L’impatto ed il valore delle azioni legali avviate dal cedente, nella valutazione di un portafoglio NPL, in un contesto di mercato degli npl unsecured fermo o comunque lento, quale quello italiano fino al 2015, appariva scolastica ovvero assolutamente residuale.
I principali originator, infatti, titolari di enormi stock di sofferenze procedevano, per lo più, ad un destocking che coinvolgeva crediti sottoposti ad una o più battute esattoriali. In sintesi la cessione rappresentava uno schema alternativo alla lavorazione giudiziale delle pratiche. Recupero giudiziale che, una volta avviato, solitamente veniva seguito fino all'ultimo step dall'Originator e dai suoi provider.
Da ultimo, invece, con l'incremento delle transazioni gli originator tendono ad includere anche pacchetti di pratiche assistite da titolo esecutivo. Ciò per diverse ragioni:
- anzitutto, la crescita dei crediti problematici ha generato negli anni anche stock di sofferenze avviate alla fase legale, con conseguente necessità di ridurne il carico e quindi liberare patrimonio;
- In secondo luogo la crescita dei prezzi ha posto la cessione come valida alternativa al recupero "in House" condotto fino all'ultima fase
- Infine, l'opportunità di ridurre il carico operativo gestito e in taluni casi (e poi vedremo quali) valorizzare in termini finanziari i crediti ceduti e gli investimenti fatti a sostegno dell'attività legale.
Per gli acquirenti, invece, la presenza di crediti gia' affidati alla lavorazione giudiziale, di solito, non costituisce una scelta ma un ulteriore dato da considerare nella valutazione degli asset e quindi nelle determinazione del prezzo offerto.
Infatti al fine di comprendere se l'avvio della fase legale rappresenti un "Plus" dei crediti (e quindi degli asset valutati) ovvero un "Gap", diverse sono le variabili da considerare.
- Conservazione titoli e dati: la verifica ha ad oggetto la reale disponibilità dei titoli e delle informazioni, ovvero la facile reperibilità degli stessi. Sotto tale aspetto, fondamentale appare il tipo di gestionale in uso presso il cedente ovvero presso i suoi Provider Legali. Uno stock di titoli ben conservati e corredati da tutti i dati rilevanti, facilmente estraibili, assegna ai crediti un importante surplus di valore. Tale valore deriva sia da un minor costo che dovrà sostenere il cessionario per completare l'iter del recupero (potendo sfruttare gli investimenti fatti dal cedente) evitando quindi duplicazioni di costi, sia da una contrazione dei tempi di "blocco operativo" che mediamente accompagna le operazioni di cessione. Diversamente la notizia circa l'esistenza di titoli, non immediatamente disponibili, finisce per essere di solo ostacolo al recupero, dilatando i relativi tempi e costi.
- Modello industriale di gestione; l'alternativa è tra pochi Provider Legali ovvero polverizzazione degli incarichi. I costi operativi legati sia alla ricognizione dello stato di avanzamento che quelli legati alla prosecuzione delle attività sono tanto più bassi quanto maggiore appare la concentrazione delle operatività fatta dai cedenti a favore dei suoi provider. Concentrazione che ha come (eventuale) aspetto negativo un maggior impatto dei (eventuali) ritardi legati ad uno o più provider poco performanti.
- Policy di passaggio a legale e di attivazione dell'iter giudiziario: Per poter dare un valore più completo ai titoli esistenti, a valle di un controllo di carattere formale (esistenza e validità del titolo) e funzionale (facile disponibilità), fondamentale appare valutarne l'utilità. Da qui l'importanza della policy definita dal cedente ed applicata dal Provider. L'esistenza di un titolo esecutivo emesso e notificato nei confronti di un soggetto munito di asset, rappresenta un oggettivo valore "collateral" del credito; diversamente tale condizione applicata ad un debitore privo di reddito o patrimonio aggredibile può essere valutato come elemento di "svaluazione del credito" poichè manifesta la poca disponibilità di un debitore, già sollecitato anche per le vie legali, a definire la sua posizione debitoria senza possibilità di seguire la via alternativa dell'attività esecutiva.
- Per chi compra, infine, altra variabile da considerare (che impatta sul valore dei crediti e delle attività) è rappresentata da una condizione soggettiva: cioè la titolarità ovvero la capacità di munirsi di una piattaforma di gestione, di cruscotto unico di monitoraggio capace di ridurre al minimo i tempi di stop e go della attività a seguito della cessione e quindi di saper, in tempi rapidi, eseguire una due diligence delle attività compiute dai vari provider e quindi indirizzarne i successivi sviluppi secondo il piano industriale e finanziario proprio dell'investitore.
di Luca Polverino
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