Il sovraindebitamento e indebitamento non sostenibile sono condizioni che colpiscono un numero altissimo di italiani. Spesso alla base ci sono comportamenti scorretti e una scarsa educazione finanziaria. Che sia la formazione la vera chiave di volta per prevenire situazioni a rischio?
I dati sul sovraindebitamento in Italia sono preoccupanti. In base a una recente indagine del Comitato Interministeriale EDUFIN, 1 milione di italiani si trova in condizione di sovraindebitamento cronico, con il 2% della popolazione adulta che non riesce più a far fronte ai propri debiti.
Ci sono poi 2 milioni di persone che pagano con significativo ritardo. A essere in difficoltà sono principalmente gli uomini (60%), con età media di 54 anni, lavoratori (73%), con livelli di istruzione medio-bassi (48% licenza media, 39% diploma superiore), redditi inferiori ai 20.000 euro annui (60%) e distribuzione geografica concentrata nel Nord-Ovest (44%). Il 48% delle persone sovra-indebitate da 3 a 5 finanziamenti attivi e il 13% ha più di 5 finanziamenti in essere.
L’educazione finanziaria ha un ruolo fondamentale nel prevenire comportamenti a rischio che possono portare a casi di indebitamento non sostenibile. Come attività di divulgazione e formazione possono fare la differenza? Lo abbiamo chiesto ad Antonio Bommarito, Head of Sales, Business Development and Sustainability del Gruppo Fire, servicer attivo nella gestione del credito che ha recentemente lanciato il progetto didattico “Fireducation“.
Il mese dell’educazione finanziaria è volto al termine ma parlare di credito e debito rimane fondamentale. In base a un recente studio promosso dal Comitato Interministeriale EDUFIN e svolto dall’Osservatorio sul Debito Privato, si stima, infatti, in circa 1 milione gli italiani che si trovano in condizione di sovraindebitamento cronico. Quali possono essere le cause del ritrovarsi in questa situazione?
Principalmente due:
- l’aumento del costo della vita, combinato alla stagnazione dei salari, con un’inflazione crescente che riduce il potere d’acquisto rendendo sempre più difficile accantonare somme “cuscinetto” per eventuali spese improvvise;
- la pressione sociale che spinge a stili di vita, e quindi di consumo, non in linea con le proprie possibilità, con un uso eccessivo di carte di credito, finanziamenti o prestiti personali senza una pianificazione adeguata.
Se rispetto al primo fattore intervenire è più complesso, in relazione al secondo, semplici modifiche al proprio comportamento finanziario possono essere molto efficaci, ma, alla base deve esserci una consapevolezza che spesso non c’è.
Parlare di debito è ancora un tabù? E come si costruisce un rapporto consapevole e costruttivo con le proprie finanze?
Purtroppo, sì. C’è ancora un certo disagio nel parlare di soldi in generale, ma quando si parla di debito sicuramente entriamo in un ambito ancora più delicato, soprattutto se quel debito non si riesce più a ripagarlo. In realtà, sin da piccoli siamo incuriositi dal concetto di denaro, ma poi, crescendo, parlarne diventa scomodo e si tende a farlo poco e male, con il risultato che lo scambio di informazioni in merito è quasi nullo. Se, però, si riuscisse ad interrompere questo ciclo culturale/generazionale di estremo pudore, si potrebbe iniziare a parlare di risorse finanziarie più serenamente, a favore soprattutto dei più giovani, che, come mostrano i dati disponibili sull’argomento, sono molto indietro rispetto ai coetanei europei.
Alla luce di quanto emerso, è evidente che le iniziative di educazione finanziaria su debito e credito sono indispensabili sin dall’infanzia. Cosa sta facendo in merito Fire?
Dal 2024, grazie al Decreto Capitali, l’educazione finanziaria diventa un insegnamento obbligatorio nelle scuole.
Esistono risorse didattiche di ottima qualità realizzate da diverse istituzioni, alle quali le scuole possono attingere, ma riguardo a cosa succede quando non si riesce più a ripagare un debito non c’era nulla di dedicato ai bambini.
C’era questo “vuoto” informativo su un tema delicato ma necessario da affrontare.
Abbiamo valutato di poter fare la nostra parte in questo processo di alfabetizzazione finanziaria collettiva. Così, abbiamo creato “Fireducation”, un progetto didattico che punta ad innalzare il livello di educazione finanziaria di bambine e bambini, anche in merito al disagio debitorio, normalizzando questo argomento e trattandolo senza ansia, con i giusti accorgimenti in relazione all’età dei destinatari.
Attraverso le scuole, avvalendoci dei due strumenti cardine del progetto, ovvero un albo illustrato (“Il Gomitolo di Solevento. Storia di una famiglia che si ingarbugliò con i soldi.”) e un gioco da tavolo, stiamo portando avanti diversi tipi di iniziative, con molta soddisfazione, perché sentiamo di poter avere un impatto concreto facendo sensibilizzazione su un tema trattato poco o nulla, ma che fa parte della vita di molte persone.
Per quale motivo avete deciso di rivolgervi più ai bambini che agli adulti nelle vostre iniziative di educazione finanziaria?
I bambini non sono ancora toccati da preconcetti e pregiudizi, per cui accolgono le informazioni e le esperienze in maniera autentica, senza i filtri che poniamo poi noi adulti.
Crediamo che partire dall’infanzia sia efficace quindi per eliminare lo stigma sociale che ancora oggi accompagna il tema del debito e del disagio debitorio e per fare prevenzione rispetto a comportamenti di indebitamento non sostenibile.
Quali sono i messaggi principali che desiderate trasmettere con la storia “Il Gomitolo di Solevento. Storia di una famiglia che si ingarbugliò con i soldi”?
Direi che la frase conclusiva del libro è esemplificativa del messaggio chiave: “Anche quando ci si sente persi e confusi, come un gomitolo tutto ingarbugliato, è sempre possibile chiedere aiuto e rimettere ordine”.
Contrarre un debito non è qualcosa di negativo, anzi, ottenere credito può aiutare a realizzare sogni e progetti personali e professionali. Ma bisogna utilizzare questo strumento finanziario consapevolmente.
A tutti, poi, può capitare di non riuscire a ripagare un debito. Ma sapere cosa fare quando succede fa davvero la differenza, ed è il primo passo per rimettere ordine, per l’appunto e non rischiare l’esclusione finanziaria.
Quali progetti avete in cantiere per il futuro in ambito di educazione finanziaria?
Incoraggiati dai primi feedback, proseguiremo con le scuole, con l’obiettivo di avere un impatto tangibile su quanti più giovani possibile. Stiamo inoltre lavorando a ulteriori sviluppi che ci permetteranno di ampliare il nostro impatto e misurarlo, nell’ottica di continuare a migliorare la nostra azione.
(Contenuto realizzato in collaborazione con Gruppo Fire)