Il Parlamento francese ha approvato una legge che consentirà alla polizia di spiare a distanza i cittadini attraverso telecamere, microfoni e GPS di smartphone e altri dispositivi elettronici. La sorveglianza interviene solo per i sospettati di reati gravi, ma Oltralpe è già polemica.
Francia: la polizia potrà sorvegliare i cittadini sospettati di reati gravi
Il 5 luglio scorso il Parlamento ha approvato una legge che consentirà alla polizia di accedere a distanza alle telecamere, ai microfoni e al Gps di tutti i dispositivi elettronici dei cittadini sospettati di reati gravi.
Computer, smartwatch, tablet, smartphone, automobili. Qualsiasi cosa che abbia una connessione internet, una videocamera, un microfono o un Gps potrà essere monitorata dalle Forze dell’Ordine, nell’ambito di indagini su reati che prevedono almeno cinque anni di carcere in caso di condanna.
Le autorità potranno accedervi indisturbate, senza che il proprietario del dispositivo se ne accorga, per raccogliere dati e immagini salvate, ascoltare telefonate, leggere messaggi e attivare da remoto i dispositivi per registrare in tempo reale suoni e immagini dei sospetti, oppure tracciare i loro spostamenti a distanza tramite Gps.
Le reazioni dell’opposizione
“Le nuove misure non consentiranno un’analisi a tappeto di tutte le abitudini dei cittadini francesi, ma riguarderanno solo poche ‘dozzine di casi all’anno’” ha dichiarato il Ministro della Giustizia francese, Éric Dupond-Moretti, che ha assicurato: “siamo lontani dal totalitarismo di “1984” di George Orwell. Nello specifico, come ha riportato il quotidiano Le Monde, riguarderanno persone sospettate di reati di terrorismo, delinquenza e criminalità organizzata.
Inoltre, la nuova legge non potrà essere applicata nei confronti di persone impegnate in ruoli professionali sensibili, come dottori, avvocati, giudici, giornalisti e membri del parlamento. Infine, il periodo di sorveglianza dovrà essere limitato a un arco temporale di sei mesi.
Ma le rassicurazioni di Dupond-Moretti non stanno convincendo del tutto i cittadini. Trattandosi di sospettati e non di condannati la sorveglianza potrebbe essere estesa a chiunque e per altri generi di reati, anche minori.
La sinistra francese e il gruppo per i diritti digitali “La Quadrature du Net” hanno contestato la nuova legge spiegando che la possibilità di accedere ai dispositivi elettronici dei cittadini può diventare un attacco al “diritto alla sicurezza, al diritto alla vita privata e alla corrispondenza privata”. Secondo i critici, si rischia di scivolare nell’abuso di sorveglianza da parte dello Stato e nella violazione del diritto alla privacy delle persone, visti i limiti pressoché assenti alla sua applicazione.