Le evidenze dell’analisi del patrimonio informativo di EURISC – Il Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF. Con 10.171 Euro, l’importo medio richiesto risulta il più elevato degli ultimi 7 anni.
Nel mese di febbraio il numero di interrogazioni registrate sul Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF relativamente alle richieste di prestiti da parte delle famiglie italiane (nell’aggregato di prestiti personali e prestiti finalizzati) ha fatto segnare un +11,1% nel confronto con lo stesso mese del 2018. Nello specifico, i prestiti finalizzati hanno registrato l’incremento più consistente, pari a +13,5%, mentre la variazione dei prestiti personali è risultata pari a +8,4%.
Di seguito sono riportate, in forma grafica, le variazioni percentuali mensili in valori ponderati – ovvero al netto dell’effetto prodotto dal differente numero di giorni lavorativi – sul SIC EURISC, che raccoglie i dati relativi ad oltre 85 milioni di posizioni creditizie.
A febbraio si segnala un nuovo record per l’importo medio richiesto, che nell’aggregato di prestiti personali e finalizzati è stato pari a 10.171 Euro (+2,4% rispetto allo stesso mese del 2018).
Entrando nel dettaglio, per quanto riguarda i prestiti finalizzati, a febbraio l’importo medio richiesto ha raggiunto il valore di 7.459 Euro (+12,2%) mentre i prestiti personali si è attestato a 13.326 Euro (in diminuzione del -1,9%).
Relativamente alla distribuzione delle richieste per fascia di importo, la rilevazione di febbraio ha visto una crescita di +0,9 punti percentuali per le classi superiori ai 10.000 Euro a discapito della classe di richieste di importo inferiore ai 5.000 Euro (-1,2 punti percentuali rispetto allo stesso mese del 2018), benché quest’ultima risulti ancora la classe preferita dagli italiani, con il 41,9% del totale.
Approfondendo l’analisi per tipologia di finanziamento, per quanto riguarda i prestiti finalizzati addirittura il 56,6% delle richieste riguarda importi al di sotto dei 5.000 Euro, anche se in diminuzione di -3,1 punti percentuali rispetto allo stesso mese del 2018. Per i prestiti personali, invece, è la classe compresa tra 10.001 e 20.000 Euro ad essere la più richiesta (29,3% del totale; -1,1 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo 2018).
L’analisi della distribuzione delle richieste di prestiti per durata del finanziamento conferma che anche nel mese di febbraio è la classe superiore ai 5 anni quella in cui si sono concentrate le preferenze degli italiani, con il 28,1% del totale. Al contempo si è evidenziata una nuova, anche se lieve, contrazione per la classe di durata inferiore ai 12 mesi, che passa dal 15,8% al 14,9% del totale. Per quanto riguarda i prestiti finalizzati, le richieste si sono concentrate per il 24,0% nella fascia di durata inferiore ai 12 mesi (con una diminuzione di -0,2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2018), mentre le richieste di prestiti personali si stanno indirizzando sempre di più nella fascia di durata superiore ai 5 anni, che arriva a spiegare il 47,9% del totale (+2,1 punti percentuali).
“Si conferma anche a febbraio la dinamica positiva delle richieste di prestiti da parte delle famiglie italiane. In particolare si segnala il nuovo record dell’importo medio richiesto, che continua a crescere trainato dalla componente dei prestiti finalizzati – commenta Simone Capecchi, Executive Director di CRIF. – D’altra parte, il perdurare delle condizioni che favoriscono il contenimento dei tassi di interesse applicati mette le banche e le società finanziarie nella condizione di proporre offerte molto convenienti per gli utenti finali. In questo contesto le aziende di credito devono continuare a concentrare gli sforzi per raggiungere i clienti ‘everytime everywhere’, attraverso l’implementazione di processi digitali agili e flessibili che consentano la richiesta di un prestito in real-time. Tuttavia la tendenza in corso a richiedere importi sempre più elevati unita ad un quadro macro-economico che presenta anche elementi di incertezza richiedono una grande attenzione da parte delle aziende di credito sulla corretta valutazione della sostenibilità dell’operazione, per ridurre i rischi di sovraindebitamento delle famiglie e di innalzamento dei livelli di rischiosità”.