Lo rileva l’XI rapporto annuale di Unirec, l’Unione nazionale che rappresenta l’80% delle imprese che forniscono servizi per la tutela del credito
149 miliardi di euro. A tanto ammontano i crediti di famiglie e imprese affidati ai servicer in Italia, per una crescita annua del 13%. Lo certifica l’XI rapporto annuale stilato da Unirec, l’Unione nazionale che rappresenta l’80% delle imprese che forniscono servizi per la tutela del credito. Tuttavia, la crescita dei crediti affidati alle società di recupero è inferiore a quella del 2019, quando era stata del 30%. Per Francesco Vovk, presidente di Unirec, è merito delle moratorie varate dal Governo per contenere le conseguenze economiche del coronavirus.
Il 67% delle somme gestite ( 100 miliardi) è stato affidato in conto terzi, ossia da banche, utilities o fondi. In particolare, si parla di conto terzi (C/III) originator quando il mandatario è il detentore originario del credito (ad esempio nel caso di una società telefonica, utility, banca) o conto terzi (C/III) cessionario quando il committente è un soggetto terzo che ha acquisito il credito da altri (ad esempio un fondo). Qui per la prima volta in 5 anni sono calati gli importi (-0,1% rispetto al 2019) riferiti soprattutto agli arretrati di pagamento, anche in questo caso per effetto delle moratorie. Per quanto riguarda la suddivisione dei crediti affidati per conto terzi, i comparti utility, finanziario e bancario rappresentano il 94%, con una prevalenza del settore bancario (55%), seguito dal finanziario (29%) e delle utility (10%). Sul fronte del numero di pratiche i settori più rilevanti sono le utility, tlc, PA e commerciale (60%), finanziario (23%) e bancario (14%), in continuità con quanto rilevato nel 2019. Più in particolare, nel 2020 il conto terzi cessionario ha dato origine a circa 6,4 milioni di pratiche, in aumento rispetto ai 6 milioni del 2019 per un controvalore complessivo affidato di 47,7 miliardi di euro, in decisa crescita rispetto ai 37,6 miliardi del 2019. Anche nel 2020 si conferma un ticket medio decisamente più elevato per il conto terzi cessionario rispetto al conto terzi originator, sia nel B2B (16.215 euro contro 3.749 euro) sia nel B2C (5.287 euro contro 1.302 euro).
In aumento i recuperi: 11,2 miliardi, contro i 9,3 miliardi del 2019. A livello regionale, sono ai primi posti per numero di pratiche e per importi affidati (46% del totale): Lombardia (17%), Lazio (11%), Campania (10%) e Sicilia (8%). Le performance per importi recuperati vedono la Lombardia stabile al 10% e il Lazio (11%), la Campania (12%) e soprattutto la Sicilia (14%) in netto miglioramento rispetto al 2019. I crediti acquistati sono rappresentati per l’80% degli importi da posizioni provenienti dal settore bancario (49%) e finanziario (31%). Il 78% di questi è relativo a posizioni unsecured. Tale dato riflette in parte la storica forte specializzazione e know-how delle aziende aderenti a Unirec nella gestione di posizioni unsecured e small ticket (ovvero di importo inferiore ai 50 mila euro), ma al contempo evidenzia anche che il 22% delle posizioni relativo al settore secured è sempre più rappresentativo del mondo della gestione del credito.
Nel 2020 le pratiche a livello di importi gestiti sono state equamente distribuite tra B2B (imprese) e B2C (famiglie) con una leggera crescita del B2C passato dal rappresentare il 50% del totale nel 2019 al 54% nel 2020. Anche questo dato è stato influenzato dalle moratorie. Il 2020 si è caratterizzato poi per l’utilizzo prevalente della phone collection, ossia della gestione delle pratiche via telefono, sia per il conto terzi originator (83%) che per il conto terzi cessionario (61%), complici in questo le limitazioni alla mobilità e ai contatti personali imposte dai lockdown e dalla pandemia da coronavirus.
Francesco Vovk, presidente di Unirec, ha concluso: “Le nostre aziende gestiscono crediti per un valore complessivo di poco inferiore al pacchetto di riforme presentato dall’Italia nell’ambito del Pnrr. Proprio per questa ragione, il nostro ruolo è centrale, perché rintracciare e recuperare quelle somme significa cercare soluzioni condivise tra debitori e aziende committenti per far ritornare le posizioni in bonis nel caso di arretrati di pagamento e negli altri casi di individuare piani di rientro sostenibili che evitino ai debitori maggiori aggravi di spese che attività di tipo giudiziale comporterebbero. E significa inoltre liberare liquidità per garantire il circolo virtuoso dell’economia”.