Deloitte stima che i passi da gigante di digitalizzazione e robotica avranno conseguenze enormi sul mercato del lavoro e sull’evoluzione delle competenze anche nell’ambito dei servizi. In un futuro già vicinissimo, con un mercato del tutto ridisegnato. Anche di questo si parlerà a Fiera del Credito 2020.
Diciamoci la verità: quanti hanno memoria del lampionaio?
Qualcuno in più ricorderà centraliniste (quelle autentiche) e forse per il lattaio troveremmo un numero ancora maggiore di nonnetti dalla buona memoria e di giovani anziani in grado di rammentarlo all’opera.
Ma si tratta, in tutti i casi, di mestieri scomparsi.
Il primo percorreva le città per accendere e spegnere, la sera e il mattino presto, le luci che illuminavano le vie; le seconde si occupavano di collegare le chiamate interurbane, mentre l’ultimo consegnava il latte, fresco, alla porta dei clienti prima dei frigoriferi e del latte a lunga conservazione.
Si tratta solo di tre occupazioni tra le più “moderne” e diffuse – in alcuni casi le praticavano milioni di persone – tra quante dimenticate nel corso della storia.
Queste e tutte le altre hanno perduto progressivamente la loro ragion d’essere di fronte all’avanzare di tecnologie che ne hanno rese più semplici, immediate e meno dispendiose le funzioni.
È un processo che, naturalmente, non si è interrotto. Anzi, nell’ultimo cinquantennio, per tracciare una linea convenzionale, ha preso velocità e ha fatto intravedere confini fino a lì impensabili. Soprattutto con lo sviluppo delle cosiddette intelligenze artificiali, sempre più raffinate (tu chiamale, se vuoi, robot).
Non è un fenomeno che tocca o toccherà solo i lavori manuali, com’è intuitivo pensare, ma avrà immense ripercussioni anche nel mondo dei servizi.
Un recentissimo studio di Deloitte stima che entro il 2021 il 61% dei mestieri sarà ridisegnato. Robotica e digitalizzazione faranno sparire attività a basso valore aggiunto ma le aziende cercheranno nuovi profili professionali, spingendo verso una riconversione delle competenze.
Che c’entrano i servizi e le attività di consulenza, direte voi? C’entrano, eccome. La ricerca indica, per esempio, che nei prossimi 24 mesi i dipartimenti human resources triplicheranno l’uso di robotic process automation ed entro il 2035 vi è il 90% di probabilità che le attività amministrative nell’ambito della gestione delle risorse umane sarà completamente automatizzata. Tutto il lavoro svolto per reclutare personale, raccogliere e analizzare curriculum, somministrare test, organizzare colloqui, scrivere proposte di assunzione, sarà appannaggio di un robot. Saranno automatizzati anche la preparazione delle buste paga, la gestione dei premi, il percorso formativo…
Questo comporterà, sempre secondo Deloitte, che i futuri lavoratori avranno ambizioni e aspettative radicalmente diverse rispetto ai lavoratori dipendenti di qualche anno fa: saranno fortemente interessati agli obiettivi dell’azienda, attenti alle prospettive di crescita e all’equilibrio tra lavoro e tempo libero e perché no, a divertirsi lavorando. Soprattutto, addio al “posto fisso” come prospettiva generale: in un mercato del lavoro orientato al forte valore aggiunto delle attività e caratterizzato da grande flessibilità i lavoratori cercheranno l’autonomia e le imprese la competenza.
Accadrà anche alle filiere della gestione del credito, della sicurezza, delle investigazioni? Certo che sì. Il processo è già in atto da un bel po’ e si sta estendendo ad ambiti inaspettati, per esempio con l’ideazione di algoritmi speciali e software in grado di calcolare e prevedere la volontà di pagamento del debitore. Vi pare poco?
Bene, alla fine di questa esposizione, sostituiamo la parola “tecnologia” con una più ampia, che la comprende: innovazione.
Ci ritroviamo fatalmente al tema di fondo che sarà sviscerato in occasione di Fiera del Credito 2020.
Vi aspettiamo, quindi, il 10 e 11 giugno 2020 presso la sede ed in collaborazione con il Gruppo 24Ore, Via Monte Rosa, 91, Milano. Non vogliamo mettervi fretta, ma come sottolineato da Deloitte, il futuro è già qui. E non fa sconti a chi si lascia sorprendere impreparato.