradizionalmente associato ai mutui di surroga, rendendoli ancora più competitivi. Tra le offerte più vantaggiose del 2024 (a fine novembre 2024, come riscontrato sulla piattaforma online Mutuionline.it), si segnalano quelle di Crédit Agricole, Bper Banca e Webank, che hanno proposto mutui a tasso fisso con TAEG tra il 3,09% e il 3,13%.
Considerazioni finali
Il 2024 si chiude con una chiara affermazione del tasso fisso come opzione privilegiata nel mercato dei mutui italiani. La combinazione di tassi di interesse competitivi, un’economia incerta e la possibilità di surrogare con facilità ha spinto i mutuatari verso scelte prudenti e razionali. Guardando al futuro, sarà interessante osservare come l’andamento dei tassi e le politiche monetarie influenzeranno ulteriormente il comportamento dei consumatori. Tuttavia, è evidente che, almeno per il momento, il tasso fisso rappresenta una soluzione che soddisfa le esigenze di stabilità e sicurezza delle famiglie italiane.