Dopo un decennio di costante miglioramento, la traiettoria delle esposizioni in sofferenza (NPE) delle banche italiane è cambiata, segnando un punto di inflessione critico nel panorama del settore.
Il primo semestre del 2024 ha visto un modesto aumento nei bilanci delle banche italiane dello stock totale di NPE a 54,8 miliardi di euro, rispetto ai 52,6 miliardi di euro della fine del 2023. Questo aumento, seppur modesto, rappresenta un momento significativo per gli stakeholder del settore, riflettendo dinamiche più ampie all’interno dell’ecosistema finanziario europeo e ponendo nuove sfide al mercato del credito italiano.
Questi dati e quelli che seguono provengono dal report di PWC Italia sul mercato degli NPL italiani, che potete trovare qui.
Tendenze recenti degli NPE italiani
La leggera crescita dei livelli di NPE in Italia può essere vista come un naturale aggiustamento dopo anni di sostanziali riduzioni. Gli afflussi annuali sono saliti a 17,0 miliardi di euro, allontanandosi dalla fascia storicamente bassa di 12-14 miliardi di euro osservata negli ultimi anni. Il tasso di default annuale è salito all’1,14% nella prima metà del 2024, rispetto allo 0,88% del 2023, ma rimane inferiore ai livelli precedenti al 2019. In particolare, le insolvenze delle imprese sono state il principale motore di questo aumento, con un incremento significativo nel settore manifatturiero, dove il tasso di insolvenza è salito all’1,90% dall’1,19% del 2023. Anche le insolvenze delle famiglie hanno registrato un modesto aumento, passando allo 0,69% dallo 0,63%, rispecchiando le pressioni subite dalle imprese.
Nonostante queste sfide, la performance dell’Italia rimane relativamente solida. Ad esempio, mentre i prestiti Stage 2 in Germania e Francia sono aumentati, l’Italia ha registrato una riduzione del 17% dei prestiti Stage 2, da 211 miliardi di euro a 177 miliardi di euro. Questa diminuzione evidenzia il successo delle strategie proattive di gestione del credito adottate dalle banche italiane e dimostra la più ampia capacità di ripresa del settore finanziario del Paese.
Una prospettiva europea comparata
La resilienza del mercato del credito italiano contrasta nettamente con le tendenze osservate nelle altre principali economie europee. Tra giugno 2023 e giugno 2024, i livelli di NPE in Germania e Francia sono aumentati rispettivamente del 23% e del 5%. In Germania, questa crescita è stata alimentata prevalentemente dal settore immobiliare commerciale, mentre in Francia sono state le piccole e medie imprese (PMI) a subire il deterioramento della qualità del credito. Queste tendenze sottolineano le diverse sfide che i sistemi finanziari europei devono affrontare, influenzate dalle vulnerabilità settoriali e dalle politiche economiche nazionali.
La relativa forza del mercato italiano può essere in parte attribuita alle garanzie statali fornite durante la crisi della COVID-19. Inizialmente con un picco di oltre 200 miliardi di euro, queste garanzie sono diminuite significativamente fino a 91 miliardi di euro a maggio 2024, a seguito del successo dei rimborsi delle rate. I prestiti assistiti da queste garanzie hanno mantenuto un tasso medio di insolvenza dell’1,6%, allineandosi strettamente alle tendenze più ampie del mercato.
Trasformazione delle transazioni NPE
Il 2024 segna un’evoluzione significativa nel panorama delle transazioni NPE in Italia. Il valore contabile lordo (GBV) scambiato ha chiuso al di sotto degli 11 miliardi di euro, tornando ai livelli osservati prima del 2017. In particolare, le transazioni sul mercato secondario sono diventate sempre più importanti, rappresentando il 30% dell’attività totale. La crescente importanza dei fondi di apporto in-kind, attualmente valutati a 1,6 miliardi di euro, illustra ulteriormente la diversificazione del mercato italiano delle NPE.
Dopo aver superato le sfide immediate del deleveraging degli NPE su larga scala, le banche italiane si stanno ora concentrando su strategie di derisking proattive. Queste includono l’ottimizzazione delle attività ponderate per il rischio e l’adozione di modelli originate-to-distribute. Questi approcci sono in linea con le iniziative della Banca Centrale Europea (BCE) volte a snellire i processi di cartolarizzazione, facilitando così l’allocazione del capitale verso nuove attività di prestito.
Cambiamenti strategici nell’acquisto e nel servicing del debito
I mercati italiani dell’acquisto e del servicing del debito stanno subendo una profonda trasformazione. Gli operatori regolamentati si stanno orientando sempre più verso modelli di business a bassa intensità di capitale e stanno diversificando i loro portafogli per aumentare la resilienza operativa. L’emergere di ristrutturatori del debito specializzati sta ridisegnando il mercato secondario degli NPL, fornendo una partecipazione stabile da parte degli acquirenti e favorendo la creazione di valore a lungo termine.
Nel settore dei servizi, il consolidamento tra i principali operatori ha aperto la strada a una duplice focalizzazione sull’espansione dei servizi lungo il ciclo di vita del credito e sul raggiungimento dell’eccellenza operativa. Le tecnologie avanzate svolgono un ruolo fondamentale nel migliorare l’efficienza e ottimizzare l’allocazione delle risorse. I servicer stanno dando priorità alle strategie per estrarre valore dagli asset gestiti, come la rivitalizzazione delle imprese o la riqualificazione delle proprietà immobiliari. Allo stesso tempo, stanno esplorando classi di attività emergenti per diversificare i flussi di reddito e rafforzare la resilienza del portafoglio.
Riforme legislative e opportunità emergenti
Il contesto normativo continua a svolgere un ruolo critico nel plasmare il mercato italiano delle NPE. Il Decreto Legislativo 110/24 ha introdotto riforme significative, in particolare per quanto riguarda i crediti fiscali, che sono emersi come una classe di attività promettente. Il decreto prevede la riassegnazione dei crediti d’imposta non riscossi agli enti creditori originari, consentendo loro di delegare le responsabilità del servizio a soggetti privati attraverso procedure di gara pubbliche. Questo quadro legislativo non solo migliora l’efficienza del mercato, ma crea anche nuove opportunità per gli operatori specializzati.
Inoltre, si prevede che l’attuazione della direttiva sul mercato secondario (SMD) favorisca un’ulteriore liberalizzazione del panorama degli acquisti di debito. I requisiti di conformità, pur essendo rigorosi, stanno promuovendo modelli di coordinamento innovativi tra gli operatori più piccoli, consentendo loro di sfruttare le proprie competenze di nicchia e di attenuare gli oneri normativi.
Superare le sfide e capitalizzare la crescita
Le dinamiche in evoluzione del mercato italiano degli NPE presentano sia sfide che opportunità per gli operatori del settore. L’adattamento alle mutevoli condizioni di mercato richiede un approccio multiforme, che comprende lo sfruttamento di tecnologie avanzate, la promozione di partnership strategiche e l’adozione di riforme normative. Affrontando in modo proattivo queste sfide, le parti interessate possono posizionarsi per guidare una crescita sostenibile e l’innovazione.
La resilienza dell’Italia di fronte alle più ampie sfide europee sottolinea l’importanza di una gestione efficace del credito e di una lungimiranza strategica. Con la continua evoluzione del mercato, la capacità di innovare e adattarsi sarà fondamentale per mantenere la competitività e fornire valore ai clienti e all’economia in generale. Il mercato italiano degli NPE, pur dovendo affrontare sfide significative, rimane un panorama dinamico e resiliente, pronto a crescere in futuro.