Il Consiglio Nazionale dei Commercialisti ha pubblicato una guida operativa sui fattori ESG nella valutazione d’azienda, curata dalla Commissione di studio “Valutazione d’azienda”, e presieduta da Elbano de Nuccio, presidente della categoria.
Il documento è pensato per supportare i professionisti nel processo di stima delle PMI italiane che adottano volontariamente i criteri ESG, fornendo indicazioni su come raccogliere e organizzare la documentazione necessaria.
Poiché i fattori ESG variano notevolmente tra i settori, il documento enfatizza l’importanza per il valutatore di sviluppare una sensibilità qualitativa, oltre a una conoscenza aggiornata del quadro normativo e degli standard internazionali.
De Nuccio sottolinea come quindi i fattori ESG influenzino trasversalmente il modello di business delle imprese, richiedendo perciò la suddetta maggiore attenzione qualitativa per valutare il loro impatto sul valore aziendale.
La premessa
Negli ultimi decenni, l’attenzione crescente verso le questioni ambientali e sociali ha portato a un’analisi sempre più approfondita degli effetti che le attività imprenditoriali possono avere sull’ambiente e sulle persone.
Nella letteratura aziendale è stato ampiamente riconosciuto che il successo di un’azienda dipende anche dalla qualità delle relazioni che essa riesce a mantenere con i principali stakeholder. Gli impatti ambientali e sociali di un’impresa possono quindi influenzare in modo significativo sia la sua operatività che la sua reputazione, e di conseguenza, avere un impatto rilevante sulle sue performance finanziarie. Di conseguenza, i fattori ESG (Environmental, Social, Governance) stanno assumendo un’importanza sempre maggiore e più diffusa a livello trasversale.
ESG, investitori e aziende
I fattori ESG, adottati dall’Unione Europea come obiettivo strategico, stanno diventando sempre più rilevanti anche a livello economico, influenzando lo sviluppo delle imprese.
Gli investitori vedono l’approccio ESG come un modo per ridurre i rischi e mantenere la competitività a lungo termine.
Questo approccio ha effetti diretti sulla valutazione del capitale economico delle aziende, poiché il miglioramento degli standard di sostenibilità, in linea con l’Agenda 2030, incide inevitabilmente sulle loro performance economico-finanziarie, fondamentali nei processi di valutazione.
Valutatori d’azienda e ESG
In questo contesto in evoluzione, il valutatore d’azienda deve integrare i fattori ESG nelle sue analisi, attribuendo loro l’importanza adeguata nelle stime del valore aziendale.
Sebbene l’adozione degli obiettivi ESG da parte di un’impresa non richieda cambiamenti metodologici significativi rispetto alle tecniche tradizionali di valutazione, è necessario considerare nuovi elementi prima trascurati, in linea con l’interesse crescente da parte di investitori e stakeholder.
L’inclusione dei fattori di sostenibilità amplia il set informativo utilizzato per la valutazione d’azienda, potendo influenzare la scelta del metodo valutativo più appropriato.
Solo il primo di una serie
I fattori ESG hanno dunque una decisa importanza trasversale che influisce sia sul modello di business delle imprese sia sul processo di valutazione del loro valore.
La Guida operativa elaborata dal Consiglio Nazionale dei Commercialisti è solo il primo volume di una serie, e fornisce indicazioni su come raccogliere e organizzare la documentazione necessaria per valutare l’impatto dei fattori ESG nelle PMI italiane che li adottano volontariamente.
Sebbene le informazioni siano indicative, l’approccio richiede una sensibilità qualitativa da parte dell’esperto per apprezzare e valorizzare l’impatto degli ESG sul valore aziendale.
I prossimi volumi approfondiranno ulteriormente le tavole operative presenti nel primo volume (consultabile sul link fornito a inizio dell’articolo) e le fasi successive del processo valutativo.