L’ultimo rapporto di CRIF ha evidenziato una riduzione del credito concesso alle imprese italiane e un aumento del rischio di default. Questa situazione rappresenta un ulteriore sfida significativa per il settore imprenditoriale del nostro Paese in un contesto di generale incertezza e instabilità.
In calo il credito erogato alle imprese e alle ditte individuali
La contrazione del credito e l’incremento del rischio di default rappresentano un fattore di ulteriore criticità per le imprese italiane, in un contesto economico e geopolitico incerto. Stando ai risultati dell’ultimo rapporto di CRIF, nel primo trimestre del 2024 le imprese italiane hanno subito un calo del 7,5% nel credito erogato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Nello specifico, le ditte individuali hanno registrato una flessione del 10,3%, le società di persone del 7,6% e le società di capitali del 5,9%. Rispetto al credito concesso sono diminuiti anche gli importi erogati. Le ditte individuali hanno registrato un calo dell’8,9%, le società di persone del 6,6% e le società di capitale del 3,6%.
Aumenta il rischio di default per le società di capitali
Il rischio di default delle società di capitali italiane era aumentato già nel 2023 attestandosi al 2,6%. Le previsioni per il 2024 indicano un ulteriore aumento, stimato attorno al 3,3% entro la fine dell’anno in corso. I settori più a rischio, secondo l’indagine di CRIF, sono Turismo e tempo libero (3,9%), Trasporti e logistica (3,6%), Commercio al dettaglio (3,3%), Costruzioni (3,2%) e Commercio di autoveicoli (3,1%).
Il settore delle costruzioni ha registrato un calo significativo del 9,3% per gli importi erogati nel primo trimestre del 2024. Viceversa, il commercio di autoveicoli e il settore dei trasporti e della logistica hanno evidenziato una crescita degli importi erogati, rispettivamente del 15,8% e del 7,6%. Sono rimasti stabili il comparto del turismo e del tempo libero e del commercio al dettaglio.
Peggiorano i pagamenti alle aziende
Anche la puntualità nei pagamenti alle aziende italiane è peggiorata nel primo trimestre del 2024. I pagamenti a scadenza rappresentano il 40,4% del totale, in calo rispetto al primo trimestre del 2023 quando erano il 40,8%. Viceversa, i pagamenti oltre i 30 giorni sono aumentati, passando dal 9,5% al 9,7% nel giro di un anno.
Dal punto di vista geografico, la puntualità nei pagamenti si registra prevalentemente nel Nord Est e nel Nord Ovest, rispettivamente al 47,3% e al 46,2%. Allo stesso modo, i ritardi più significativi si registrano al Centro e al Sud e Isole, rispettivamente all’11,1% e al 15,1%.
Implicazioni e prospettive future
La diminuzione del credito e l’aumento del rischio di default potrebbero frenare ulteriormente gli investimenti e la crescita economica. Gli esperti suggeriscono la necessità di politiche economiche mirate a sostenere l’accesso al credito e promuovere la stabilità finanziaria.
In questo senso, le decisioni della Banca Centrale Europea, come il recente taglio dei tassi di interesse, potrebbero influenzare positivamente il futuro del credito alle imprese. In ogni caso, occorrono interventi tempestivi per evitare un ulteriore deterioramento e supportare le aziende italiane nella ripresa.