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Export: l’Italia supera il Giappone, ma l’Europa arranca

L’Italia si classifica quarta nel ranking mondiale per l’export. Nel primo trimestre dell’anno ha superato il Giappone, raggiungendo importanti risultati. Le crisi globali non frenano il Made in Italy, frutto di beni di alta qualità e innovazioni.

Nonostante il periodo particolarmente complicato, nel primo trimestre del 2024 l’Italia è riuscita a raggiungere importanti risultati nell’export.

Con un fatturato di 168 miliardi di dollari, il paese ha dimostrato una forte competitività a livello globale, superando il Giappone, che  invece ha registrato un calo del 3%.

L’Italia si piazza così in quarta posizione, esattamente come il Paese del Sol Levante, con una popolazione doppia rispetto al Bel Paese. Si tratta di un risultato storico: è la prima volta che accade, complice anche la svalutazione dello yen, che ha ridotto il valore del commercio estero giapponese.

I dati dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) confermano dunque la costante crescita delle esportazioni italiane a partire dal 2016, ad eccezione del periodo di flessione durante la pandemia di Covid-19.

La Cina è inarrestabile

La Cina continua inarrestabile la sua crescita, aumentando la sua quota di mercato estero dal 19,6% al 24,8% e mettendo in difficoltà l’Europa che, tra complicate relazioni internazionali e la guerra russo-ucraina, fatica ad affermarsi.

Osservando gli altri paesi, gli Stati Uniti appaiono stabili. La Russia, al contrario, a causa dell’isolamento economico e politico, ha subito pesanti ripercussioni sulle esportazioni, passando dal 4,7% al 3%.

In Europa ad essere stata fortemente danneggiata dalla Cina è stata soprattutto la Germania, in difficoltà a causa della mancanza di energia a basso costo proveniente dalla Russia. Per questo si trova ora a concorrere con il paese asiatico per la produzione di auto elettriche.

Il modello italiano

Grazie a investimenti mirati, l’Italia ha raggiunto importanti risultati nell’export. Oltre a spendere in nuovi macchinari e impianti, lo Stato si sta impegnando a ridurre le emissioni di anidride carbonica, con promettenti innovazioni nel settore del riciclo e del packaging. Il Made in Italy, dunque, eccelle nonostante le crisi globali, la stagnazione della Germania e le preoccupazioni legate a una possibile recessione degli Stati Uniti. Fino a dieci anni fa ci trovavamo dietro a Francia, Corea del Sud e al Giappone, a pari merito con il Regno Unito. Oggi invece abbiamo scalato diverse posizioni, con risultati straordinari grazie alla continua innovazione e all’ottima qualità dei prodotti italiani.

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