L’aumento dei prezzi dell’energia si sta facendo sentire sia a livello delle aziende che delle famiglie. Come rispondono i governi, e quali soluzioni ci sono all’orizzonte in Europa?
Qual è il costo della crisi energetica europea?
L’Europa sta cercando di ridurre la sua dipendenza dai combustibili fossili russi.
Mentre i prezzi del gas in Europa aumentano di otto volte rispetto alla media decennale, i Paesi stanno introducendo politiche per contenere l’impatto dell’aumento dei prezzi su famiglie e imprese. Queste includono tutto, dai sussidi per il costo della vita alla regolamentazione dei prezzi all’ingrosso. Complessivamente, i finanziamenti per queste iniziative hanno raggiunto i 276 miliardi di dollari ad agosto.
Con il continente europeo in preda all’incertezza, esaminiamo i finanziamenti stanziati per Paese in risposta alla crisi energetica.
La crisi energetica, in cifre
Utilizzando i dati di Bruegel, la tabella seguente riflette la spesa per le politiche nazionali, la regolamentazione e i sussidi in risposta alla crisi energetica per alcuni Paesi europei (quelli che hanno messo più fondi a disposizione) tra settembre 2021 e luglio 2022. Tutte le cifre sono espresse in dollari statunitensi.
Nazione Fondi a disposizione % del PIL % di spesa media per famiglia Germania $60.2B 1.7% 9.9% Italia $49.5B 2.8% 10.3% Francia $44.7B 1.8% 8.5% Regno Unito $37.9B 1.4% 11.3% Spagna $27.3B 2.3% 8.9% Austria $9.1B 2.3% 8.9% Polonia $7.6B 1.3% 12.9% Grecia $6.8B 3.7% 9.9% Paesi Bassi $6.2B 0.7% 8.6% Repubblica Ceca $5.9B 2.5% 16.1%
La Germania sta spendendo oltre 60 miliardi di dollari (e ne ha in programma molti di più, unilateralmente) per combattere l’aumento dei prezzi dell’energia. Le misure principali includono un sussidio energetico una tantum di 300 dollari per i lavoratori, oltre a 147 milioni di dollari di finanziamenti per le famiglie a basso reddito. Tuttavia, si prevede che quest’anno i costi energetici aumenteranno di altri 500 dollari per le famiglie.
In Italia, i lavoratori e i pensionati riceveranno un bonus di 200 euro per contrastare il costo della vita. Sono state introdotte ulteriori misure, come crediti d’imposta per le industrie ad alto consumo energetico, tra cui un fondo di 800 milioni di euro per il settore automobilistico.
Poiché si prevede che le bollette energetiche aumenteranno di tre volte durante l’inverno (quando arriverà, ndr.), le famiglie del Regno Unito riceveranno un sussidio di 477 dollari per contribuire a coprire i costi dell’elettricità.
Nel frattempo, molti Paesi dell’Europa orientale – le cui famiglie spendono una percentuale maggiore del loro reddito per i costi energetici – stanno spendendo di più per la crisi energetica in percentuale del PIL. La Grecia è quella che sta spendendo di più, con il 3,7% del PIL dedicato a questo scopo.
Salvataggi delle utility
La spesa per la crisi energetica si sta estendendo anche ai massicci salvataggi delle utility.
Uniper, un’azienda tedesca di servizi pubblici, ha ricevuto un sostegno di 15 miliardi di dollari, con l’acquisizione da parte del governo di una quota del 30% della società. Si tratta di uno dei più grandi salvataggi nella storia del Paese. Dopo il salvataggio iniziale, Uniper ha richiesto un ulteriore finanziamento di 4 miliardi di dollari.
Non solo; Wien Energie, la più grande azienda energetica austriaca, ha ricevuto una linea di credito di 2 miliardi di euro, visto che i prezzi dell’elettricità sono saliti alle stelle.
Crisi sempre più profonda
È la punta dell’iceberg? Per compensare l’impatto dei prezzi elevati del gas, i ministri europei hanno discusso per tutto il mese di settembre (ed anche una parte di ottobre…) un numero ancora maggiore di strumenti in risposta a una minacciosa crisi energetica.
Per contenere l’impatto degli alti prezzi del gas sul prezzo dell’energia elettrica, i leader europei stanno valutando, tra l’altro, un tetto alle importazioni di gas russo, e un tetto temporaneo ai prezzi del gas utilizzato per la produzione di elettricità.
Sono stati suggeriti anche dei tetti ai prezzi delle energie rinnovabili e del nucleare.
Come sempre quando si devono mettere insieme 27 opinioni diverse, la quadra definitiva non è ancora stata trovata, ed ogni soluzione è stata finora frutto più di compromessi che di convinzioni destinate a durare.
Data la complessità della situazione, l’amministratore delegato di Shell ha dichiarato che la crisi energetica in Europa si protrarrà oltre questo inverno, se non addirittura per diversi anni.
Come l’aumento dei prezzi di cibo ed energia influisce sull’economia
Dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, gli effetti delle interruzioni delle forniture energetiche si stanno ripercuotendo a cascata su tutto, dai prezzi dei generi alimentari all’elettricità, fino al “sentiment” dei consumatori.
In risposta all’impennata dei prezzi, molti Paesi OCSE stanno attingendo alle loro riserve strategiche di petrolio. Da marzo, infatti, gli Stati Uniti hanno venduto la cifra record di un milione di barili di petrolio al giorno da queste riserve. Questo, tra gli altri fattori, ha portato i prezzi della benzina a diminuire negli ultimi tempi – ma i deficit potrebbero continuare fino al 2023, causando un aumento dei prezzi.
Utilizzando i dati della Banca Mondiale, mostriamo gli shock energetici dell’ultimo mezzo secolo, e cosa ciò significa per l’economia globale in prospettiva.
Shock dei prezzi dell’energia dal 1979
Come si colloca l’odierno shock dei prezzi dell’energia rispetto ai precedenti picchi in termini reali?
Prezzo per barile media annuale Petrolio Gas Naturale Carbone 2022* $93 $170 $61 2008 $127 $100 $46 1979 $119 $72 $33 * stime
Come mostra la tabella precedente, si prevede che il prezzo annuale del petrolio greggio sarà in media di 93 dollari al barile nel 2022. A titolo di confronto, durante gli shock dei prezzi del 2008 e del 1979, il greggio ha registrato una media di 127 e 119 dollari al barile, rispettivamente.
Ciò che distingue il picco energetico del 2022 è che i prezzi sono aumentati in tutti i combustibili. Mentre in passato gli shock dei prezzi erano più o meno isolati, molti Paesi come la Germania e i Paesi Bassi stanno cercando di ricorrere al carbone per compensare le interruzioni delle forniture di petrolio. Nel frattempo, i prezzi del gas naturale in Europa hanno raggiunto livelli record (anche se sono in netta diminuzione nelle ultime settimane grazie alle forniture continue dagli Stati Uniti e dalla Norvegia).
Anche i prezzi dei prodotti alimentari hanno subito un’impennata. A causa dell’aumento dei costi dei fattori produttivi (carburante, prodotti chimici e fertilizzanti), si prevede che i prezzi delle materie prime agricole aumenteranno del 18% nel 2022. I prezzi dei fertilizzanti da soli potrebbero aumentare del 70%, in parte a causa del dominio della Russia sul mercato globale dei fertilizzanti, dove esporta più di qualsiasi altro Paese al mondo.
3 effetti a catena dell’aumento dei prezzi dell’energia
Il petrolio alimenta la produzione di quasi tutto, dal cibo agli smartphone. In effetti, il prezzo del petrolio influenza fino al 64% dei movimenti dei prezzi dei prodotti alimentari.
In che modo gli shock energetici e alimentari potrebbero influenzare l’economia mondiale nel prossimo futuro, e perché molto dipende dal prezzo del petrolio?
1. Aumento dell’inflazione globale
Nel 2022, l’inflazione è diventata un fenomeno globale, che ha colpito il 100% dei Paesi avanzati e l’87% dei mercati emergenti e delle economie in via di sviluppo analizzati dalla Banca Mondiale.
Nel 2021, invece, circa due terzi delle economie avanzate e poco più della metà dei mercati emergenti avevano registrato un’inflazione superiore all’obiettivo.
Ciò ha contribuito all’inasprimento delle condizioni monetarie.
In molti casi, quando gli Stati Uniti hanno rapidamente inasprito la politica monetaria in risposta alle pressioni sui prezzi, i mercati emergenti e le economie in via di sviluppo hanno subito crisi finanziarie a causa dell’aumento dei costi di finanziamento (perché finanziarsi in dollari costa di più…).
2. Crescita globale più lenta
Gli shock dei prezzi dell’energia potrebbero aggiungere ulteriori venti contrari alle prospettive di crescita globale.
Insieme, l’impennata dei prezzi, la politica monetaria aggressiva, e le chiusure di COVID-19 in Cina, potrebbero avere un impatto negativo sulla crescita globale.
3. Aumento dell’insicurezza alimentare e dei disordini sociali
Anche prima dello shock dei prezzi dell’energia del 2022, l’insicurezza alimentare globale stava aumentando a causa della COVID-19 e delle crescenti pressioni inflazionistiche.
Una carenza alimentare prolungata e i prezzi elevati dei prodotti alimentari potrebbero portare milioni di persone a una grave insicurezza alimentare.
Inoltre, i prezzi elevati di carburante e cibo sono spesso correlati a proteste di massa, violenza politica e rivolte. Se lo Sri Lanka e il Perù hanno già iniziato a registrare delle rivolte, anche la Turchia e l’Egitto sono a rischio di disordini sociali a causa dell’accelerazione del costo della vita e dell’aggravarsi dell’insicurezza alimentare.
Conclusione
Dalla Seconda Guerra Mondiale, gli shock del prezzo del petrolio hanno rappresentato un importante freno alla crescita economica. Con il perdurare della guerra in Ucraina, le prospettive del mercato energetico odierno sono tutt’altro che chiare, poiché diversi fattori geopolitici potrebbero influenzare l’andamento dei prezzi del petrolio e i relativi effetti.