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Economia 2025: segnali di ripresa, ma la strada è ancora in salita

Il 2024 volge ormai al termine, è tempo di riflessioni (e previsioni) per i prossimi dodici mesi. Tra inflazione in calo, segnali di ripresa e sfide globali ancora aperte, l’Italia si prepara ad affrontare un percorso complesso, ma anche ricco di opportunità.

L’anno nuovo è ormai alle porte e, inevitabilmente, si iniziano a fare le prime riflessioni su ciò che ci aspetta nel 2025. Le previsioni economiche delineano un quadro di moderata ripresa, ma la strada per una crescita sostenuta è tutt’altro che semplice. Nonostante l’inflazione in calo e le stime di crescita globale intorno al 3%, restano significative incognite legate a tensioni geopolitiche, nodi strutturali e sfide nazionali.

Le stime del PIL mondiale, pur mostrando una certa stabilità rispetto al 2024, nascondono realtà profondamente diverse tra loro. Mentre gli Stati Uniti mantengono un’economia solida e robusta, l’area euro sembra arrancare, con previsioni di crescita per il 2025 che oscillano tra l’1 % e l’1,3%. In questo contesto, il nostro Paese è allineato al trend europeo, con una crescita attesa che si attesta tra il +0,8% e il +1,1%. Certo, non si tratta di cifre esaltanti, ma rappresentano comunque un segnale di miglioramento rispetto all’anno ancora in corso.

Un aspetto positivo riguarda invece l’inflazione. Dopo aver toccato il picco del +5,4% nel 2023, ci si aspetta che nel 2025 scenda al +2,1%. Un calo significativo, che dovrebbe restituire più potere d’acquisto alle famiglie e favorire un rilancio dei consumi. Tuttavia, le banche centrali, pur avendo avviato i primi tagli ai tassi d’interesse, mantengono condizioni di credito ancora rigide, rallentando il pieno recupero dell’economia.

Ma non è tutto rose e fiori. Il debito pubblico italiano continua a salire: dal 136,6% del PIL previsto per il 2024 si passerà al 138,2% nel 2025. Un dato che pesa come un macigno, soprattutto se confrontato con realtà come il Portogallo, dove il debito è destinato a calare al 90,5%. Un piccolo spiraglio arriva dal disavanzo pubblico, che dovrebbe ridursi dal 3,8% del PIL nel 2024 al 3,4% nel 2025. È una buona notizia, ma non sufficiente per affrontare le sfide strutturali che ancora bloccano la crescita del nostro Paese.

Guardando al futuro, non si può ignorare infine l’importanza della transizione energetica. Le recenti catastrofi naturali ci ricordano quanto sia urgente accelerare su questo fronte. Il Green Deal europeo rappresenta un’opportunità fondamentale per stimolare gli investimenti e rafforzare la crescita, ma perché questo accada è necessario superare resistenze e ritardi.

Quindi, come sarà 2025? Un anno di transizione, sicuramente. Un anno in cui le politiche economiche e le riforme strutturali faranno la differenza. L’Italia ha margini di miglioramento, ma la sfida non è da poco: rimettere in moto l’economia, garantire stabilità e competere in un contesto internazionale sempre più complesso.

E ora che le vacanze invernali si avvicinano, non possiamo che augurarci che il 2025 porti con sé la resilienza e la fiducia necessarie per affrontare questo percorso.

Alla prossima e buon 2025 a tutti!

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