Sono 52.627 le aste immobiliari registrate nel primo trimestre del 2022, con un +17,7% rispetto al primo trimestre del 2021: sono questi i dati estrapolati da Reviva, la prima startup specializzata nella vivacizzazione delle aste immobiliari
Il primo trimestre 2022 registra 52.627 aste immobiliari in tutta Italia: un dato estremamente positivo, poiché si tratta solo del 10% in meno rispetto al 2019, ultima annata prima del biennio pandemico in cui il settore non ha subito perdite. Questo significa che il settore sta finalmente ripartendo, segnando un +17,7% rispetto al primo trimestre del 2021. La somma dell’offerta minima è di € 6.627.544.751,06, mentre, per quanto riguarda la tipologia degli immobili interessati, il 54% è non residenziale (laboratori, uffici, locali commerciali, alberghi ecc) a dispetto del periodo pre covid, nel 2019 infatti la maggioranza degli immobili era di tipo residenziale.
Questo lo scenario attuale delle aste immobiliari identificato grazie ai dati elaborati dal team di data scientist di REVIVA, la prima startup specializzata nella vivacizzazione delle aste immobiliari. Grazie al suo metodo che unisce intelligenza artificiale, big data e marketing esperienziale, la realtà ha l’obiettivo di aumentare il numero di immobili venduti all’asta ed evitare così la svalutazione dovuta alle numerose aste andate deserte.
“Siamo molto felici di vedere che il settore sta finalmente ripartendo” – commenta Giulio Licenza, Co-founder di REVIVA. “La sospensione delle aste prima casa, che aveva rallentato le vendite ma anche le procedure stesse, ha cambiato la natura degli immobili, registrando un’impennata dei non residenziali tipicamente più difficili da vendere per tipologia e dimensione, quindi oltre al volume di immobili ridotto si è aggiunto il fatto che gli immobili erano più difficili da vendere. Ora finalmente c’è stata un’accelerata all’intero settore, che piano piano sta ritornando ai numeri pre pandemici, la grande sfida ora sarà
quella di essere efficaci nel marketing immobiliare per riuscire a sostenere le vendite di un maggior numero di immobili con una situazione del mercato immobiliare cambiata.”
Il futuro delle aste immobiliari in Italia è telematico
Il futuro delle aste è telematico: dall’inizio della pandemia, infatti, è stato registrato un aumento medio del +185% di aste svolte in modalità telematica o mista, rispetto alle aste in presenza fisica. Un dato che fotografa chiaramente la tendenza al lavoro da remoto, che ha avuto un forte sprint durante la pandemia e che, si spera, possano portare ad una maggiore dimestichezza verso una modalità di acquisto più digitale, seppure allo stato dell’arte la vendita telematica ha ancora necessità di miglioramenti importanti.
Dal 2023, inoltre, inizieranno ad aumentare nuovamente le procedure iscritte, frutto anche dei nuovi default, e ci sarà quindi un maggior numero di immobili in asta, dovuto all’aumento degli NPLs causati dalla pandemia.